Ed era di nuovo lunedì, si doveva riprendere a lavorare.
Jimin doveva fare l'inventario, aveva avvisato solo Hobi della coss tramite messaggio, non sarebbe passato per l'ufficio.
Era entrato nella stanzetta della ditta dove tenevano il materiale per la pulizia, posizionato dietro uno scaffale pieno di prodotti, era impossibile vederlo.
Aveva indossato le cuffiette per farsi compagnia con della buona musica, non si era accorto del tempo che era passato, era finito il turno della squadra presso quella ditta.
Il compito di Hyunjin era quello di chiudere a chiave una volta che tutto era stato depositato all'interno.
Ed era quello che aveva appena fatto, non aveva ne udito ne visto il suo capo al di là dello scaffale, lui con le cuffiette e assorto nel suo lavoro non sentì il rumore della chiave che girava nella toppa.
Terminò l'inventario e si tolse le cuffiette, l'unica cosa che notò era che la luce dello scaffale davanti a lui era spenta, le aveva accese entrambi, quella dietro e quella davanti.
Magari era convinto di averla accesa e non lo aveva fatto veramente pensò.
Aveva scritto tutti le mancanze sulle note del telefono, non aveva voglia di passare in ufficio a recuperare il tablet, per quella volta si era accontentato del suo dispositivo.
Avvolse le cuffiette e le mise nel suo borsellino insieme al telefono.
Si disinfettò le mani e andò verso la porta, abbassò la maniglia e la tirò verso di sé, ma non si aprì.
Ci riprovò, una seconda e una terza volta, doveva arrendersi la porta era stata chiusa.
Iniziò ad agitarsi, a scuotere la maniglia, a imprecare, il respiro era più sconnesso, stavano iniziando a sudargli le mani.
Il cuore aveva aumentato i suoi battiti, la paura stava prendendo il controllo, quella maledetta porta chiusa gli stava portando a galla brutti ricordi.
Si appoggiò con la schiena al muro, si mise una mano sul petto, stava cercando di calmarsi, ma non stava funzionando.
Con le mani tremanti cercò di tirare fuori il telefono dal borsellino.
Aveva un brutto presentimento, come sospettava, non c'era molta linea in quella stanza, andava e veniva, era molto improbabile fare una chiamata.
Iniziò a chiamare aiuto, pregando che ci fosse qualcuno che potesse sentirlo.
Ma al di là della porta si poteva udire solo il silenzio più assoluto, era l'ora della pausa pranzo, quella ditta era deserta a quell'ora.
Nel frattempo qualcuno stava rientrando perché aveva dimenticato il suo telefono sopra ad una scrivania in un ufficio."Ma che deficente che sono, per fortuna che ricordo in che ufficio l'ho lasciato almeno non perdo tempo". Disse Taehyung rivolto a sé stesso mentre stava proseguendo verso l'ufficio.
Prese il telefono e andò verso la stanzetta, Hyunjin gli aveva dato le chiavi per inserire l'allarme esterno del cortile, si era dimenticato di inserirlo.
Si bloccò quando udì una voce familiare che stava urlando aiuto.
Si mise a correre sentendo quella voce, era spezzata, era preoccupato, proveniva proprio dove era diretto.
La voce si era interrotta, si poteva udire solo i singhiozzi dall'altra parte, inserì agitato le chiavi e aprì la porta, la chiuse.
Si voltò alla sua sinistra e trovò il suo capo rannicchiato al suolo, le gambe contro il suo petto e la testa bassa. Aveva paura di fare peggio avvicinandosi brutalmente, avrebbe voluto chinarsi e abbracciarlo forte, temeva però la sua reazione.
Era così tanto spaventato che Jimin non si mosse nemmeno quando sentì la porta aprirsi, alzò lo sguardo quando percepì la presenza di qualcuno.
Taehyung ricevette un colpo al cuore quando si scontrò con gli occhi lucidi del capo, con il suo sguardo perso e le lacrime che scendevano lungo le sue guance.
Si chiese cosa potesse aver subito per avere una tale reazione, lì davanti non aveva lo stesso Jimin di sempre, aveva una sua versione spaventata, indifesa.
Si inginocchiò per mettersi al livello del suo viso, afferrò una boccetta di disinfettante che aveva in tasca e ne mise un po' sulle mani."Non sono mai stato così ingenizzato prima di lavorare qui".
Disse sorridendo, voleva vedere il suo sorriso e non quelle lacrime, stonavano sulla sua pelle così delicata.Jimin non disse niente lo guardò, il suo respiro si era regolato e le lacrime avevano smesso di scendere, era bastato avere la sua presenza lì.
Taehyung sporse le mani verso il suo viso, gli asciugò le lacrime con i pollici, Jimin si lasciò fare, era un tocco piacevole."Ci sono io, ora ti aiuto ad alzarti e andiamo, va bene?"
L'intento di Taehyung era quello di proteggerlo."Possiamo stare qui altri cinque minuti?"
Jimin sussurrò."Va bene".
Taehyung si sedette vicino a lui.Rimasero in un piacevole silenzio, facendosi compagnia solo con la presenza.
Successivamente Taehyung si alzò, porse la mano a Jimin per aiutarlo e lui la afferrò, quel tocco fece provare una leggera scossa ad entrambi.
Taehyung gli aveva chiesto se voleva salire sul loro furgoncino per tornare in ufficio, Jimin rifiutò dicendo che non avrebbe avuto problemi a rientrare con la sua auto.
Fu contento però per la sua preoccupazione.
Si salutarono entrambi con un leggero sorriso sulle labbra, entrambi consapevoli che tra loro tre qualcosa stava decisamente cambiando.
Erano pronti per accettarlo, ancora no.
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SHINY (Vminkook)
RomanceATTENZIONE: QUESTA STORIA È FRUTTO ESCLUSIVAMENTE DI IMMAGINAZIONE, NE FATTI, NE PERSONAGGI SONO REALI Avvertenze: scene descritte esplicitamente. Tutti i protagonisti sono maggiorenni. Jimin è proprietario di una delle più grandi aziende di pulizia...