Capitolo 7 "Ci sono io"

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Non era la prima volta che Jimin restava in azienda più del dovuto, quando tutti erano già rientrati nelle proprie abitazioni, lui rimaneva nel suo ufficio.
Finiva di controllare le rimanenze dei prodotti, guardava che non mancasse niente, rispondeva alle recensioni e alle mail.
La tranquillità lo aiutava a rilassarsi e a completare più cose.
Era una sera come tante, non gli era mai pesato rincasare più tardi, nessuno lo aspettava tra le mura di casa.
Viveva da solo da un anno, aveva preferito non pesare sulle spalle dei suoi fratelli per via della sua fobia.
Vivevano nella casa dei loro genitori, gli avevano sempre detto che non sarebbe mai stato un problema tenere sempre la casa pulita.
Jimin sapeva che per lui avrebbero fatto l'impossibile, ma quella fobia era un suo problema e non poteva permettersi che ricadesse anche nei suoi fratelli.
Facevano già tanto per lui, Jin quando andava nel suo ristorante si preoccupava che la sala che era riservata a lui fosse sempre impeccabile, Nam molto spesso gli portava i rifornimenti di igenizzante.
Non gli hanno mai fatto pesare quel suo disturbo, come non lo faceva Hobi.
Sperava di guarire al più presto, di condurre una vita normale come tutti.
Forse era a lui quella a cui pesava di più la sua attuale condizione.
Stava rispondendo all'ultima mail e poi sarebbe andato a casa, la sua tranquillità venne spezzata dall'arrivo di un messaggio.
Era stato invitato ad una riunione di classe, appena lo lesse iniziò a tremargli la mano.
Il telefono gli scivolò dalla mano cadendo sopra alla scrivania, i ricordi riaffiorarono, le grida di aiuto che non sono furono mai ascoltate, o semplicemente ignorate.
Il vuoto, la rabbia cresceva, la paura con lei, gli occhi si riempirono di lacrime.
Il fiato gli fu strappato via, il petto iniziò a duogliergli, si mise una mano sopra il cuore cercando di calmare quei battiti assordanti.
Stava rivivendo il passato, il giorno che diede inizio a quell'inferno di cui i mostri erano milioni di germi.
Le risate di sottofondo che coprivano i suoi singhiozzi, le parole che uscivano taglienti, la cattiveria che gli avevano riservato, ma lui non aveva fatto niente per meritarla.
Sentiva tutto così bene, fin troppo.
La crisi di panico stava iniziando a possedere il suo corpo e si stava prendendo anche la mente.
Jin sapeva della brutta abitudine del fratello di stare in ufficio fino a tardi, passò di lì e vide infatti la sua macchina.
Fece il giro sul retro e digitò il codice per accedere, andò verso il suo ufficio, voleva infastidirlo.
Si aspettava di tutto tranne la scena che si trovò davanti, suo fratello che cercava aria, con la mano sul petto piegato in due sulla scrivania.
Si disinfettò le mani, sapeva che stava avendo un attacco di panico, doveva essere cauto e non far peggiorare il suo stato.
Se lo avesse abbracciato senza pulirsi il suo io interiore lo avrebbe fatto allarmare ancora di più.
Si avvicinò, lo aiutò ad alzarsi e lo portò sul divanetto, lo abbracciò e lui iniziò a piangere.

Gli sussurrò all'orecchio.

"Ci sono io con te, va tutto bene Jimin, io sono qui, non aver paura ti proteggo io".
Ogni volta che lo vedeva in quello stato gli arrivava una pugnalata dritta al cuore.
Sapeva cos'era che lo aveva trasformato così, ogni giorno pregava che chi avesse ridotto suo fratello così subisse la metà del dolore che gli avevano inflitto.
Il respiro iniziò a tornare regolare, il battito si calmò, le lacrime smisero di scendere.
Jimin sciolse l'abbraccio e lo guardò, non riuscì a dire niente, stava uno schifo.

"Ti porto a casa io stasera, domani ti porterà Hobi a lavoro".
Gli disse dolcemente Jin abbracciandolo.

Jimin annuì, chiuse la ditta e andò verso la macchina di suo fratello.
Durante il tragitto osservò fuori dal finestrino, perso nei suoi pensieri finché non arrivò al suo appartamento.
Jin voleva fermarsi per la notte ma Jimin gli disse che il peggio era passato, ora stava bene e non doveva preoccuparsi, lo ringraziò e lo abbracciò prima di salutarlo.

I suoi fratelli gli avevano sempre dato la forza per affrontare il peggio, soprattutto Jin che sostituì i loro genitori prendendosi cura di lui e di Nam.

SHINY (Vminkook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora