Anatole e Pierrick si addentrarono nel bosco e dopo uno sguardo d'intesa impugnarono i rispettivi pugnali di legno. Al loro passaggio, nel silenzio che li circondava, le foglie secche sotto le scarpe facevano un gran chiasso mentre la luna saliva in cielo.
«Se arrivano uno o più lupi, cosa facciamo? Lasciamo la carne o li affrontiamo?» chiese Pierrick ansiosamente. Fortunatamente però nessuna bestia li avvicinò.
«Dovremmo essere quasi arrivati, ancora una mezz'ora al massimo. Andiamo lenti come lumache, carichi di questi sacchi.»
«Zitto!» lo interruppe Anatole, indicando una sagoma davanti a loro. «Oh no, non ci posso credere... È il vampiro!» continuò. «Non ci ha ancora visti, sicuramente sta cacciando. Se ci trova per noi è finita.»
«Osserva! I lupi... I lupi gli stanno portando animali appena uccisi. Forse il lupo che abbiamo visto nel pomeriggio cacciare le pecore stava eseguendo i suoi ordini. Deve avere una qualche forma di controllo sui lupi» disse Pierrick facendo istintivamente un passo indietro.
— CRACK! Un ramo secco si spezzò sotto il suo peso.
La sua faccia divenne più pallida di quella del vampiro e gli si ghiacciò il sangue nelle vene. Grazie alla filtrante luce della luna videro chiaramente l'essere girarsi e iniziare a correre verso di loro, seguito da un branco di bestie feroci.
«Corri!» urlò Anatole. Il panico e l'adrenalina li aiutarono a correre più veloce, ma dovettero comunque mollare due sacchi su tre che li appesantivano.
I lupi si gettarono sulla carne ed il vampiro si distrasse quanto bastò loro per far perdere le proprie tracce. Dopo una lunga corsa, arrivati al portone, rifletterono che tutto sommato era stato un buon affare perdere un po' di carne per aver salva la vita.
«Manipola le menti dei lupi. Ci mancava solo questa!» si lamentò Pierrick aprendo il portone.
Dopo averlo chiuso, scesero le scale barricandosi nel laboratorio. Per tutta la notte il pensiero di quell'orribile esperienza nel bosco li tenne entrambi svegli. Alle prime luci dell'alba uscirono dalla porta e risalirono nel salone principale del castello.
«Obiettivo di oggi?» mormorò Pierrick mentre con fatica apriva le due metà del portone per far entrare la luce del sole.
«Non saprei. Potremmo...» si interruppe Anatole spalancando gli occhi.
Un'intera guarnigione di gendarmi era schierata davanti a loro. Anatole mise le mani in alto senza dire niente, ammutolito.
«State fermi!» urlò a gran voce il presunto comandante.
Anatole diede un colpetto con la gamba al giovane Pierrick come invitandolo ad alzare anch'esso le braccia.
«Buttate tutte le armi o quant'altro avete addosso!»
«Ma noi non...»
«Buttate tutto quello che avete addosso!» ripeté deciso il comandante.
Mentre tutti i gendarmi stavano puntando loro addosso i fucili, i due estrassero dalla cintura i pugnali di legno gettandoli a terra.
Anatole e Pierrick si domandarono il perché avessero mandato un'intera guarnigione di gendarmi solo per catturare tre criminali (ovviamente non potevano ancora sapere che Victor era morto).
«Non abbiamo intenzione di fuggire. Non fateci del male!» li supplicò Pierrick.
«Chi è lo stregone? Chi tra voi due?» urlò il comandante.
«Di cosa sta parlando, monsieur?» domandò Anatole.
«Sappiamo che questa è la residenza di un individuo dedito alla stregoneria. Chi di voi è lo stregone? Parlate, o spariamo!» ribatté il comandante.
«Noi stiamo cercando di scappare proprio da lui» intervenne furbamente Pierrick. «Voleva costringerci a fare delle brutte cose. Non siamo riusciti a scendere in città perché il sentiero e la foresta sono infestati dai lupi. Ringraziamo il cielo che siate arrivati!»
«E dov'è adesso lo stregone?»
«Dovrebbe essere in una delle camere da letto» rispose Pierrick al comandante indicando le scale che salivano ai piani superiori.
«Grazie signori e scusate i nostri modi. Se riusciremo a catturare quel servitore di Satana verrete ricompensati adeguatamente per averci aiutato.»
I due compari si scambiarono uno sguardo complice, Pierrick aveva salvato la situazione.
«Per precauzione comunque starete qui con due dei nostri a sorvegliarvi» concluse il comandante.
Anatole e Pierrick videro così la guarnigione attraversare il salone e salire le scale scomparendo dietro l'angolo. Tutto sembrava procedere senza problemi fino a quando l'intero castello cominciò a risuonare di urla disperate e spari ripetuti.
Anatole e Pierrick capirono che i soldati erano incappati nel vampiro e pregarono tanto che ce la facessero ad ucciderlo. Il presunto combattimento durò però pochissimo, poi il castello cadde in un profondo silenzio.
I gendarmi rimasti a sorvegliare i due compari scapparono lontano terrorizzati. Udirono poi un gemito e un rumore di passi pesanti scendere le scale. Davanti a loro si presentò infine il vampiro.
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Il Vecchio Castello
HorrorIl Vecchio Castello è il secondo romanzo breve autopubblicato di Tommaso Valsecchi, classe 2006. Azione, rischio, mistero e paura sono gli elementi essenziali di questo racconto lungo ambientato nella Francia della prima metà del '700. Anatole, Pier...