Capitolo VII

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Anatole e Pierrick dormirono profondamente senza che alcunché li allarmasse, rintanati in quell'unico e piccolo posto sicuro del castello. Di buon mattino si destarono udendo bussare con forza al portone.

«Lo senti anche tu?» mormorò Pierrick alzando la testa.

«Lo sento, lo sento eccome. Dobbiamo andare a vedere» esclamò Anatole raggiungendo la porta del laboratorio.

Pierrick lo seguì e insieme uscirono dal locale lentamente, assicurandosi dell'assenza della creatura. Mentre salivano le scale verso il salone il bussare continuava. Aprirono dunque il portone, che nel silenzio del castello scricchiolò rumorosamente, e si trovarono davanti un giovane in divisa che riconobbero come quella usata dal servizio postale.

«Monsieur Ludovic Juder?» domandò guardando Anatole.

Dopo un attimo di esitazione, Anatole decise di fingersi il proprietario del castello sperando di risolvere in fretta la questione.

«Sì, sono io» rispose con tono grave e deciso, alzando il mento.

«Buongiorno. Monsieur Arnaud Lacroix le invia questa lettera» riferì il postino consegnando una busta nelle mani di Anatole.

«Molte grazie. Vediamo un po' cosa mi scrive...» disse Anatole con sicurezza.

Dopo un cenno di saluto anche a Pierrick, il ragazzo si rimise in spalla il borsone delle lettere e se ne andò via trotterellando e fischiettando un motivetto.

Pierrick prese dalle mani di Anatole la busta aprendola immediatamente. Proveniva da Reims, a nord della Francia. Cominciò a leggerla ad alta voce.

«Caro Ludovic,

dopo anni di ricerca e tentativi, circa due mesi fa sono infine riuscito a strappare dalla sua dimensione una strana creatura e intrappolarla qui nel nostro mondo. I tuoi calcoli hanno funzionato alla perfezione e perciò ti ringrazio molto. Ho sentito che in Transilvania girano leggende riguardanti dei cosiddetti "vampiri" e mi sono documentato a riguardo. Queste creature che dicono si aggirino laggiù sono praticamente la descrizione esatta di quella che tengo prigioniera nel mio laboratorio. Così ho dedotto che questi "vampiri" sono sicuramente delle creature giunte nel nostro mondo dalla dimensione che tu hai scoperto e che entrambi abbiamo aperto. E se fosse per colpa nostra che hanno varcato la soglia delle dimensioni? Non ho modo di rispondere a questa domanda, dobbiamo trovare insieme una soluzione.

Prendiamo comunque atto che queste creature sono chiamate "vampiri". Ti riporto di seguito tutte le mie conoscenze su questa creatura a seguito delle osservazioni annotate durante i diversi esperimenti che ho eseguito.

Apparentemente sembra un essere umano, dotato di canini estremamente affilati che usa per lacerare e quindi succhiare sangue dalla vena giugulare esterna. Il vampiro presenta una pelle molto pallida, ipotizzo poiché il suo corpo consuma sangue in grande quantità per ottenere energia vitale. Per questo motivo molto spesso deve andare a caccia di prede da prosciugare, così da assumerne continuamente il sangue necessario alla propria sopravvivenza.

Altra stranezza che ho scoperto con grande sorpresa è che la luce diretta del sole può letteralmente incenerirlo. Dopo pochi istanti di esposizione la pelle comincia ad arrossire e dopo pochi minuti addirittura a vaporizzarsi e a bruciare. Ipotizzo che in circa un'ora l'intero corpo possa carbonizzarsi e ridursi in polvere. Una morte atroce.

Il suo corpo comunque è molto resistente e se colpito o ferito anche gravemente si rigenera velocemente come nuovo. Oltre alla luce diretta, ho scoperto che solo due sostanze lo possono uccidere: il legno e l'argento. Se ferito gravemente con una di queste due sostanze, il suo corpo non si rigenera. Anzi, un paletto di legno conficcato nel cuore (la creatura presenta un'anatomia molto simile a quella umana) lo uccide all'istante, così come una pallottola d'argento in un organo vitale. Se colpito in punti non vitali comunque la rigenerazione è molto lenta e dolorosa per l'essere.

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