La Statua Della Libertà.

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Yev è abbastanza insistente sul fatto di voler vedere la statua della libertà e i suoi due papà decidono di accontentarlo.

"Papà! Papà! Papà!"
I risvegli di Mickey consistevano in questo, da quando quel marmocchio era entrato in casa loro.
Yevgeny si buttava addosso a Mickey e a Ian, iniziando a saltare sul letto.
Quella mattina anche fu così.
Yev stava strattonando Mickey per il collo, e Ian nel frattempo rideva, afferrando il piedino del bambino e facendogli il solletico. Questo fece agitare ancora di più Yevgeny che insistette a torturare Mickey per farlo svegliare.
"Bamboccio, buongiorno."
Rispose finalmente Mickey con lo sguardo assonnato, e sbadigliando fino a mostrare le corde vocali.
"Finalmente!"
Disse Ian prendendolo per un braccio e baciandogli la spalla.
"Vi prego, staccatevi da me, non riesco quasi a respirare." Constatò Mickey ma non venne prese sul serio dagli altri due, perchè lo disse sorridendo.
Yevgeny scese dal letto e corse via, tornò dopo qualche secondo con una statuetta in mano.
"Papà, la riconosci questa?"
"Si, è la Statua Della Libertà, sono ignorante ma fino ad un certo punto, marmocchio."
"Ian me l'ha comprata ieri."
Mickey guardò Ian.
"Lo sai che non è la vera Statua Della Libertà quella, vero?"
"Lo so, papà, stupidone, quella vera è moolto più grande." Rispose Yev gesticolando con le mani.
"Mick, ieri Yevgeny mi ha chiesto se potevamo portarlo a vedere la vera Statua Della Libertà."
"Si papà, ci andiamo?"
"Oh, Yev, c'è una marea di gente per arrivarci ed è estate, si muore di caldo..."
Si girò e vide Ian che lo guardava con uno sguardo di disapprovazione e dall'altra parte Yev con degli occhi da cucciolo smarrito.
"Okay, va bene, avete vinto."
"Grazie papà!" Urlò Yev dandogli un enorme bacio sulla guancia destra.
"Ci andiamo oggi, vero?" Chiese Yev euforico.
"È domenica, ci sarà tantissima gent.."
"Certo che ci andiamo oggi!"
Rispose Ian tagliando fuori il discorso di Mickey, e dando una pacca sul sedere al bambino.
"Vatti a preparare, dobbiamo arrivare il prima possibile se vogliamo fare meno fila!"
Yev corse via, lasciando i due fidanzati da soli.
"Perchè devi fare il papá permissimo sempre?"
"E tu perchè devi fare sempre il papà rompi palle?"
"Touchè."
I due si guardarono.
"Dici che abbiamo tempo per un pò di coccole mattutine?"
Mickey si girò verso la porta e si alzò per chiuderla a chiave.
"Direi di sì."

I tre uscirono più o meno un'oretta dopo, Mickey e Ian già stremati a causa dei 2 round di sesso della mattina, e Yev pimpante e carico con la statuetta della libertà in mano.
"Ma ci si può salire sopra la statua?"
"Se c'è poca gente sì, tesoro."
Gli rispose Mickey dandogli un bacio sulla testa.
Presero la metro e per le 10 erano in fila per il traghetto.
Ian prese Yev sulle spalle e gli indicò la statua.
"Ma è piccola!"
"Perchè siamo lontani! Quando saremo lì sotto vedrai quanto è grande." gli rispose mickey strizzandogli la gamba.
Riuscirono a prendere il traghetto dieci minuti dopo e si sedettero fuori.
"È bellissimo!"
Yev era completamente catturato da quell'enormità che era la statua della libertà.
Ian guardò maliziosamente Mickey e poi disse a Yev che dovevano andare un attimo in bagno.
"Tu rimani qui, capitano."
Gli disse Mickey, ma Yev era talmente preso dalla statua che neanche li aveva sentiti.
Si diressero in bagno, ridendo come due adolescenti.
"Seriamente? Siamo così giovani da fare sesso in bagno?"
chiese Mickey baciando la schiena di Ian.
"Siamo appena più che ventenni, certo che siamo così giovani."
Si chiusero nel bagno, che era piccolo quanto uno sgabuzzino, ma a loro poco importava.
Si sbottonarono e abbassarono i pantaloni, non potendo fare altro dato il poco spazio e tempo.
Ian spinse Mickey contro il muro, avvinghiando le sue gambe contro i suoi fianchi, e dopo una dovuta preparazione, iniziò a penetrarlo.
Mickey nel frattempo con una mano stringeva il collo di Ian e con l'altra esplorava i suoi addominali, cosa che amava fare, perchè cazzo se aveva dei begli addominali.
Ian lo stringeva e gli tappava la bocca baciandolo, perchè quando era molto eccitato, quindi in generale sempre con Ian, poteva essere molto rumoroso.
Vennero entrambi in cinque minuti, si sciaquarono e si ricomposero.
Raggiungero Yev che era ancora con gli occhi strabuzzati, e dopo un paio di minuti attraccarono.
I due presero il bambino per mano, facendolo volare ogni tanto, mentre lui rideva beato e contento, avvicinandosi sempre di più alla statua.
Si fecero fare un paio di foto con il telefono di Mickey, che mise come sfondo.
E mentre Yevgeny gironzolava sotto la statua felice come una pasqua, Ian ancora stava guardando lo sfondo di Mickey per poi sussurrargli in un'orecchio: "devi ammettere che hai una bella famiglia."
Mickey lo guardò.
"La più bella."

New York, oh New YorkTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon