capitolo 4 ~Jason

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-Jason


La guardo, e più la guardo più mi sento felice.

I suoi occhi sembrano quasi che mi parlino.

Brillano ed il suo sorriso mi riscalda il cuore, da tempo solo di pietra.

Amo questa vicinanza fra i nostri corpi.

Devo ammetterlo, mi sento protetto fra le sue braccia.

Forse non lo sa, ma mi sta salvando dai miei demoni.

La conosco solo da un giorno ma mi sembra da sempre.

Quando stamattina i miei demoni hanno avuto il sopravvento su di me, lei era là.

Non è scappata, anzi mi ha calmato...

La prima ad esserci riuscita...

La prima ad essere rimasta... nonostante tutto...

Era calma e sapeva cosa fare... come se anche lei avesse dei demoni che potrebbero sopraffarla in qualsiasi momento...

«Mmh... ti va di parlare?» le chiedo, insicuro.

Spero tanto in una sua risposta affermativa... ho voglia di sentire la sua voce, di conoscere qualcos'altro di lei, del suo passato, della sua vita...

«Certo.

Potremmo farci una domanda a testa?» propone e mi sembra un'ottima idea.

«Chi inizia?»

«Tu.» mi dice sorridente.

Ci penso un attimo.

«Hai fratelli o sorelle?»

I suoi occhi si scuriscono di colpo, allora con calma le accarezzo la guancia e  tornano finalmente come prima.

Sembra che il mio tocco la calmi e questa cosa mi scalda ancora di più il cuore...

«Avevo una sorella ed un fratello, erano gemelli.» mi dice.

«Io... posso sapere cosa gli sia successo? C'è... se non vuoi non ti preoccupare...» balbetto ed in più aggiungo subito le ultime parole...

Non credo sia facile parlarne e io non voglio vederla soffrire...

Se si sentirà pronta di raccontarmelo lo farà , altrimenti aspetterò...

Non vado via...

Però mi sorride.

Un sorriso rassicurante.

Un sorriso che ricambio immediatamente.

«I miei genitori erano tossicodipendenti. Si facevano di roba pesante e spacciavano.

Un giorno tornarono a casa strafatti.

Io ero sul divano con mio fratello e mia sorella.

Ero tornata a casa per un riposo tra una missione è l'altra.

Avevo voglia di stare un po' con i miei fratellini...

Li ho sempre amati tantissimo... sin dalla loro nascita...

Era tardi e quando arrivarono avevano una pistola.

Non mi avevano ancora notata.

Urlarono e spararono ai gemelli. Io presi la mia pistola e gli intimai di posarla a terra...

Non mi ascoltarono e spararono di nuovo, questa volta nella mia direzione...

Schivai i colpi e sparai... morirono su colpo.

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