capitolo 6 ~Jason

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-Jason


La guardo mentre solleva dal colletto il ragazzo biondo.

Non avrei mai pensato che potesse avere tutta questa forza...

La fisso e solo ora mi accorgo che i suoi occhi non sono più azzurri...

Sono diventati scuri...

Molto scuri...

Quasi neri...

Neri come la pece...

Neri come il buio in cui è imprigionata...

Neri come il buio che la circonda...

Neri come la sua vita...

Neri come la sua anima...

Ascolto le sue parole... le parole che rivolge a quei tre... sono dure, fredde, prive di qualsiasi sentimento... tranne che la rabbia...

Molla la presa sul colletto del biondo, il quale cade a terra, in ginocchio.

I tre nuovi detenuti scappano via e lei anche se ne va...

La seguo con lo sguardo e la vedo sedersi su una poltrona di pelle bianca... la vedo perdersi a guardare il paesaggio fuori dalla finestra sbarrata di questa merda di prigione...

«Voi... voi avete visto i suoi occhi...? Non era solo una mia impressione... vero?» chiedo insicuro.

La mia voce trema... ma non dalla paura... non potrei mai avere paura, non di lei... ma sono sorpreso... molto sorpreso...

«Hai paura di lei?» mi chiede Tailor, cauto.

Fisso i miei occhi nei suoi, così che possa capire che non stia per mentire.

«No. Non potrei mai avere paura di lei. Sono solo sorpreso... e anche un po' preoccupato...» dico sinceramente.

Annuisce in risposta e nessuno parla per un po'.

«Beh... le succede ogni volta che si arrabbia... e lei... lei è molto irascibile...» mi spiega poi Mattheo ed io annuisco.

«Va da lei.» mi dice Alex e gli altri tre concordano annuendo.

Mi giro e mi avvicino lei.

Ha tirato le ginocchia contro il petto, sopra la poltrona, ma ha le braccia a circondarle le gambe ed il mento appoggiato sulle ginocchia...

Lo sguardo è ancora posato sul paesaggio immenso, all'infuori della finestra che ci separa dalla libertà ...

Mi metto davanti a lei, le slego le braccia, la prendo a mo' di sposa, la sollevo e mi siedo, mettendola seduta sulle mie cosce.

Si rannicchia con il corpo contro il mio petto e mette la testa nell'incavo del mio collo.

Le accarezzo dolcemente i capelli e le lascio un tenero bacio sulla nuca, posando le labbra sui suoi bellissimi capelli.

«Quando sarai pronta, io sarò qui per sentirti...

Sarò qui per sentirti, sempre...» le sussurro dolcemente all'orecchio.

«Grazie.» mi dice dopo un po', spezzando il silenzio che aleggiava su di noi.

«Di cosa?»

«Di essere qui...

Di volermi ascoltare...

Di perdere tempo con me: una ragazza che non spera più, circondata dal buio...» mi dice, ora con gli occhi fissi nei miei.

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