Quando nasciamo, incontrando la luce del mondo, il viso ci si riga di lacrime.
Scoppiamo in un pianto inutile, producendo lamenti disperati mentre ci viene strappato via pian piano quello che avevamo.
Si perché, se notate, i neonati nascono con i pugni chiusi.
Stringiamo con le manine rosse l'innocenza, la curiosità verso il mondo e la gioia dipinta di purezza con cui veniamo messi al mondo.
Poi, per qualche strana ragione, veniamo spinti fuori dalla nostra bolla. Usciamo dalla nostra zona confort e ci scontriamo con quella che è la vita reale. E ci vediamo costretti a crescere.
E' l'unico modo che abbiamo per resistere, per combattere, nonostante i nostri pugni ora siano vuoti.
Ecco come erano le mani di Harry in quel momento: chiuse, a pugno. Strette intorno alla pelle del divano, sudaticce e tremanti per l'ansia che ormai lo avvolge come se fosse in una sauna.
<<Harry? Sei con me?>>
Si lecca le labbra, sentendole improvvisamente secche a causa delle parole che graffiano invano per uscirgli dalla gola.
Volta appena la testa, lentamente, guardando fuori dalla finestra. C'è un bel sole fuori, le piante sono germogliate e si sono arrampicate fino al balcone, incorniciando come se fosse un quadro la finestra con boccioli rosati.
L'omoga è dell'idea che noi nasciamo ricoperti di fiori.
Che i pugni siano chiusi o meno, lui ha questa visione romanzata della nascita vissuta come una canzone di Vasco in cui il bambino è morbidamente avvolto da piante. La vita però, è come il vento di quel mese.
Ti si sbatte addosso come una bufera in pieno oceano.
Ti sballotta, fa cadere i petali di fiori. La tua pelle si ricopre di brividi mentre senti la pianta attorcigliarsi al tuo corpo e stringere fino a soffocarti, lasciandoti immobilizzato al suolo.
<<Harry, caro, sono qui per aiutarti. Ma se non parli, non so davvero come farti uscire da questa situazione.>>
Eccolo com'è Harry in quel momento: immobile, impotente.
I ricciolini gli ricadono sul viso mentre scuote la testa, guardando il suo grembo vergognoso e rifiutandosi di parlare con la donna.
Aprile, è sempre stato uno dei suoi mesi preferiti. Tutto rinasce. Tutto. O meglio, tutto quello che può.
<<M-mi dispiace>> sussurra dopo un po' <<Ma non so cosa dirle.>>
<<Be', potresti dirmi cosa hai fatto negli ultimi giorni.>>
Harry apprezzò particolarmente il fatto che non gli avesse chiesto come si sentisse, ma sapeva che lo aveva fatto per praticità siccome sul suo blocchetto non avrebbe annotato niente.
Nonostante ciò, mi sento costretta a ripetermi, lo apprezzò. Non aveva però la forza di sorriderle, il che era un problema che andava a sminuire la sua capacità di comunicazione, nella quale rientrava la costanza nel ringraziare le persone sorridendo.
<<Negli ultimi giorni...>>
Stira appena il collo, in modo da non essere troppo scomodo in quella posizione, ma riuscire ugualmente a godersi la vista di due uccellini che si appoggiano sulle tegole del tetto difronte.
<<Io...>>
" <<Harry.>>
Niall bussò talmente forte alla porta e con tanta insistenza (contando che era un rituale che si ripeteva ogni tot ore) da farsi sanguinare le nocche.
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L'alpha che non voglio
FanfictionALPHA CHE NON VOGLIO+SEQUEL INCLUSO Harry detesta essere un'omega e a ricordargli a che gerarchia appartiene ci si mettono anche i suoi genitori che gli danno un ultimatum: trovare un alpha entro tre mesi. Il dolce omega si imbatterà in Louis, alph...