2 ore.

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Erano passate già due ore da quando quell'ascensore si era bloccato, forzando Goku e Vegeta a rimanere in una piccola stanza e a stretto contatto, cosa che ovviamente il secondo dei due detestava dal profondo. Rimasero in silenzio a meditare finché anche quello non sembrò stancarli, finché ogni minima ombra di quel posto non risultò ovvia, perché non potevano far altro che aspettare notizie da parte di Bulma o sperare che la voce del tecnico si potesse sentire attraverso le porte sbarrate. Nonostante ciò, nessuna delle due opzioni sembrò pendere a favore della coppia, e in quel silenzio che si era creato gli restava solo da riflettere su cosa potessero fare una volta fuori.

Goku aveva fantasticato su una porzione così grande di gelato da potergli coprire la testa, di tanto in tanto - quando posava lo sguardo sul compagno di disavventure - fantasticava su ben altro per poter passar il tempo, ma decise di reprimere il tutto in un angolo molto nascosto della sua mente, una sorta di scatola in cui conteneva ogni occasione in cui si era trovato a far sesso con Vegeta. Tuttavia, per quanto si sforzasse di non pensarci, quel luogo chiuso e la noia lo riportavano sempre a quel desiderio malsano di saltargli addosso e farlo suo. Ancora una volta.

Lo guardò per un minuto, finché non lo vide muoversi leggermente, e temendo che potesse coglierlo in flagrante voltò lo sguardo al passamano lucente, che sembrava poter vibrare di quel luccichio argenteo che la luce provocava. Pensò a quanto sarebbe stato ancor più bello se avesse preso il Principe a cavalcioni e lo avesse posato su quel corrimano mentre ci si strusciava sopra. Si maledì subito dopo.

Si domandò perché ci stesse pensando in quel momento, non che non ne avesse la piena consapevolezza poi, in fondo Vegeta era un bell'uomo e gli piaceva da morire. Il loro passato ne era la prova, visto che avevano costruito qualcosa di molto più accattivante nella loro amicizia, da quando Babidy aveva preso il controllo su di lui. Glielo aveva anche detto, una delle prima serate passate a letto insieme, gli aveva confessato - mentre fissava il soffitto cercando di riprendere fiato - che con quel fare così crudele era estremamente eccitante. E Vegeta gli aveva risposto che lui era sempre estremamente eccitante.

Fatto sta che ancora una volta non capì perfettamente perché quei pensieri fossero comparsi nella sua mente proprio allora, in modo così inappropriato, ma diede la colpa alla noia e al fatto che gli indumenti dell'uomo di fronte a sé fossero strappati in ogni dove, lasciando intravedere parti del corpo che avrebbe voluto osservare meglio.

«Mi viene da ridere a pensare che proprio ieri ho letto una notizia su una rivista di Chichi che trattava di questa faccenda.» disse Goku.

«Che faccenda?» chiese Vegeta.

Aveva steso le gambe per stirare un po' i muscoli intorpiditi, ma si accorse ben presto che quel minuscolo spazio non sarebbe bastato neanche a distendere le gambe di Pan, la più piccola della famiglia di Kakaroth.

«Quell'articolo diceva che una coppia su dieci bloccata in ascensore finisca per far sesso!» spiegò risoluto, a suo agio, per quanto quella notizia lo mettesse in agitazione. Avrebbe voluto che fossero loro quella coppia.

Ecco da dove derivavano quei pensieri, pensò Goku, la rivista di ieri!

A Vegeta andò di traverso la saliva e non seppe esattamente cosa maledire prima, se stesso, per aver pensato a cose ben troppo audaci, o Kakaroth, per quei discorsi che non avevano né capo né coda. Lo fissò per un breve istante, scoprendosi osservato a sua volta, a causa di quella tosse apparsa da un momento all'altro.

«Qualcosa non va?» chiese Goku poco dopo.

«Le tue stupidaggini mi faranno morire!» sbottò di rimando. «Ti pare un argomento da affrontare ora?!»

«Perché?»

«Ti pare il momento giusto per iniziare a parlare di questo?» si lamentò sempre più irritato a causa di una serie di cose di cui Kakaroth era colpevole.

«Dico solo che capita» si giustificò l'uomo di fronte a sé con le mani poste come a doversi parare da un effettivo attacco.

«Beh, non deve capitare qui dentro!»

Goku lo guardò perplesso, perché non capiva esattamente cosa volesse dire. Poteva essere un modo per fargli intendere che fuori da quel posto avrebbero potuto farlo? O poteva anche essere un totale rifiuto? Tuttavia evitò di pensarci più di tanto - difficile a farsi - e si stese completamente in quel piccolo spazio, con i talloni sullo specchio e il fondoschiena che poggiava nel lato basso del muro in ferro. Sbadigliò.

«Sarebbe stato diverso in altre situazioni» bofonchiò tra il sonno e la veglia.

L'istinto di Vegeta nel tiragli un pugno sul naso si fece sempre più forte, dato quel modo di comportarsi così strano di Kakaroth. Ebbe quasi la voglia di chiedergli cosa quella frase avesse voluto significare mentre un velo di incomprensioni fluttuava nella mente di entrambi.

Sarebbe stato diverso, si ripeté, ma diverso per quale motivo?

Forse avrebbe dovuto riflettere anche su questo, in quella dannata giornata, in quelle due maledette ore che ormai gli stavano pesando addosso come macigni, costretto a stare in quel blocco di ferro dall'uomo che ora fingeva di dormire al suo fianco. Per lui era divertente vederlo così irritato, tuttavia strinse i pugni sul suo braccio, sfogando ancora una volta quell'irresistibile voglia di realizzare quei pensieri in maniera decisamente più artistica che rimanere lì ad aspettare il nulla. E si chiese perché mai non avesse imparato a teletrasportarsi: sarebbe stato utile in quel momento, avrebbe potuto scappare da quella situazione, per poi rimangiarsi tutto. Perché il Principe dei Saiyan non sarebbe mai sfuggito a una situazione per codardia.

Li strinse ancora, sentì dolore a un taglio poco lontano dalle sue mani.

«Dannazione!» urlò e diede un pugno al lato dell'ascensore.

Creò una conca su quel metallo, sicuramente Bulma avrebbe fatto domande e si sarebbe incazzata per bene, ma non ci volle nemmeno pensare e inserì anche quell'appunto sotto i problemi secondari che quelle due ore della sua vita stavano creando.

Ora il problema principale era levarsi dalla mente il pensiero costante che Kakaroth gli aveva inculcato. Una coppia su dieci, non potevano e dovevano esser loro dopotutto.

Goku d'altro canto non era messo così bene, non faceva altro che pensare a quella statistica, sembrava quasi che le loro menti fossero collegate in quel momento, e si maledì aver ricordato anche tale fatto, dato che - nonostante tentasse in tutti i modi di dormire - non faceva altro che pensare che alla fin fine quella stima fosse basata anche su di loro. Dopotutto, fino a dieci anni prima nulla li fermava dal far sesso in qualunque situazione. Bastava l'intimità, una situazione ideale affinché nessuno lo venisse a sapere.

Dannato Vegeta, pensò Goku.

Dannato Kakaroth, urlò Vegeta nella sua mente.

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