Outro.

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Dopo ciò che successe decisero che sarebbe stato meglio rivestirsi in fretta nel caso quel fantomatico tecnico si fosse presentato lì di punto in bianco, non sarebbe stata una buona idea trovare due uomini nudi in ascensore e non sarebbe stato conveniente per loro lasciare che quella loro "abitudine" uscisse allo scoperto proprio quando avevano deciso di riprendere a svolgere tale cosa. Tuttavia non avevano parlato molto dopo ciò, erano rimasti immobili per uno o due minuti a fissare il nulla mentre si rimettevano addosso ciò che era rimasto dei loro abiti da combattimento: Vegeta era quello messo peggio, dato che Goku non aveva fatto altro che strappare via ogni tessuto per poter arrivare prima alle cose per cui valeva la pena andare con calma, mentre quest'ultimo se l'era cavata con la maglia della tuta arancione completamente distrutta. Non se la mise.

Decisero di teletrasportarsi - finalmente - nello spogliatoio al piano inferiore della Capsule Corporation, lì dove in principio erano diretti siccome vi era lo zaino con dentro il cambio abiti di Goku, ma in fin dei conti, e dopo così tante lamentele, non si pentirono più di tanto per quella deviazione: il Principe fu il primo a entrare nello spogliatoio e accendere le luci, anche quello che si ritrovò le braccia del suo amico intorno ai fianchi solo per potergli dire quanto cazzo gli fosse mancato tutto ciò e solo per potergli strappare, ancora una volta, uno di quei sorrisi mal trattenuti.

Vegeta lo vide andare nella zona docce poco dopo, con solo un asciugamano sulle spalle e fischiettando una melodia che non conosceva, sembrava la versione maschile di Biancaneve, eppure non lo infastidiva così tanto, probabilmente era troppo concentrato per maledirlo di quel graffio che bruciava sul fianco per poter pensare a chissà cos'altro o forse, molto più probabilmente, non voleva ammettere a se stesso che anche a lui era mancato tutta quella scarica di tensione subito dopo l'allenamento, in fin dei conti vi erano quelli che preferivano i massaggi sulla schiena e chi come loro preferiva farlo in modo così schifosamente aggressivo.

Pensò fosse qualcosa da Saiyan, ne era un po' convinto, ma anche che fosse qualcosa loro... o per lo meno su questo punto ne era certa solo quella minuscola parte di lui sotterrata chissà in qualche microscopico angolo del suo corpo.

«L'acqua è bollente!» urlò Goku, sembrava una donna dal suo tono di voce.

«Mettila sul freddo, idiota... ricordati che devo essere io a ucciderti, non un po' d'acqua calda!» ribatté l'altro.

Entrando anche lui in doccia poté notare che neanche Kakaroth fosse tanto messo bene dopo quello che era successo in ascensore, gli aveva graffiato le braccia e in alcuni punti si potevano ancora vedere dei lievi segni che gli aveva lasciato: sorrise soddisfatto a quella vista, sorrise ancor più soddisfatto quando osservò la sua schiena completamente bagnata dall'acqua che gli scorreva addosso, dal sangue che diventava roseo man mano che veniva scrostato via al passaggio delle sue mani.

«Dai, Vegeta, ancora con questa storia?» si lamentò.

«Quale storia?!»

«Voglio ucciderti, bla bla bla: quel Vegeta è morto ormai, dovresti fartene una ragione!»

Vegeta lo guardò con la coda dell'occhio, Goku aveva gli occhi chiusi mentre si lavava i capelli, e fortunatamente non ebbe la possibilità di guardare il suo volto subito dopo aver risposto a quella domanda. Non si sentiva cambiato, si sentiva tollerante, non propenso a uccidere l'intero universo sette e questo era diverso da ciò che Kakaroth intendeva. Tuttavia non poteva biasimare che l'incontro con quell'idiota, con Bulma, i figli e tutto il resto avessero messo un punto ben significativo a quello che era stato fino a poco tempo prima. Certo, quel traballante punto che non fermava di certo la sua stronzaggine, ma di certo un bel punto.

«Tsk!»

Goku fu il primo a finire, ma rimase a parlare con lui finché quelle parole non sfumarono nel silenzio. Sapeva che l'altro odiava quei silenzi, ma delle volte servivano a entrambi.

Sistemò meglio le braccia su quel muretto che li divideva, per poi prendere un profondo respiro.

«Ti amo.» sussurrò Goku.

Vegeta si bloccò dal lavarsi il petto per poi voltarsi verso di lui.

«Cosa?!» urlò, fortunatamente non aveva capito sul serio.

«Niente! Ho detto: "è ora, andiamo!"» recuperò subito, nel totale panico.

Si rivestirono in silenzio finché non fossero del tutto pronti per mettersi faccia a faccia con l'ira di Bulma - non sarebbero mai stati pronti a ciò - che scaltra come una volpe gli avrebbe ricordato del teletrasporto senza accettare ragioni, nonostante questo si teletrasportarono di fronte al mercatino scoprendo molta più gente e chiasso di quanto nel laboratorio potessero percepire.

Videro bambini in ogni dove correre come razzi, Mr Satan che gli correva dietro impacciato e MajinBu che aveva abbandonato il suo piccolo lavoro per andare a mangiare l'impensabile da Chichi, videro infine Bulma che distribuiva volantini per far si che quella beneficienza potesse essere un qualcosa da poter rinnovare il mese prossimo.

«Sto morendo di fame!» si lamentò Goku con annesso brontolio dello stomaco.

Si diressero verso Chichi, sfortuna che per andare al suo banchetto dovevano per camminare di fronte e Bulma.

«Voi due! Che fine avete fatto?!» urlò Bulma, il dito rivolto nella loro direzione. «Aspettavamo voi per spostare quei macigni, ho dovuto chiedere aiuto a Gohan per farlo!»

«Vedo che te la sei cavata anche senza di noi!» commentò acido Vegeta.

«Vegeta, io non penso sia una buona idea farla arrabbiare ancora di più!» sussurrò Goku.

«E i gonfiabili? Due ore di ritardo! Due ore!» inveì.

«Non dovresti lamentarti di due ore, siamo stati sei ore ad aspettare il tuo tecnico!» ribatté il marito.

«Il tecnico?» rispose Bulma confusa.

«Beh... ti abbiamo chiamato stamattina, ricordi?» domandò Goku.

Il viso di Bulma divenne rosso di imbarazzo e riuscì a far uscire fuori solo una piccola risata, per poi coprirsi sotto quei volantini che fino a poco prima stava distribuendo. La dimenticanza della donna era ciò a cui stesse pensando da quando aveva attaccato quella chiamata con il marito e di cui aveva sempre rinviato di cinque minuti: il mercatino l'aveva completamente inondata di impegni.

«Giusto, giusto... me ne son dimenticata.» ammise con un momento di difficoltà che durò pochi secondi. «E comunque potevate usare il teletrasporto!»

Vegeta lo sapeva che Bulma non avrebbe lasciato andare un dettaglio simile, ma il fato volle che Goten andasse da loro per smorzare la situazione.

«Papà, io e Trunks abbiamo venduto ogni cosa!» gli disse con un sorriso a tutti denti.

Goku lo guardò con lo stesso sorriso entusiasta, per poi scompigliare i capelli già disordinati, dettaglio di famiglia pensava sempre. Crescendo era riuscito ad arrivare alla sue spalle in altezza e sembrava poter crescere ancor di più, forse quanto il fratello, e in qualche modo - per diverse ragioni - gli ricordava Radish per i capelli lunghi sulle spalle in primis.

«Siete stati fantastici!» si complimentò. «Ma ora dimmi che mamma ha cucinato qualcosa di buono! Non ho fatto neanche il terzo spuntino stamattina!»

«Nessuno ha mangiato il polipo reale, è tutto lì che ti aspetta!» disse Goten radioso.

Lo guardò felice come una Pasqua e poco dopo si voltò verso Vegeta che osservava la scenetta famigliare, provava orgoglio per quello che l'amico avesse costruito nella sua vita privata con Chichi.

«Allora io vado, ci vediamo domani... per gli allenamenti, vero?» Disse a Vegeta con un sorriso.

Lui annuì in risposta.

Ora c'era solo una cosa da capire: avrebbero veramente usato la Stanza dello Spirito e del Tempo per allenarsi?

6 ore di ritardo!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora