New Haven

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Era Sabato e il giorno prima ero andata a comprare il vestito con Will come piace a mio padre, un completo rosso chiuso.
Mancava mezz'ora all'incontro con il "mio" accompagnatore e stavo preparando grazie all'aiuto di Will le valigie.
Portai il vestito ovviamente un pigiama i trucchi e un paio di scarpe con tacco e poi i soliti vestiti di tutti i giorni.
Pensai anche solo per un secondo di non andarci ma poi pensai alla macchina e a quel povero cristiano e cambiai idea.
Magari è pure figo così mi facevo una bella scopata.
Sentì bussare alla porta e presi la valigia controllai il telefono ed era in anticipo.
"Meg ti chiamerò ogni ora per accertarmi che non verrai stuprata ok?"
"Si Will, mi mancherai" mi fiondai ad abbracciarlo e a scoccargli un bacio sulla guancia.
Poi andai alla porta e la aprii e vidi un ragazzo di spalle alto e muscoloso che fumava una Winston, un buon segno.
"Ciao sono Megan Jackson" tesi la mano.
Lui butto il mozzicone per terra e  si girò ed era Nathan, povero cristiano un cazzo.
"Non ci credo" dico e vedo con la coda dell'occhio Will avvicinarsi e scoppiare a ridere.
"Ciao Megan sono Nathan Hale ma mi sembra di conoscerti"
"Mi stai prendendo per il culo"
"Ti pare che ti sto prendendo per il culo?"
Guardai Will che faceva una faccia tipo "cosa puoi farci".
"Va bene andiamo ma non mi rivolgere la parola"
Prende la mia valigia dalle mani e si indirizzò verso la macchina.
Scambio uno sguardo a Will del tipo "aiutami" e lui rise.
Andai nella sua Mercedes e mi sedetti nel sedile posteriore.
Poi mise in modo e alzò la musica partimmo e io chiamai Dean.
Dopo il terzo squillo rispose
"Pronto?" Sentì la voce leggermente più profonda dell'ultima volta.
"DEAN" urlai e vidi con la coda dell'occhio Nathan fissarmi.
"Oh Lea, pronta per stasera?"
"Oh sai che non lo sono ma per vedere te e Charly si."
"Non vedo l'ora di vederti"
"Ah mi fai un favore" dissi abbassando drasticamente il tono di voce.
"Spara"
"Potresti dire agli altri di chiamarmi Megan" dissi sussurrando.
"Ok, Megan"
"Ci vediamo stasera"
"Ok ciao Lea"
"Megan" lo corressi e poi misi giù.

"Perché sei venuto?" Chiedo rompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.
"Quindi adesso posso parlare?" Disse guardandomi.
"Solo se ti do il consenso e io ora te lo do"
"Niente avevo una giornata libera e non ho mai visto New Haven quindi ho preso la palla al balzo"
"Si come no" dico guardando fuori dal finestrino.
"Cosa intendi dire?"
"Bhe sicuramente avrai avuto da fare non hai una festa o stronzate varie"
"Si ma come ho detto volevo vedere New Haven"
"Dovrò aspettarmi un attacco da parte di una bionda al mio rientro?" Dico girando la testa e guardandolo.
"Io ho la bocca chiusa e finché non sa che sono con te siamo a posto"
"Ah allora è per lei che non si sei fatto ne vedere né sentire?"
"Allora è questo il problema?"
"Il problema è che ti ho quasi fatto un pompino e tu non hai detto una parola da quel giorno, avrei preferito che dicessi una cosa qualsiasi cosa, cazzo, che sia stata un saluto o una battutina di merda"
Smetto di guardarlo girandomi al finestrino e prendendo fiato dato che ho fatto una bella sfuriata.
"Ah ti devo ricordare che io sono "un compagno di classe che ti deve portare i compiti di matematica"?"
"Cosa potevo dirgli, guarda poi andartene stavo per fare cose private con il coglione che è d'altronde in impegnato in una scopamicizia ma tranquilla ti richiamo dopo"
"E comunque il problema sei tu che non mi rivolgo la parola per  quasi due settimane e poi ti offri di portarmi a New Haven"
"Non mi sono offerto mi hanno obbligato"
"Va bene comunque questa cosa non spiega perché non mi hai parlato" sospiro "Ma sai cosa ti dico poco me ne importa"
"Invece te ne importa"
"Ho detto di no e ora concentrati sulla strada"
"Va bene ne riparleremo"
"Ah anche no" dico alzando il volume della radio al massimo poi lui decise di mettere le sue canzoni.

Le ore seguenti furono rilassanti anche se appena mi ricordavo dell'esistenza di Nathan ,anche detto il manipolatore, le energie positive scomparivano.
Avevo le cuffiette perché i suoi gusti musicali facevano cagare quando sentì Nathan dire qualcosa che non capì.
"Hai detto qualcosa?" Dico togliendo una cuffia.
"Si siamo arrivati a New Haven, è bellissima"  faccio una smorfia di disgusto.
Troppi ricordi sgradevoli quel posto ma di sicuro meno che quelli di Washington.
"Si stupenda raggiungi la High street li c'è l'hotel"
"Cosa ti ha fatto questa povera città" dice ridendo.
"Credimi non vorrai saperlo" dico rimettendomi la cuffia.
Vedi la sua ridiventare seria e dire qualcosa così tolsi definitivamente le cuffie.
"Stavo dicendo che questo posto deve proprio farti schifo"
"E non sai quanto"

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