Noodles

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Per un momento vidi alla mio corpo steso inerte per terra e la mia vista si offuscò.

Avevo davanti la ragazza che era famosa per picchiare le ragazze e devo ammettere che mi stavo cagando addosso.

Non che io non sapessi farlo a Washington ero una testa calda e ero conosciuta perché avevano o paura di me o stima.

"Mi hai sentito" dice lei guardandomi con aria di sfida.

"No" dico presa da un momento di agitazione ma poi pensai non mi ucciderà qualche botta la sopporto niente di grave.

"Allora te lo ripeto vediamo se sei attenta" dice avvicinandosi a rilento verso di me.
"So che girano molte voci ma  Nathan è OFF-LIMITS e se pensi di passarla liscia dopo averlo scopato e chissà cos'altro ti sbagli di grosso"

Lo sapeva, si era abbastanza palese.
"Senti Cassandra io con Nathan non ho fatto una sega e se pensi al contrario ti sbagli"

"E io dovrei credere che voi avete dormito insieme nella stessa stanza e siete stati un weekend insieme e non avete fatto un cazzo"

"Allora non so se esiste nel tuo vocabolario la parola amicizia ma se non c'è la dovrai aggiungere e se vuoi picchiarmi fallo non aspetto altro"

Si avvicina pericolosamente a me e siamo faccia a faccia sento il suo alito che sapeva di mandorla attraversarmi le narici.

"E sai so perché fai quello che fai non è semplice gelosia, hai paura che lui ti rimpiazzi ma non come scopamica ma come amica  e tu ti ritroveresti senza il tuo amico  e sai che se questo succede e solo colpa tua e della tua gelosia "

"Tu pensi di sapere tutto novellina di sto cazzo ma tu non sai un bel niente "

"So molte cose di quelle come te sono ossessionate da una persona solo perché hanno paura di ritrovarsi sole"

"Tu non sai un cazzo"

"Ush ho toccato il tuo debole la piccola Cass ha paura di stare da sola" dico spingendola al limite e lo vedo dai suoi occhi che si fanno d'un tratto smarriti.

Poi canalizza la sua rabbia e mi tirò un pugno ,che forse mi meritavo, ho fatto un po' la stronza.

Iniziò a vorticarmi la testa  e l'impatto del suo pugno sulla mia faccia mi fece girare la testa dall'altra parte.

Iniziai a sputare sangue  poi mi girai verso di lei.

"È questo il tuo massimo?La famosa ragazza che picchia tutte sa dare solo un pugno?"

Lei respira affannosamente trattenendo la rabbia.

"No il mio massimo non è questo ma sai voglio che questo sia un avviso" tira fuori dalla scollatura del reggiseno un coltellino svizzero e lo avvicina al mio collo " se scopro che tu menti e succede qualcosa tra voi non sarà un semplice pugno"

"Non penso che lo farai, scommetto che mammina e papino non siano molto contenti di avere la figlia in prigione"

Lei scoppia a ridere "Megan scoprirò cosa ci nascondi a tutti e cosa hai paura di dire e se questo non ti fa paura" indica il coltello che aveva ormai tolto dal mio collo "scommetto che quello che dirò a tutti sì che ti farà paura" ripone il coltello nella scollatura e mettendosi lo zaino in spalla se ne va dalla scuola sculettando.

Quando sono sicura che se sia andata mi accovaccio per terra e iniziò a singhiozzare.
E non per il dolore alla mascella perché era sopportabile  ma perché avevo paura.
Perché come dice un vecchio saggio il dolore fisico non è niente in confronto del dolore mentale.
Avevo paura di essere di nuovo lo zimbello della scuola di essere guardata da tutti con disgusto.
E soprattutto che le persone non capiscano il perché di quello che ho fatto.
Perché come nell'altra scuola girerebbe solo metà della storia.
E poi mi farebbe rivivere certi ricordi e certe sensazioni che voglio reprimere nella parte più nascosta del mio cervello.
E la cosa peggiore sarebbero gli sguardi pieni di pietà di alcuni ragazzi.
Non potevo permettermelo avevo subito troppo e se per non rischiare di ricadere in quella situazione non devo più vedere Nathan non rivedrò più Nathan.

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