Sono passati quattro giorni, e Simone, steso sul divano con Psiche sulle gambe, sta leggendo pagina 289 di Madame Bovary. Gli mancano una trentina di pagine per finire il libro e spera di riuscire a leggerle tutte in giornata, così da poter andare da Manuel con la scusa di riportargli il libro. Si ferma un attimo, guarda la parete davanti a sé per metabolizzare la parte che ha appena letto, sta cercando di capire il comportamento di quella donna così strana di cui Flaubert parla con una leggerezza estrema, ma la mente vola altrove. Pensa a quanto sia ridicolo leggere un libro di 320 pagine in quattro giorni; non che sia un'impresa impossibile per Simone, è ovvio che un lettore accanito è capace di finirlo anche in due giorni. Ma lui, che vive tra fogli a quadretti pieni di numeri e formule, lui che non è abituato a passare i pomeriggi a leggere storie narrate da menti eccelse, si sente ridicolo, perché lo sta facendo solo ed esclusivamente per rivedere il ragazzo che gli piace.
"Fa nulla", si dice, "il libro è anche bello, perché ti preoccupi così tanto?". Ed è anche vero che la trama è scorrevole, che incuriosisce il lettore, che Simone vuole capire cosa ne sarà di Emma, ma lo scopo resta sempre lo stesso: Manuel. Si sente anche un po' in colpa in quel momento, pensa che quel Gustave Flaubert sicuramente voleva trasmettere qualcosa con quel libro e invece lui lo sta leggendo solo per il proprietario di quell'ammasso di fogli bianchi pieni di scritte.
Riprende la sua lettura, lo sguardo scorre sulle righe velocemente, incuriosito, rapito. Psiche sbadiglia, mostra i dentini e Simone abbandona di nuovo la sua lettura per guardarla. Posa di nuovo lo sguardo sul libro, deve finirlo e basta.
Dopo un'ora ha finito, non si aspettava un finale del genere e un po' si sente vuoto, si è anche affezionato al personaggio di Charles e prova profonda compassione per lui. Sono le 18, non è troppo tardi per andare da Manuel.
Si alza dal divano, prende Psiche e il libro, raccatta le chiavi di casa dal tavolo della cucina ed esce. Arriva davanti la porta di Manuel e bussa, Manuel non apre; decide dopo qualche secondo di fare dietrofront e di ritornare a casa, magari non è in casa.
Manuel apre la porta quando si è già avviato verso la sua porta, si stropiccia un occhio, ha i capelli sparati in tutte le direzioni e la maglietta spiegazzata.
"Simo'"
Simone lo guarda, gli regala un sorriso timido con le guance leggermente rosse.
"Stavi dormendo, vero?"
Manuel annuisce.
"Oddio, scusa. Ti ho svegliato?"
Manuel sorride intenerito davanti alla reazione di Simone.
"Tranquillo, tanto prima o poi dovevo svegliarmi"
Si sposta per farlo passare, Amore raggiunge la porta e si struscia contro la gamba di Manuel.
"Stanotte ho dormito poco, ne ho approfittato per dormire un po' oggi"
Simone entra, si piega sulle ginocchia e posa a terra la gattina. Amore e Psiche si guardano per qualche secondo, poi Amore le si avvicina, lei si alza su due zampe, ma non si regge e cade in avanti sulle zampe anteriori. Amore miagola, poi inizia a correre verso il salone; la sorellina lo segue, con più lentezza, visto che lui è più agile di lei.
Simone mostra il libro a Manuel con l'indice.
"L'ho finito"
Manuel lo guida verso il suo studio.
"Già?"
Simone annuisce, tutto ciò che pensava qualche ora prima, si è ripresentato. Si sente insicuro, e sente di esser stato scoperto da Manuel. Cerca di giustificarsi.