11.

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Tre giorni dopo, Manuel è ridotto malissimo. Era consapevole di essersi affezionato a Simone, di aver visto in lui qualcuno che potesse stare al suo fianco già dall'inizio. Ma un conto è saperlo, e un altro è provarlo. E Manuel, dopo che ha passato tre giorni buttato sul divano a leggere con Amore accanto sta decisamente provando quella consapevolezza.

Si sente un ragazzino quando pensa che gli è bastata la minima cosa per attaccarsi così tanto a quel ragazzo. In realtà, il loro rapporto è ben diverso da ogni altro tipo di rapporto.

È inusuale che una persona che non conosci ti regali un gattino, come è inusuale che la stessa persona decida di iniziare a leggere, quando non ha mai letto in vita sua. Ed è stato forse questo gesto di Simone a far credere a Manuel che ci fosse qualcosa in più nei suoi confronti da parte del suo vicino.

Una scintilla, all'inizio, quando si sono incontrati nell'ascensore; i fuochi d'artificio, poi, quando Simone si è abbandonato per la prima volta sul divanetto dello studio di Manuel.

Manuel è insofferente, il caldo è diventato insopportabile, e per questo, visto che è da solo in casa e non aspetta visite, va in giro sempre con un paio di pantaloncini della tuta addosso e un paio di infradito ai piedi, quello è il massimo che riesce a sopportare sulla sua pelle con l'arrivo dell'estate.

Quando il campanello suona, Manuel sta rileggendo il suo libro preferito, Norwegian Wood di Murakami, sdraiato sul divano. Anche Amore sta soffrendo per il caldo esagerato, tanto che non si avvicina a Manuel più di tanto, e il suo posto preferito è diventato un angolo nascosto tra il divano il muro, che è minuscolo, ma per lui è perfetto.

Si alza svogliatamente, non aspetta nessuno, le uniche opzioni che considera sono sua madre o Chicca che sono passate per casa sua senza avvisarlo, hanno trovato il portone giù già aperto e hanno preso direttamente l'ascensore.

Quando apre la porta, non c'è né la frangetta di Chicca, né il sorriso caldo di sua madre. C'è un ragazzo grande quanto un armadio, con i riccioli scuri, gli occhi grandi, una gattina accoccolata su una spalla e un libro nella mano sinistra. Simone.

Manuel lo guarda con la fronte aggrottata, sicuramente non se l'aspettava, considerando gli ultimi avvenimenti. Simone lo squadra, e solo in quel momento Manuel si rende conto di non avere la maglietta addosso. Lo fa entrare facendogli un cenno con la testa.

"Vado di là a mettere una maglia"

Simone sorride maliziosamente.

"Guarda, per me puoi anche restare così"

Va verso il divano, e posa Psiche accanto ad Amore, che sentendo la voce di Simone è uscito dal suo nascondiglio. Poi si rialza, lo squadra di nuovo.

"Anzi, è meglio se resti così"

Manuel alza gli occhi al cielo.

"Lo sai che quando uno c'ha il tipo, gli altri non dovrebbe guardarli?"

Simone non capisce, ride.

"Fammi capire, ora io non potrei guardarti?"

Manuel allarga le braccia.

"Eh, Simo', vallo a di' al tipo tuo se li puoi guarda' o no gli altri"

Simone aggrotta le sopracciglia.

"Al tipo mio? Ma che stai dicendo, Manuel?"

"Eh, Simo', lo so che io sto dicendo, meglio che me sto zitto, va'"

Manuel va verso il corridoio, apre la prima porta a destra e ne esce con una maglietta azzurrina in mano, se la infila davanti la porta, per poi proseguire verso le studio, con Simone che lo segue in silenzio.

Di zampette pelose e pagine biancheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora