12.

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Simone si sveglia per colpa di Psiche che gli sta leccando la guancia. La gattina lo fa spesso, in realtà, forse è un modo per assicurarsi che Simone stia bene. Si siede sul cuscino accanto a lui, lo guarda dormire per un po' e poi inizia a leccargli la guancia per svegliarlo. Simone apre gli occhi e allunga la mano sulla testa di Psiche per accarezzarla. Poggia i piedi nudi a terra, va verso la finestra e si accorge che sta diluviando. Si dice che è il momento perfetto per terminare Il libro dell'inquietudine, anche perché gli mancano una trentina di pagine per finirlo e ha ancora tempo, visto che sono le 7. 

Prende la sedia sulla quale solitamente lascia i vestiti, la posiziona davanti la finestra e inizia a leggere, accompagnato dal rumore della pioggia violenta e dalle goccioline che si rincorrono sul vetro della finestra.

A pagina 346, Manuel ha sottolineato a matita una frase. Simone continua a rileggere quella frase cercando di capirne il vero significato, il reale senso per Manuel. L'unica conclusione a cui arriva, dopo averla riletta una ventina di volte, è che Manuel sente di vivere tutto amplificato, vuole chiederlo a lui perché, nell'intero libro, lui ha sottolineato solo quelle due righe.

Simone finisce il libro che sono le 8, lo chiude, lo appoggia sul comodino. Qualcosa prende forma nel suo stomaco quando realizza che Manuel quel libro lo sente suo. Il senso di inadeguatezza, il non sentirsi capito, la paura di non essere compreso, la depressione. Simone viene colpito da quella consapevolezza come se gli avessero lanciato dell'acqua gelida in faccia, anche se in quel momento è nella doccia e sul suo corpo sta scorrendo acqua bollente.

Non riesce a pensare a Manuel in quel modo, Manuel non può sentirsi così, non deve. Eppure, Simone lo sa che dalla depressione non si scappa, è lì che ti guarda e ride di te mentre cerchi di alzarti dal letto, mentre piangi per la frustrazione, mentre sei un vegetale. E alzarti dal letto diventa l'impresa più difficile del mondo, mentre guardi gli altri che vanno avanti con la loro vita e ti senti anche peggio. Per questo, Simone non ha intenzione di lasciar Manuel da solo. La sua mente lo ha già deciso dalla seconda pagina del libro, ma ne sta prendendo consapevolezza solo ora. Continua a ripensare a Manuel così indifeso, così piccolo e nello stesso tempo così forte da riuscire a portare sulle spalle un peso così grosso. Sa che non lo lascerà da solo, ora che gli ha permesso di leggere dentro di lui attraverso Pessoa.

Si veste velocemente per andare, come al solito, a fare colazione con il padre e con la nonna. Si sta infilando le scarpe quando il campanello suona, non aspetta nessuno. La sua mente va subito verso la figura minuta del suo vicino. Si precipita verso la porta, e, quando la apre, trova Manuel con un sorrisone stampato in faccia che gli fa girare la testa. Amore lo guarda curioso mentre si butta tra le braccia di Manuel e lo stringe talmente forte da mozzargli il respiro.

Manuel scioglie l'abbraccio quel poco che basta per lasciargli un bacio sulle labbra.

"Buongiorno"

Simone gli dà un altro bacio, mentre gli tiene il volto con le mani.

"T'ho portato la colazione"

E solo in quel momento, Simone si accorge che Manuel ha uno zainetto nero sulle spalle.

Si sposta per farlo entrare. Manuel si guarda attorno, i muri di quella casa sono così spogli, così puliti, e la casa è così in ordine che gli viene da sorridere, perché si vede che quella è la casa di Simone.

Psiche raggiunge Manuel zampettando e Manuel la prende in braccio. 

"Ti dispiace se vado un attimo a fare una telefonata?"

"No, vai. Faccio i caffè nel frattempo, mh?"

E Simone non sa come, ma sembra che Manuel conosca perfettamente come muoversi in quella casa, anche se hanno sempre passato il tempo nella sua, di casa. Simone annuisce, mentre Manuel va verso la macchinetta del caffè, che è sul mobile della cucina.

Di zampette pelose e pagine biancheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora