Il letto di Manuel è a due piazze, dunque abbastanza grande per ospitare due persone. Ma il letto così grande non serve, considerando che Manuel e Simone sono talmente stretti tra loro che una metà del letto è vuota, e a entrambi va bene così. Su un lato ci sono loro due, Simone è steso quasi completamente, con la testa appoggiata su un cuscino che ha sistemato poco prima. Manuel, invece, è completamente steso addosso a Simone, la testa sul suo petto, un braccio a cingergli il busto e le gambe intrecciate. Non si capisce dove inizia uno e dove finisce l'altro. L'altro lato del letto è occupato da Amore e Psiche, che stanno dormendo.
Manuel alza di poco la maglietta di Simone, quanto basta per inserire la mano sotto di essa e accarezzargli un fianco. Simone gli lascia un bacio sulla testa.
"Stavo pensando una cosa"
"Cosa?"
"Che io e te questa cosa dei libri non l'abbiamo conclusa per bene"
Simone aggrotta le sopracciglia, non sta capendo. Manuel scioglie quell'abbraccio, e si alza, adesso sono distinguibili, non sono più una massa unica, sono due individui separati.
"Aspetta un attimo"
Esce dalla sua stanza ed entra velocemente nel suo studio, come se Simone possa scappare da un momento all'altro. Guarda la libreria, cerca quel libro tra tutti gli altri, lo trova. Lo prende, ritorna in camera e la prima cosa che vede sono gli occhioni di Simone che lo guardano con curiosità.
Ormai è quasi mezzanotte, le luci in casa di Manuel sono tutte spente e le uniche fonti di luce che ci sono, sono la luna - che dalla finestra illumina la stanza, come se abbia deciso di assistere a quella scena - e gli occhi da cerbiatto del suo ragazzo.
Si accoccola di nuovo contro Simone, gli passa il libro. Simone gira la copertina bianca tra le mani, ci sono tre illustrazioni sulla copertina: una nuvola azzurra, delle scale e un castello. Nella parte superiore della copertina è scritto il nome dell'autore, Italo Calvino. Leggermente più in basso, scritto il rosso, c'è il titolo, Le città invisibili.
"In questo libro, Calvino fa finta di essere Marco Polo. L'imperatore dei tartari chiede a Marco Polo di raccontargli tutti i viaggi che ha fatto, e Calvino descrive i posti, uno per uno"
Simone lo guarda con un sorriso, mentre lo stringe più a sé.
"Dobbiamo chiuderla 'sta storia dei libri, Simo'. E dobbiamo chiuderla con questo libro. Me piacerebbe viaggia' con te, far finta di stare in questi posti mentre ci teniamo la mano, mentre me sento la persona più fortunata del mondo. Voglio viaggia' con te"
Simone gli lascia un bacio, gli fa un cenno con la testa per incitarlo a continuare.
"Nel libro ce stanno 9 capitoli, tutti suddivisi in paragrafi abbastanza corti. Vorrei leggerti un paragrafo ogni sera, voglio assicurarmi che finché viaggiamo con la mente, tu me tieni la mano sul letto"
"Mi stai dicendo che quando questo libro sarà finito, noi due ci lasceremo?"
"No, te sto dicendo che questo chiude la storia dei libri. Quando il libro sarà finito, inizierà il nostro viaggio, solo mio e tuo, e senza nessun libro in mezzo"
Simone sorride ancora, mentre Manuel gli sfila il libro dalle mani e gli mostra il primo paragrafo.
"Lo vedi? So corti"
"Va bene, allora iniziamo questo viaggio, inizia a leggere"
Manuel si gira su un lato, verso Simone. Poggia il libro aperto sulla prima pagina sulla pancia del suo ragazzo. Si sistema meglio che può, sa che dopo si addormenteranno. Scivola più giù, alza un braccio per mettere una mano tra i capelli di Simone, mentre con l'altra tiene il libro, con la pancia di Simone che gli fa da sostegno.
« Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l'imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore. »
Manuel continua a muovere le mani tra i capelli di Simone, quest'ultimo si rilassa sotto il suo tocco. Manuel alza la testa dal libro, Simone gli fa un cenno con la testa. Continua a leggere.
« Nella vita degli imperatori c'è un momento, che segue all'orgoglio per l'ampiezza sterminata dei territori che abbiamo conquistato, alla malinconia e al sollievo di sapere che presto rinunceremo a conoscerli e a comprenderli; un senso come di vuoto che ci prende una sera con l'odore degli elefanti dopo la pioggia e della cenere di sandalo che si raffredda dei bracieri; »
Psiche emette un mugolio, Manuel si ferma. La guarda mentre si accoccola addosso al fratello, che dorme tranquillo e sembra non accorgersi di esser diventato un cuscino per la sorellina.
« una vertigine che fa tremare i fiumi e le montagne istoriate sulla fulva groppa dei planisferi, arrotola uno sull'altro i dispacci che ci annunciano il franare degli ultimi eserciti nemici di sconfitta in sconfitta, e scrosta la ceralacca dei sigilli di re mai sentiti nominare che implorano la protezione delle nostre armate avanzanti in cambio di tributi annuali in metalli preziosi, pelli conciate e gusci di testuggine »
Il respiro di Simone è regolare, più calmo. Manuel guarda per qualche istante il suo petto che si alza e si abbassa, poi posa di nuovo lo sguardo sulla pagina. Legge in modo più lento, con la voce più bassa.
« è il momento disperato in cui si scopre che quest'impero che ci era sembrato la somma di tutte le meraviglie è uno sfacelo senza fine né forma, che la sua corruzione è troppo incancrenita perché il nostro scettro possa mettervi riparo, che il trionfo sui sovrani avversari ci ha fatto eredi della loro lunga rovina. »
Alza di nuovo lo sguardo su Simone, si è addormentato, riprende a leggere, stavolta sussurrando.
« Solo nei resoconti di Marco Polo, Kublai Kan riusciva a discernere, attraverso le muraglie e le torri destinate a crollare, la filigrana d'un disegno così sottile da sfuggire al morso delle termiti. »
Chiude il libro, lo appoggia sul letto accanto a lui. Guarda Amore e Psiche che stanno dormendo, poi guarda di nuovo Simone. Gli lascia un bacio sul collo, si stringe su di lui, appoggiandosi sulla sua spalla.
"Buonanotte amore mio, e buon viaggio".