Sorelle

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Bella scese le scale era presto poteva fare colazione tranquilla senza alcuna fretta e poi andare a scuola con Kate. A Phoenix raramente facevano il tragitto insieme a sua sorella riusciva sempre a recuperare un passaggio era affascinante molto più di lei e lo sapeva. Aveva un talento particolare a convincere le persone a fare quello che voleva le bastava sbattere le lunghe ciglia. La gente faticava a resistere al suo fascino in particolare quelle di genere maschile. Katherine Swan sapeva bene cosa voleva e come ottenerlo. Sfortunatamente per le nemmeno la sua bellezza era lontanamente paragonabile a quella di Rosalie Hale.

"È tanto brutto se tutte le volte che vedo una ragazza più bella di lei provo una qualche forma di soddisfazione?'" Pensò entrando in cucina. Charlie non c'era e Kate la fissava. Aveva le braccia intrecciate e quando era entrata si era staccata dal mobile della cucina al quale si era appoggiata.

« Bella, tu non hai la più pallida idea di quello che sto passando di quanto io possa sentirmi ferita. »affermò con quel tono dolce che normalmente riservava a quando desiderava ottenere qualcosa da qualcuno o quando una persona, secondo lei, le aveva fatto un torto di qualche tipo. Dietro a quella bellezza si nascondeva una serpe velenosa.

« Kate nemmeno io sono felice di dover vivere qui a Forks, ma... »

Kate non le permise di terminare la frase, abbassò le braccia e la fulminò con lo sguardo.

« Non è a quello che mi riferivo. Credimi l'ultima cosa che vorrei e vivere in questa maledetta cittadina. Ti ho assecondato e ho accettato di venire qui solo perché mi hai praticamente supplicato e voglio bene sia a mamma che a te. »rispose. Le veniva difficile credere che le volesse bene anche se in fondo... insomma alla fin fine era pur sempre sua sorella.« Svegliati Bella! È ovvio che quella con cui hai parlato, che hai accompagnato a scuola e con il quale hai trascorso gli ultimi due giorni non sono io! »strillò con tono accusatorio. L'altra la fissò sbalordita.

« Kate... ma cosa stai dicendo. »disse confusa non riuscendo a capire. La sorella le lanciò un'altra occhiataccia.

« Sei una pessima sorella maggiore! Sei la peggiore sorella del mondo. »urlò

Bella si svegliò di soprassalto sconvolta da quello che aveva appena sognato. Alzò lo sguardo e fissò il soffitto. Scese dal letto e facendo attenzione a non fare rumore aprì la porta della sua camera e salì le scale che portavano in mansarda. Quando aprì la porta vide Katherine che dormiva serena era in posizione fetale, la mano destra infilata sotto al cuscino e quella sinistra sopra. La fissò per qualche secondo poi sentendosi stupida per quello che stava facendo uscì dalla camera attenta a non fare rumore.

"Ma cosa mi prende? Certo che è Kate. Il sogno deve avermi condizionato." Pensò scendendo le scale. Ritornò nella sua camera e si rimise sotto alle coperte. Impiegò diversi minuti ad addormentarsi. Non riusciva togliersi dalla testa l'espressione di rabbia di Katherine.'" Era solo un sogno anche perché chi mai potrebbe prendere il posto di Kate e come?"

Quando si svegliò la seconda volta era ora di alzarsi. Si vestì e scese al piano di sotto. Quando entrò in cucina Charlie era in piedi vicino al bancone della cucina che sorseggiava il contenuto di una tazza. Kate era seduta al tavolo che mangiava dei biscotti e davanti a lei c'era un bicchiere di succo.

« Kate mi ha preparato il cappuccino. »annunciò Charlie.« Kate dove hai imparato a fare i disegni con il latte? »domandò curioso. La quindicenne deglutì mandando giù un pezzo di biscotto.

« è stato un caso. »rispose. Charlie finì di bere il suo cappuccino e poi posò la tazza nel lavandino. Bella tirò fuori dal frigorifero il latte e i cereali dalla mensola. Il giorno prima aveva fatto la spesa e aveva riempito i mobili, le mensole e il frigo di cibo dopo che si era resa conto che non c'è n'era. Subito dopo la scuola sua sorella era andata alla riserva. La sua decisione l'aveva sorpresa non poco perché quando erano più piccole non le era mai piaciuto andarci e del resto non poteva darle tutti i torti: Le figlie di Billy, con il quale erano costrette a giocare, erano delle bambine gentili, ma timide e quando i genitori le lasciavano da sole per andare a pesca quasi non si rivolgevano la parola.

Dentro le pagine del libroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora