Una giornata con i vampiri

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 La volvo grigia metallizzata dei Cullen procedeva lungo una strada nel bosco ormai sembrava essere diventata un'abitudine il fatto che: Edward era seduto al posto di guida, Bella vicino a lui e Kate... Sara era seduta dietro Bella. Quest'ultima stava incominciando ad abituarsi al fatto che non era realmente sua sorella. La cosa più difficile da accettare era il fatto che non aveva una sorella.

- Nei libri veniva spiegato dov'era la vostra casa, ma non ci avevo fatto per niente caso e dubito fortemente che sarei riuscita a trovarla da sola. -affermò la quindicenne. Sembrava più serena da quando gli aveva confessato la verità e di norma non menzionava i libri o i film ricordandogli che, in teoria, non erano reali.

- Non è un posto facile a trovare se non sai dov'è ed è la ragione principale perché ci viviamo. -commentò Edward che tra loro due sembrava aver preso meglio il fatto che erano dei personaggi inventati.

- La riservatezza e la privacy devono essere la priorità per una famiglia di vampiri. -rispose l'altra fissando gli alberi fuori dal finestrino.

Poco dopo arrivarono davanti ad una grande casa composta da più di un piano e dalle pareti chiare. Bella scese dall'auto era nervosa al pensiero di conoscere ufficialmente la famiglia del suo ragazzo. Sentì qualcuno stringerle la spalla e quando si voltò i suoi occhi incontrarono un paio identici ai suoi.

- Andrà bene. Beh, per lo meno nessuno tenterà di mangiarti. -commentò Sara con un piccolo sorriso ironico. Indossava una maglia a maniche lunghe con una scollatura a V che sembrava troppo leggera per il clima di Forks e sotto portava una gonna a pieghe che le arrivava alle ginocchia e sotto non portava i collant. Quando l'aveva vista con indosso quel look le aveva chiesto se non aveva paura di avere freddo e l'altra sorridendo le aveva risposto che ora non soffriva più il freddo come prima.

- Sara, per favore evita queste battute. -disse Edward. Non lo aveva sentito arrivare eppure ora era in piedi accanto a lei.

- Scusa voleva solo allentare la tensione, ma mi rendo cono che la mia battuta era pessima. -

- Andiamo? Non è carino fargli aspettare. -osservò Isabella che non voleva sentire il resto della conversazione. Il vampiro la prese per mano e le condusse verso la casa.

L'arredamento era elegante e la maggior parte dei mobili era di colore chiaro. C'era una grande vetrata dal quale entrava la luce del sole. Lì i Cullen non dovevano temerla.

- Buongiorno. -gli salutò una voce che Bella riconobbe essere quella del Dottor Cullen si voltò e lo vide in piedi dall'altra parte del grande salotto bellissimo come al solito. In piedi accanto a lui c'era una donna di straordinaria bellezza che aveva la stessa pelle pallida, le stesse occhiaie e gli stessi occhi ambrati del resto dei membri della famiglia Cullen e intuì che doveva trattarsi della madre di Edward. Aveva i capelli color caramello, un viso a forma di cuore era piccola con una corporatura sottile.

- Ciao, Bella è bello rivederti e pure te... Sara. -le salutò il dottor Cullen. Lui e sua moglie erano in piedi vicino alla scala. C'erano solo loro nel salotto e si chiese dov'erano il resto dei membri della famiglia. Il medico aggiunse qualcosa in una lingua che non conosceva. Sara rispose nella stessa lingua. - Il tuo accento è quasi impercettibile. -commentò con aria ammirata Carlisle.

- Mio padre e i miei nonni hanno insegnato a me e ha mio fratello l'italiano fin da piccoli per questo la mia pronuncia è quasi perfetta. -rispose. - Sono stata molto contenta quando mi sono resa conto di ricordare quello che mi avevano insegnato. -proseguì.

- Carlisle ha imparato l'italiano nel periodo che ha trascorso in Italia. -disse Edward che doveva aver notato la sua espressione perplessa. - è felice che Sara l'ho parla perché gli offre l'occasione di rispolverare la lingua. -proseguì.

Dentro le pagine del libroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora