Uno strano comportamento.

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La porta della camera si aprì e Bella varcò la soglia della stanza della sorella. Chiuse la porta dietro di sé era da un po' di tempo che voleva entrarci, ma fino a quel momento sie ra trattenuta dal farlo perché era consapevole che non fosse un comportamento corretto da parte sua. Fissò le pareti chiare che erano state ridipinte poco prima del loro arrivo. Charlie aveva sistemato la mansarda in occasione del loro arrivo amiche ciascuna delle sue figlie avesse la sua stanza. Charlie stava facendo il possibile per renderle felici e farle sentire a loro agio e Bella lo apprezzava, sebbene sospettava che Forks non le sarebbe mai piaciuta.

"Lo so che non dovrei, ma ho bisogno di risposte." Pensò. Si sentiva in colpa per quello che stava facendo. Lei era una persona che tendeva farsi gli affari propri non era da lei comportarsi in quella maniera. Si guardò attorno alla ricerca di qualche indizio qualcosa che le faceva capire come mai dalla loro partenza da Phoenix sua sorella era cambiata talmente tanto da sembrare un'altra persona. L'arredamento era simile a quello della sua camera i mobili avevano una ventina d'anni. Harry Clearwater e Bella Black avevano dato una mano ad arredarla procurando mobili di seconda mano in buono stato. Sopra alla parete dietro al letto c'erano centinaia di stelline e sotto c'era scritto il nome.

La ragazza decise di partire dal armadio e dopo aver aperto le due ante iniziò a cercare. Non sapeva cosa stava cercando, probabilmente qualcosa fuori posto un oggetto che nordamericano sua sorella non avrebbe posseduto. Scoprì che il fondo del armadio si poteva sollevare. Sotto c'era il piccolo quaderno dalla copertina scura. Kate non aveva mai posseduto un diario non era quel tipo di ragazza. Quando si sollevò in mano il quadernino per un'istante si sentì in colpa, ma mise subito da parte ogni remora e lo aprì.

"Non riesco a capire cosa c'è scritto."

Fissava confusa le parole. Il problema non era la scrittura della sorella che scriveva molto meglio di lei, ma le parole. Non riusciva a capire che lingua era però non era inglese quello era poco ma sicuro. Confusa ripose il diario al suo posto e chiuse l'armadio.

Continuò la sua ricerca e dentro ad uno dei cassetti del comodino rinvenne l'immagine di una donna con un cerchio d'orato dietro e con indossò un abito marrone. Sopra portava un mantello verde e con un braccio cingeva le spalle di una bambina dai lunghi capelli biondi con indosso un vestito rosa. Sotto c'era scritta che recitava Sant'Anna. Girò il foglietto. Dietro c'era una preghiera. Bella sperava che intrufolarsi lì dentro l'avrebbe aiutata a capire cosa stava succedendo alla sorella invece era addirittura più confusa di prima se possibile.

Bella chiuse il cassetto e il suo sgurdo cadde sul computer sopra alla scrivania era di seconda mano come il suo. Si sedette sulla sedia girevole e stava per premere il pulsante per accenderlo quando la porta si aprì e sussultò spaventata.

« Bella che cosa ci fai qui? »domandò Kate.« Hai bisogno di qualcosa? »aggiunse per niente infastidita dal fatto che l'aveva beccata a frugare tra le sue cose e del resto come poteva saperlo? Quando era entrata l'aveva vista seduta alla scrivania. Si drizzò in piedi e cercò in fretta una scusa.

« Io... Io volevo parlare con te. »disse Bella e si sforzò di trovare una scusa.« Mike sta organizzando una gita a La Push e secondo le previsioni questo fine settimana farà bel tempo e mi chiedevo se volevi unirti a noi. »disse incapace di nascondere il proprio nervosismo. Poteva solo augurarsi che l'altra non se ne sarebbe accorta.

« Si, sarei contenta di venire devo solo controllare che non devo lavorare. »rispose contenta del suo invito e il senso di colpa incominciò a farsi di nuovo strada dentro a Bella.« A che ora partiamo? »

« Abbiamo appuntamento alle 8 al negozio dei Newton. »

« Ok. Io e Jacob siamo stati qualche volta alla spiaggia. Non c'è molto,ma le pozze pullano di vita e sono piene di colore. »

Dentro le pagine del libroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora