Un cavaliere vampiro

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Mancavano pochi giorni al Ballo di Primavera e le amiche di Bella: Angela e Jessica avevano deciso di andare a Port Angeles dopo la scuola per comprare dei vestiti nuovi per partecipare al ballo. Sarebbero andate accompagnate rispettivamente Jessica da Mike e Angela da Eric. Sara inizialmente non aveva intenzione di andare al ballo, ma poi aveva scoperto che la sua amica Theresa intendeva andarci nonostante non avesse un accompagnatore o un'accompagnatrice e aveva deciso di accompagnarla. A lei non occorreva un vestito per il ballo, ma aveva lo stesso deciso di accompagnare Bella e le altre due ragazze a Port Angeles pensando che forse avrebbe lo stesso potuto comprare qualcosa di carino.
Jessica aveva guidato spedita verso la città. Avevano preso la sua macchina e arrivarono a Port Angeles che erano le diciassette del pomeriggio.
« C'è un piccolo grande magazzino dietro alla zona turistica lì troveremo senz'altro qualcosa che fa a caso nostro senza spendere molto. »osservò Jessica mentre attraversavano la strada per raggiungere il marciapiede. Avevano parcheggiato poco lontano dal ristorante italiano dove avevano intenzione di cenare.
Il gruppetto si diresse spedito verso il grande magazzino. A dir la verità non rispecchiava bene il suo nome perché, come del resto aveva commentato Jessica, era di piccole dimensioni e non c'era molta scelta.
« Detesto queste cose. »disse Sara seduta su una sedia della zona dei camerini mentre aspettava che le due ragazze finissero di indossare i vestiti che avevano intenzione di comprare. Non era mai stata un'amante dello shopping. Tendeva a tenere i vestiti il più possibile e a buttarli solo quando erano diventati piccoli, si erano rovinati in qualche modo o era sua madre a fargli sparire quando riteneva che per una ragione o per un'altra non le stavano più bene. Tendeva a tenerlì così a lungo e a non comprarne di nuovi non solo per una questione di risparmio, ma perché non le piaceva andare a fare shopping.
« A Phoenix ti piaceva andare a fare shopping anche se a volte ti limitavi a girare per i negozi con i tuoi amici e non compravi nulla. »notò Bella che era seduta pure lei su una delle sedie.« Ti piaceva dispensare consigli e alle tue amiche piaceva il tuo gusto in fatti di abiti. »proseguì.
"A Kate piaceva andare a fare shopping? Più cose scopro su questa ragazza e più mi rendo conto di quanto io e lei siamo diverse, forse Saqui avrebbe dovuto scegliere una che le assomigliava di più." Riflettè. Una parte di lei temeva che un giorno all'altro Bella l'avrebbe aggredita accusandola di non essere sua sorella.
« Qui non c'è tanta scelta come a Phoenix e mi annoio. »mentì.
Soprattutto quando una persona prende il posto di un'altra. 
Fortunatamente le due compagne di scuola impiegarono poco per scegliere i vestiti che avrebbero indossato in occasione del ballo. Bella non sembrava in vena di shopping e, sebbene avesse detto a Charlie che avrebbe comprato qualcosa, non aveva praticamente guardato i vestiti e gli accessori in vendita. La Gallo invece aveva trovato un anello in acciaio con una piccola rosa decorata da una piccola pietra rossa. Gli anelli in acciaio costavano di più rispetto a quelli di bigiotteria però non si rovinavano altrettanto velocemente.

Avevano fatto piuttosto in fretta del solito. Bella disse che voleva andare a cercare una libreria e Sara decise di accompagnarla. Le altre due adolescenti invece dissero che sarebbero andate a vedere il porto.
Trovarono una libreria poco lontano, ma non era assolutamente quello che avevano in mente: in vetrina c’erano diversi libri che parlavano su come curare lo spirito e sulla meditazione. Una donna le sorrise da dietro alla vetrina. Indossava un vestito colorato.
« Forse più avanti c’è un’altra libreria. »osservò Bella. Si allontanarono dirette verso il centro della città augurandosi che avrebbero trovato una libreria che rispecchiava di più i loro gusti. Sara si era fermata a guardare il manifesto di un film appeso ad un muro quando Bella l’afferrò per una mano.
« Cosa c’è? »chiese perplessa. L’altra non rispose e la tirò per un braccio.
« Andiamo. »disse. La quindicenne non riusciva a capire perché sembrava avere tanta fretta all’improvviso però la seguì senza fare domande.
Ben presto fu chiaro che andavano nella direzione sbagliata perché tutte le persone che incrociavano andavano nella direzione opposta alla loro. Fece notare alla sorella che forse avrebbero dovuto imitarli però l’altra volle continuare. Aveva come l’impressione che fuggivano da qualcosa.
Fu solo quando i negozi sparirono sostituiti da dei magazzini e la strada incominciò ad essere scarsamente illuminata che qualcosa si risvegliò nella sua mente:un ricordo e non uno di quelli piacevoli. Si fermò e la ragazza più grande si voltò a guardarla.
« Bella non credo che dovremo continuare è meglio che torniamo indietro nella zona dei negozi. »disse nervosa. All’improvviso aveva ricordato cos’era successo la sera della gita a Port Angeles dopo che la protagonista di Twilight si era separata dalle sue compagne di scuola.
“Sono una stupida come ho fatto a non pensarci prima? A non ricordarlo?” Si chiese mentalmente. Si guardò attorno preoccupata forse facevano in tempo a tornare nella zona dei negozi e non avrebbero incontrato i quattro malviventi del libro.
« Si, mi sa che non avremmo dovuto venire da questa parte è solo che volevo evitare… ho voisto una Volvo metalizzata parcheggiata vicino ad un marciapiede e, so che ti sembrerà stupido, ma ho pensato che poteva essere quella di Edward. »affermò. Quelle parole le riportarono alla mente la scena dove il vampiro salvava Bella da quei quattro uomini e della scena al ristorante.
“Se Bella non incontrerà quei tipi Edward non la salverà e…”
Non ebbe tempo di pensare a quello che era giusto fare o meno perché all’improvviso sentì delle voce e delle risatine. Il cuore cominciò a batterle forte nel petto quando si rese conto che quattro persone si dirigevano verso di loro. Non davano l’impressione di essersi accorte di loro.
« Oh, no. »disse terrorizzata.« Bella dobbiamo andarcene e in fretta. »disse e questa volta fu lei ad afferrare l’altra per la mano e a trascinarla via. Nella sua mente si chiedeva se dovevano correre o camminare. "Correndo potremo attirare la loro attenzione e potrebbe non essere una buona idea.”
« Kate che succede? Perché sei così agitata? »domandò Bella con tono ansioso.
« Non mi piacciono quei quattro. »rispose sinceramente.« Non ti voltare e cammina, ma non troppo in fretta non è il caso di attirare l’attenzione. »aggiunse. Aveva l’impressione che il suo cervello era andato in tilt e di non riuscire a ragionare con lucidità. Sperava con tutta se stessa che le coe sarebbero andate in modo diverso dal libro e che avrebbero incontrato in qualche altro modo Edward e poi anche se non fosse successo…
« Hey, voi due dove state andando? »disse una voce maschile alle loro spalle.
« Non rispondere Bella e continua a camminare. »disse piano. Lanciando una veloce occhiata alla sorella si rese conto che stava iniziando ad innervosirsi. In altre circostanze si sarebbe sentita in colpa per il fatto di aver spaventato una persona però in una simile circostanza avevano tutte le ragioni per avere paura.
Continuarono a camminare e si sentiva sollevata per il fatto che il giovane non avesse parlato di nuovo. Ad un certo punto Bella si voltò a guardarli.
« Kate non erano quattro? Dove sono finiti gli altri due? »
Un brivido le passò lungo la schiena e poteva giurare che il suo cuore aveva mancato un battito.
“Oh, Dio no, non può essere.” Pensò terrorizzata quando da una strada secondaria uscirono due persone. Si fermò sul marciapiede e lo stesso fece Bella. Non le aveva lasciato la mano perché temeva che se lo avesse fatto sarebbe potuta restare indietro e perché stringergliela la faceva sentire più tranquilla.
« Cosa facciamo adesso? E se facessimo cadere le borse e scappassimo via. »suggerì. Sospettava che non avrebbe funzionato. Guardò prima i due davanti a loro e poi i due alle loro spalle. Ad ogni passo si avvicinavano di più e non poté evitare di chiedersi se non avesse stravolto gli eventi e se Edward non fosse venuto a salvarle?
“No, non avevano bisogno necessariamente di essere salvate.”
Due contro quattro non era esattamente uno scontro equo, ma sicuramente avevano più possibilità rispetto al libro dove Bella gli aveva affrontati da sola. Avvolse la lunga bretella della borsa attorno alla mano pronta ad usarla come arma se fosse stato necessario. Non si sarebbe arresa senza combattere.
« Una macchina. »disse Bella. Due fari si dirigevano verso di loro. L’auto per poco non investì uno di quei schifosi che le avevano bloccato la strada. La portiera anteriore del passeggero si parì.
« Salite presto! »esclamò una voce.
« Vai davanti. »disse Sara a Bella che non se lo fece ripetere due volte e salì sul sedile anteriore. Invece l’altra aprì la portiera posteriore e si sistemò sul sedile, tuttavia non prima di aver sferrato un bel calcio nelle parti basse ad uno di quei tipi.
« Bella mossa! Se l’è meritato. »esclamò Edward. La quindicenne tirò un sospiro e si passò una mano tra i capelli. ad anulare sinistro portava l’anello che aveva comprato un’ora prima. La macchina aveva un buon odore. Il vampiro sfrecciava veloce sulla strada e in breve avevano raggiunto la periferia e avevano messo centinaia di chilometri tra loro e quei quattro.
« Come hai fatto a trovarci? »chiese Bella.
« Ti ha parlato del suo dono? »chiese Sara. Vide gli occhi del vampiro nello specchetto retrovisore e non riusciva a decifrare il suo sguardo.
« Mi ha detto che è bravo a leggere le persone, ma che con me non ci riesce. »
« Sono in grado di leggere le penti delle persone capisco quello che sentono. Intendevo questo. »rispose il Cullen poi si girò verso Sara.« Come fai a saperlo? »
« Io so molte cose più. »rispose.« So che Alice è in grado di vedere il futuro, ma che non è scritto nella pietra  che basta  un piccolo cambiamento in una decisione affinché tutto cambi. »affermò. Sentiva gli occhi di Isabella su di sé però non distolse lo sguardo da Edward.« Jasper invece è in grado di manipolare le emozioni altrui. »
Le sue parole vennero seguite dal silenzio. Il suo cuore adesso batteva normalmente.
«  è vero quello che ha detto? »chiese la più grande delle Swan rompendo il silenzio.
« Sì, è vero. »confermò.« è il caso che vi riporti dalle vostre amiche. »disse e poi si rimise sulla carreggiata.
Impiegarono circa un minuto o due per raggiungere Angela e Jessica. Dire che erano sorprese di vederle in compagnia di Edward era riduttivo. Corsero verso di loro.
« Dove eravate finite? »chiese Jessica.
« Ci siamo perse. »rispose semplicemente la finta Kate. Non c’era bisogno che conoscevano i dettagli anche perché non voleva spaventarle.
«  Noi abbiamo già mangiato. »ammise Angela con aria colpevole.
« Non importa. Non ho fame. »disse per nulla infastidita Bella scrollando le spalle. Neanche Sara aveva fame sentiva come se il suo stomaco fosse chiuso dentro ad una morsa.
« è importante che mangiate qualcosa. »disse con tono severo il Cullen. 
“Non sia mai che le due umane muiono di fame.” 
Lo aveva pensato in inglese sperando che le leggesse la mente e che capisse quello che pensava. 
« Andate pure a casa. Riaccompagnerò io Bella e Kate. »
Quest’ultima aveva voglia di protestare, non aveva nessuna voglia di cenare con lui e la sua futura moglie  preferiva di gran lunga rientrare con le altre due, ma aveva come la sensazione che sarebbe stato inutile discutere. Quindi salutò le compagne di scuola e poi si diressero verso il ristorante italiano.
Il locale era semivuoto,  erano pochi i tavoli ad essere occupati e il loro accompagnatore insistette con la cameriera affinché le sistemasse in una parte appartata. Ogni tavolo  era separato dagli altri con dei separé di colore scuro. Avrebbero potuto parlare tranquillamente senza il timore che qualcuno potesse udire quello che dicevano.
«  Voi due siete una calamita per i guai. »commentò l’eterno diciassettenne.« Stasera avete rischiato di rovinare decenni di assenza di casi di cronaca nera a Port Angeles. »
« Siamo state solo sfortunate. »rispose Bella.« Kate voleva tornare idietro quando si è resa conto di dove eravamo, ma non abbiamo fatto in temo che sono apparsi quei quattro. »
« Voi due siete molto sfortunate. »
Una cameriera diversa da quelli che li aveva portati al tavolo si diresse verso di loro e  gli diede i menù era chiaro dal modo in cui guardava Edward che era attratta da lui.  Nonostante il suo indiscutibile fascino Sara non si era mai sentita  veramente attratta dal vampiro e forse da nessun Cullen in generale. Al contrario della sua amica Sophie lei aveva sempre preferito i  mutaforma ai vampiri. Senza contare che dormire con un ragazzo caldo, nel vero senso del termine, la attirava di più rispetto al dormire con un freddo.
« Io prendo le tagliatelle con i funghi, grazie. »disse la Gallo. Le piacevano i funghi ed era passato un sacco di tempo dall’ultima volta che gli aveva mangiati.
« Da quando ti piacciono i funghi? »chiese Bella  dopo aver riconsegnato il menù alla cameriera. Aveva indicato a caso un piatto sul menù senza neanche  leggerlo.
« Porti anche due coca-cola, per favore.  »disse  Edward. la cameriera gli chiese cosa volesse da mangiare e lui le rispose che non aveva appettito.
« Suppongo che tu preferiresti un bel… puma, giusto? Sono  i puma che preferisci se non ricordo male. »osservò la quindicenne.
« I puma? In che senso preferisci i puma? »chiese confusa Bella.
« Tu sai cosa sono? Lo  hai capito, vero? Te lo ha detto Billy Black? »
« No, Billy non ha violato il trattato non ce n'è stato bisogno. »rispose. Avrebbe voluto rivelare la verità a lui e all’altra umana seduta a quel tavolo però non le sembrava il momento.
« Sei un vampiro? »chiese nervosa Bella.
« Si, sono un vampiro, ma mi nutro di sangue animale come il resto della mia famiglia. Noi ci definiamo “vegetariani.” »spiegò. La loro conversazione venne interrotta dall’arrivo della cameriera  che posò sul tavolo un cestino del pane e dei grissini. Edward prese due  delle piccole pagnotte di pane e ne porse una a ciascuna.« Avete bisogno di cibo e di zuccheri dopo lo shock che avete subito stasera. »affermò.
« Dirti che non abbiamo fame sarebbe inutile, vero? »osservò Sara prendendo il pane e staccando un piccolo pezzo.
« Sto aspettando che iniziate a dare di matto. »ammise.« Siete state fortunate che sia arrivato in tempo non avete idea di quello che pensavano quei uomini. »
« Uomini? Io lì definirei più esseri viscidi e schifosi. »commentò acida Sara.« Ti sono grata per avermi salvata. »aggiunse con un tono più gentile.
« Grazie per avermi salvata per averci salvate entrambe. »
« Voi due siete… un mistero per me. La tua mente Bella e com’è se ci fosse un muro tra me e i tuoi pensieri. Non ho la più pallida idea di quello che ti passa per la testa. »commentò guardandola  poi distolse lo sguardo da lei e fissò invece Sara.« Invece nel tuo caso il discorso è diverso più o meno e come se ci fosse una specie di interferenza riesco a sentire quello che pensi solo a tratti e fatico parecchio a capire  di cosa si tratta senza contare che  pensi in italiano. »
« Per questo mi avevi chiesto se parlava italiano? »chiese Bella poi si rivolse a quella che credeva fosse la sua sorellina.« Come e quando hai imparato l’italiano? »
« Non credo sia il momento adatto per parlarne. »rispose.« Ti spiegherò tutto te l’ho prometto, ma non adesso. »promise era chiaro che non era felice e che avrebbe preferito che le spiegasse tutto immediatamente.
« Tua sorella ha ragione credo che tu abbia avuto abbastanza shock per stasera. »disse il vampiro.
La cameriera gli portò da mangiare e per il resto della sera furono più che altro gli altri due a parlare. Il loro salvatore le costrinse praticamente a bere due coca cola attesta convinto che lo zucchero insieme al cibo le avrebbe fatto bene. 
Le riaccompagnò a casa. Non raccontarono a Charlie del loro brutto incontro a Port Angeles e nemmeno che Edward le aveva riportate a casa. Si cambiarono e andarono a dormire. Bella le chiese di raccontare cosa stava succedendo le chiese di dirle la verita, ma lei si rifiutò e rimandò il discorso. Non si sentiva pronta ad affrontarla.

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