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Il pomeriggio trascorse in silenzio quasi religioso: dopo pranzo si erano sistemati sul divano, il televisore acceso su un k-drama di qualche anno prima dalla trama alquanto scialba.

Jungkook in realtà avrebbe di gran lunga preferito essere in camera propria oppure nella palestra, ma Yoongi si era avvinghiato a lui come un polpo e per lui era stato impossibile farlo staccare.

Sedeva con la schiena diritta e l'Omega era di traverso sulle sue gambe, il capo sulla sua spalla e le mani intente a giocherellare con le sue dita, molto più lunghe e segnate dai calli dovuti allo sport.

Quelle di Yoongi erano invece un poco corte, affusolate e morbide: accarezzavano con leggerezza il palmo dell'Alpha e a volte si intrecciavano alle sue falangi.

In sottofondo la serie tv riempiva di suoni soffusi la stanza permettendo ai due di rimanere zitti senza finire in una quiete imbarazzante.

Abbassò lo sguardo su Yoongi e oltre il suo capo riuscì ad intravedere un grosso cerotto sul suo collo; serviva a coprire la macchia violacea che gli aveva lasciato sulla pelle.

Aveva notato subito quel succhiotto, non appena rivisto Yoongi oltre la porta del bagno, ma non era riuscito né a dire né a fare nulla a causa della vergogna per aver fatto una cosa simile.

Era enorme e sebbene fosse abituato a farne anche a sconosciuti in occasione di scappatelle occasionali, stavolta era una situazione completamente diversa.

Non erano stati a letto, non vi era stata alcuna passione a fargli desiderare di marchiarlo in quel modo, soltanto istinti animaleschi che lo facevano sentire meno "umano" di quanto già non fosse, con quei canini da bestia.

Aveva desiderato averlo tutto per sé e quella pelle ora viola ne era la prova temporanea.

E se Namjoon lo avesse visto? Se avesse scoperto che aveva quasi rischiato di marchiare Yoongi?

Sicuramente non gli avrebbe permesso di mantenerlo in casa sua e nel profondo Jungkook sapeva che quella possibilità avrebbe aggravato la situazione dell'Omega, già fragile e sperduto di suo.

Non aveva una casa dove andare, non aveva familiari o amici a poterlo accogliere: l'unica cosa che lo poteva rasserenare era proprio lui, per quanto insensato e assurdo potesse essere.

Ricordava perfettamente come aveva gridato impaurito quando Namjoon gli aveva chiesto di allontanarsi per due minuti soltanto.

Quel profumo di terrore, quello sguardo atterrito... no, non poteva permette che Yoongi venisse allontanato da lui, non quando era in grado di alleviare il suo dolore e le sue ferite psicologiche.

Per questo dopo pranzo lo aveva accompagnato di nuovo in bagno per cercare qualcosa per nasconderlo, anche se l'armadietto dei medicinali era abbastanza vuoto: sembrava che qualcuno si fosse trasferito e avesse lasciato dietro di sé quelle poche cose che non entravano nella valigia.

Un barattolo di integratori, un disinfettante praticamente finito, uno sciroppo per la tosse la cui etichetta era ormai illeggibile... ma per fortuna c'era pure una confezione di cerotti, anche se mezza vuota.

Erano passati mesi da quando Jungkook ne aveva utilizzato uno: da quando il suo Alpha si era mostrato la sua capacità rigenerativa gli aveva decisamente semplificato la vita, permettendogli di non doversi più preoccupare delle proprie ferite.

Ma Yoongi era diverso, era un Omega che necessitava delle giuste cure, e sebbene in quel caso non vi fosse alcun taglio, in futuro sarebbe potuto essercene uno.

Si era già appuntato mentalmente di comprarne una nuova scatola il giorno seguente, quando sarebbe andato a fare la spesa.

"Che stai facendo Jungkook?"

Il Rifugio dei Peccatori [KOOKGA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora