Steve's pov
-Chi diavolo è Bucky?-
Quando lo vidi il mio cuore quasi si fermò... come era possibile che il mio migliore amico morto da più di 70 anni fosse ancora vivo? Perchè mi voleva uccidere? Perchè non si ricorda di me? Tutte queste domande mi offuscarono la mente lasciando che ogni certezza, che con fatica avevo ricostruito, sparisse. In quel momento provai le stesse medesime emozioni di quando lo vidi cadere nel vuoto da quel maledetto vagoni merci. Quel giorno avevo perso tutto, il mio migliore amico, mio fratello, la mia famiglia, ed ora era come se una vecchia ferita del passato si fosse riaperta lasciandomi dissanguare. Goccia, dopo goccia...
Bucky puntò verso di me la pistola ed io, ancora frastornato da quella sua risposta, rimasi immobile, come se avessi appena visto un fantasma. Per mia fortuna Sam si scaraventò dall'alto su di lui, colpendolo con le ali 'Falcon'. Ma Bucky era più forte e più veloce, aveva nel sangue il siero del super soldato, e con una capriola tornò in piedi, ma stavolta prima di impugnare di nuovo l'arma, mi fissò quasi incuriosito e stupito. -Steve! Stai giù- urlò Rachel buttandosi sulle ginocchia davanti a me, per poi scaraventare verso Bucky un'enorme scarica di ombre la quale causò un'esplosione. Il boato e il fuoco mi riportarono alla realtà: mi coprì con lo scudo e una volta che tutto terminò, lo riposi e guardai Rachel esterefatto -Non c'è di che- esclamò lei. Sam la aiutò a rialzarsi mentre Nat ci raggiunse zoppicando, era stata colpita da un proiettile alla spalla destra ed ora perdeva molto sangue -Dove è andato?- chiese Sam guardandosi attorno: non vi era traccia di Bucky, era sparito nel nulla come un fantasma... uno spettro del passato -Si può sapere che diavolo volevi fare? Volevi farti ammazzare?- Rachel era infuriata e io non la potevo di certo biasimare. La conversazione venne interrotta dall'acuto suono delle sirene della polizia; non ci fu nemmeno il tempo di realizzare che una quindicina di autovolanti dello S.H.I.E.L.D e della polizia ci avevano accerchiato -Getta lo scudo Capitano! Subito! In ginocchio!- gridava a squarciagola Rumlow -Avanti! In ginocchio! A terra! State tutti a terra!- Rumlow mi raggiunse per poi ammanettarmi. Accanto a me vi era Rachel inginocchiata che mi fissava come se stesse aspettando il momento per attaccare, ma io scossi la testa in segno di resa. Il soldato alle sue spalle una volta essersi assicurato di averle messo le manette ai polsi estrasse una pistola e gliela puntò alla nuca -Non qui!- Rumlow infierì abbassando di scatto l'arma del compagno mentre si assicurava che nessuno lo avesse visto -Stai attento a quella strega...- disse poi cingendole il capo con una sorta di casco con una lama che dava verso la gemma. Subito Raven rispose voltandosi verso Rumlow mostrando i suoi occhi violacei e profondi -Prova a far resistenza e questa gemma andrà in mille pezzi lasciando morire entrambe- sorrise soddisfatto l'agente dell'Hydra. Tutta quella situazione mi faceva tremare di rabbia... avevo promesso a Fury che l'avrei protetta, ed ora l'avrebbero uccisa o peggio torturata.
Passammo il resto del tragitto in silenzio, con le mani legate in un van dello S.H.I.E.L.D. Tutti guardavano me con sguardo preoccupato, tranne Rachel... lei sapeva già tutto -Ok al diavolo, questo silenzio è solo una falsa... era lui Bucky?- -Rachel!- -No Sam... Rachel ha ragione, vi devo delle spiegazioni- prima di continuare abbassai lo sguardo, quasi imbarazzato da quella situazione, come se fossi colpevole... o forse lo ero -Era lui... Ci siamo guardati in faccia ed era come se non mi conoscesse.- -Com'è possibile? Bucky è morto 70 anni fa- continuò Sam -Zola. Il reparto di Bucky fu catturato nel'43. Ha eseguito esperimenti su di lui: devono averlo aiutato a sopravvivere alla caduta, poi lo hanno trovato e...- -Non è colpa tua Steve- Nat pur essendo senza forze cerò di tranquillizzarmi, ma la verità è che nessuno poteva farlo. Era come se avessi fallito nella missione più importante della mia vita: proteggere la mia famiglia -Anche quando non avevo niente, avevo Bucky- -Lui non è più Bucky... è il Soldato d'Inverno. Bucky è morto.- le parole di Rachel erano pugnali sulla pelle, la verità fa sempre male. Le nostre attenzioni furnono catturate dai lamenti di Natasha: perdeva molto sangue e aveva bisogno di un medico. Le guardie che viaggiavano al nostro fianco però sembravano disinteressate, non rispondevano e soprattutto rimasero immobili quando Sam cercò di chieder loro pietà nei confronti della nostra amica. Accadde tutto così in fretta: una delle due guardie estrasse velocemente il manganello elettrificato puntandolo contro Sam, per poi colpire con una mossa netta il suo compagno facendogli perdere i sensi. Io e gli altri ci guardammo increduli e scioccati, per poi veder finalmente un viso familiare -Questo coso mi stava spappolando il cervello- disse la guardia togliendosi il casco -Maria?- domandai io incredulo -E lui chi è?- disse lei indicando Sam -Scusate... questo coso inizia a farmi male- interruppe Rachel indicando il suo "casco".
Dopo esser scappati dal van Maria ci portò in una sorta di bunker sotterraneo. Qualunque cosa stesse succedendo la speranza si riaccese in me non appena vidi Fury vivo -Ce l'avete fatta finalmente.-
Bucky's pov
Un unico rumore mi rendeva irrequieto, quello del flusso dei miei ricordi. Mi guardai attorno: uno stanzino buio, con grandi macchinari, era una gabbia. Sapevo bene che il posto dove mi trovavo era familiare, ma in me cresceva un senso di insicurezza, come se fosse tutto sbagliato, come se non avessi coscienza di me e pieno autocontrollo. Gli ordini erano chiari, ma era come se in quel momento non riuscissi a pensare ad altro che al mio passato. Bucky quella parola, quel nome... perchè il ragazzo sul ponte mi aveva chiamato Bucky. Perchè ogni volta che cercavo di ricordarmi qualcosa del mio passato era come brancolare nel buio, eppure so che un tempo, da qualche parte nel passato, avevo già visto il ragazzo del ponte. "Sergente Barnes", un vagone merci, la neve gelida, il sangue, "il procedimento ha già avuto inizio...tu sarai la nuova mano dell'HYDRA... congelatelo" ecco quella luce, immagini nella mia testa che iniziavano a prendere forma, ad avere senso... iniziavo a ricordare. - Rapporto missione. Rapporto missione, ora- mi ripeteva Pierce, ma era come se non mi importasse della missione... mi importava di ricordare... perchè non mi era mai importato prima? Il flusso dei miei pensieri venne però interrotto da un violento schiaffo che Percie mi diede. Non ebbi forza per chieder altro se non chi fosse l'uomo sul ponte -Lo avevi già visto questa settimana in un'altra missione- mi rispose l'uomo davanti a me, il mio superiore, il mio capo - Ma io lo conoscevo - non riusciì a dire altro... Pierce evidentemente molto inspazientito però si sedette davanti a me, ricordandomi tutto il male che avevo provocato, che il Soldato d'Inverno aveva portato - Il tuo lavoro è stato un dono per l'umanità. Hai plasmato il secolo... mi serve che tu lo faccia ancora un'altra volta. La collettività si trova in bilico tra l'ordine e il caos. Domani noi daremo una piccola spinta, ma se non farai la tua parte, non potrò fare la mia... e l'HYDRA non potrà dare al mondo la libertà che merità- mi guardava fisso negli occhi, come se sapesse che io pian piano stavo iniziando a ricordare. Un rumore sordo nella mia testa mi distrasse e per un attimo rividi quegli occhi viola, quella giovane donna dietro ad un cumolo di ombre: in essi mi ci ero specchiato, seppur per qualche secondo avevo visto in essi un senso di dolore e di vuoto che per anni mi hanno oscurato. -Chi è la ragazza con la gemma?- domandai io perso ancora in quello sguardo -Lei è la tua missione- quello sguardo mi era rimasto impresso, era come se tra noi ci fosse un collegamento, come se ci capissimo, senza volerlo -Ma io non voglio farle del male- -Tu non dovrai fare altro che portarla da me, la libertà che il mondo ha bisogno è l'HYDRA, e per raggiungere questa libertà abbiamo bisogno del suo potere- -Ho detto che non le farò del male!- scoppiai io urlando e scaraventando a terra la sedia che avevo di fronte -Preparatelo- sapevo bene il mio destino -Ma Signore, ha sospeso la crioterapia troppo a lungo...- -Riportatelo a zero e ricominciate- Sapevo bene che era arrivato di nuovo quel momento... il momento in cui avrei dimenticato tutto di nuovo: ogni volta che andavo vicino al ricordare qualcosa del mio passato, ogni volta che mi avvicinavo a recuperare la mia umanità, spariva tutto in un lampo causato dall'elettroshock. Ormai avevo smesso di lottare, sapevo bene che non serviva a nulla. Così mi adagiai allo schienale della sedia su cui stavo, sperando che finisse tutto presto, sapendo però che era una speranza vana. Chiusi gli occhi per un secondo, e nel buio che si fece vidi solo quello sguardo, quella ragazza, la mia missione... questa è l'ultima cosa che mi è concesso ricordare.
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RAVEN // an MCU fanfiction - AVENGERS
ActionMCU FAN FICTION "L'oscurità è parte di me... non sono nessuno senza di lei" Rachel Roth, la migliore archeologa del Nevada, viene incaricata di riaprire le ricerche di un famoso sito archeologico in terra nativa, sulle orme di antiche leggende e mis...