Capitolo 1

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Big Bend National Park, Texas, 2010 

Dopo circa 2 ore di cammino tra  sentieri tortuosi e ruscelli giungemmo nel cuore del Big Bend National Park. Marie, come sempre, si trovava alla testa della fila mentre chiacchierava in lingua nativa con la nostra guida Kitchi, al contrario io chiudevo il gruppo standomene sul fondo, così potevo osservare più in tranquillità l'ambiente attorno a me: tutta quella vastità di natura selvaggia e del silenzio spezzato dal nostro camminare nell'acqua rendeva il tutto più mozzafiato. Da quando avevo accettato l'incarico di recuperare alcune ricerche archeologiche effettuate anni prima nella zona della riserva naturale, dove erano stati ritrovati alcuni manufatti appartenenti ad una tribù Apache all'interno di una grotta di roccia rossa, non facevo altro che leggere e informarmi sulle leggende native cercando di creare un contesto storico e culturale.
- Rachel, se continui a guardarti attorno senza osservare attentamente dove poggi piedi, rischierai di inciampare su una roccia e spezzarti l'osso del collo- disse Jack dandomi le spalle. Ero talmente catturata da quel paesaggio mistico che non risposi neppure e questo probabilmente lo fece preoccupare perché decise di indietreggiare e raggiungermi -Ok, continua a studiare attentamente il posto, io mi assicuro che tu arrivi sana e salva - -Oh Jack andiamo, non pensi sia mozzafiato questa natura selavaggia? Insomma non ti stupisce come queste tribù potessero vivere in un'ambiente così arido come il desederto? E poi come mai questa roccia assume il color rosso?- -Non saprei Rachel, sono un archeologo non un bioma- -Un ecologo... i biomi sono dei sistemi ambientali, non sono una professione- enunciai io sorridendogli -Rachel Roth, la più grande archeologa di sempre diviene anche un'ottima insegnante di terminologia ambientale- esclamò Jack mettendomi un braccio attorno alla spalla.
Dopo circa un'altra mezz'ora di cammino Kitchi si fermò di scatto, facendoci capire che eravamo arrivati sul luogo prestabilito. Prima di andarsene però si voltò verso di noi e disse qualcosa nella sua lingua nativa che poi Marie tradusse con ' Fate attenzione, queste cave celano segreti arcani, le forze che circondano questo ambiente devono rimanere dove si trovano per il bene di tutti ' la serietà dello sguardo mi fece rabbrividire, ma lo stesso non capitò a Jack che non aria superiore rispose -Non si preoccupi, io e la dottoressa Roth abbiamo affrontato di peggio- Kitchi sembrava aver capito perché interruppe Marie prima che potesse tradurre il tutto replicando con un accento americano molto goffo -Siete stati avvertiti. Buona Giornata-.

La nostra guida ci aveva lasciato ormai da qualche ora e mente io e il dottor Jack Walker avevamo già iniziato le nostre ricerche. Marie invece se ne stava seduta su un masso più distante, nella mano destra aveva la sua macchina fotografica mentre nell'altra teneva un taccuino dove, ogni tanto, annotava qualche informazione sull'avanzamento delle esplorazioni. Io, Marie e Jack eravamo amici fin dai tempi del college: tutti e tre ci conobbimo al corso di archeologia delle culture antiche; a differenza di me e Jack, lei si specializzò in giornalismo e lingue antiche. Eravamo inseparabili... sul lavoro e anche nella vita di tutti i giorni. Il rumore del picchiettare dello scalpello sulla roccia venne interrotto dalla voce della nostra amica che, accompagnata da un gesto della mano verso un pubblico immaginario enunciò il titolo del suo articolo -che ne dite di "Dottor Walker e Dotteressa Roth portano alla luce l'antico mistero della tribù Apache"? troppo "sfarzoso" come titolo?- -Marie ma non abbiamo ancora rinvenuto nulla- le sorrisi io. Le ricerche ormai proseguivano da ore senza alcun risultato... magari non c'era davvero nulla di così interessante in quella zona. Ci avevano affidato questo sito archeologico poiché i precedenti rinvenitori lo abbandonarono prima del termine prestabilito, nessun sa esattamente le motivazioni. Si pensa che uno di loro sia scomparso durante le ricerche e che gli altri per timore di perdere il lavoro abbiamo insabbiato tutto rifilando il tutto in una semplice frase "Nessun rinvenimento è stato portato alla luce". Proseguimmo le ricerche senza filare parola, solo il vento e il rumore dei nostri scalpelli ci faceva compagnia. Ogni tanto il rumore della macchina fotografica di Marie rompeva quella monotona melodia, fino a quando le sue parole fecero sobbalzare anche Jack -Ragazzi- urlò lei dall'esterno della grotta
-Forse ho trovato qualcosa- gridò lei con voce entusiasta. Dopo esserci scambiati uno sguardo furtivo io e il ragazzo la rangiungemmo in fretta e furia, ritrovandoci di fronte ad un'altra apertura della cava, ma stavolta di questa non si vedeva neppure il fondo.
-Inquietante- sussurrò Jack
-Inquietante ma curioso- -Che intendi Rachel?- mi domandò lui -Beh... nessuno aveva mai parlato di due grotte, eppure questa si trova esattamente di fronte alla prima... è impossibile non vederla- -Suggerisci di darci un'occhiata?- chiese il ragazzo inarcando il sopracciglio -Io dico che una controllatina non guasterebbe- ribadì io con voce seria -Ok ragazzi... seriamente?! Non avrete intenzione di infilarvi in una grotta buia e per nulla spaventosa, con due semplici torce e degli scalpelli?- il nostro sguardo su Marie le fece capire la serietà delle nostre intenzioni tanto che enunciò subito dopo -Ok d'accordo, siete sempre i soliti testoni... io vi aspetto qui- -La solita fifona- dissimo in coro io e il ragazzo -Fifona no, ragionevole SÌ- rispose lei voltandosi in fretta e furia come se qualcosa la stesse inseguendo.
Rimanemmo di nuovo soli io e Jack così prima di entrare ci scambiammo uno sguardo quasi di sfida -Il primo che trova qualcosa di interessante offre una birra all'altro?- dissi io inclinando la testa da un lato e porgendogli la mano -Affare fatto- mi stringe la mano per poi rivolgere il suo sguardo sul fondo buio della grotta.
Le nostre torce illuminavano parzialmente le pareti lucide e fredde della grotta, ma fu proprio quella luce che ci fece render conto di una miriade di pitture magnifiche, molto semplici ma di grande impatto. Le pitture erano però molto varie, probabilmente non raccontavano una storia ma eventi singoli: la caduta di una stella dal cielo, la danza attorno al fuoco di una tribù nativa, una tenda colorata ma tra tutte una catturò la mia attenzione: una figura oscura, dai tratti non definiti sovrastava altre figure di uomini, dipinti a grandezza minore della figura... un particolare mi fece istintivamente avvicinare, quasi come ipnotizzata da essi, due grandi occhi viola, profondi come il vuoto.
-Che diavolo è?- mormorò lentamente Jack puntando la torcia verso una rientranza della grotta. Le torce ormai non servirono più poiché dalla rientranza una luce viola intensa illuminava il fondo della insenatura. La luce proveniva dal basso, probabilmente si trattava di una crepa nel terreno. Ci avvicinammo con molta attenzione quando capimmo che quella crepa ovale si affacciava dall'alto verso un'altra grotta. Non capivamo che cosa provocasse quella intensa luce viola, ma internamente sapevo che avrebbe condotto ad una scoperta eccezionale. Mi sfilai piano lo zainetto dalle spalle attirando la curiosità del mio amico che subito capì le mie intenzioni -Sei impazzita? Non puoi calarti lì dentro! Non sappiamo nemmeno se quella luce possa provenire da qualche sostanza velenosa o se il soffitto sia stabile. Rachel questa è una pazzia...- -Tranquillo Jack, starò attenta... C'è mai stata una volta nella vita in cui non lo sia stata? E poi è impossibile che quella luce provenga da una sostanza velenosa, altrimenti saremmo già belli che morti- mi legai la corda attorno alla vita e poi cercai un masso pesante a cui legarne l'estremità -Rachel ti prego... non ne vale la pena- mi afferrò il polso obbligandomi a fermarmi -Ha senso rischiare tanto per così poco?- domandò lui accarezzandomi la guancia -Per così poco??? Jack, se anche questa ricerca fallisce possiamo anche scordarci quei 30.000 dollari...- -Non lo fai solo per i soldi, tu lo fai per dimostrare a te stessa, e al mondo che Rachel Roth è la migliore in tutto, persino nel rischiare la vita per la fama. Non c'è bisogno di dimostrare a tutti che sei la migliore nel tuo campo, perché già lo sappiamo- -Beh ma essere la migliore significa anche sapersi spingere dove nessun altro è mai arrivato- affermai io con aria sicura -Non c'è modo di farti cambiare idea vero?-
-Direi di no- sorrisi io legando la cima al masso -Ok ok, ti offrirò quella birra-
-Tanto già lo sapevi che avrei vinto- gli sorrisi prima di calarmi all'interno della cavità.
Pareva davvero molto profonda, i miei capelli corvini iniziarono ad attaccarsi alla fronte e il mio cuore iniziò a battere all'impazzata. Non avevo mai adorato la altezze, ma non era quello il momento di vacillare. Sono sempre stata la migliore in tutto fin da quando ero una bambina. Era un difetto? Probabilmente sì, ma a me non importava. Non ero nessuno se non eccellevo in tutto ciò che facevo. -Vedi qualcosa?- rimbombò la voce di Jack -Non ancora... calami di più- ordinai io -Ehi Rachel... quando usciremo da qui, beh insomma, ti andrebbe di...- -Un appuntamento?- lo interruppi io con aria saccente. Sapevo già che Jack provava qualcosa per me, io però non ero sicura di provare lo stesso, ma nonostante ciò accettai rivolgendogli un ampio sorriso.
Quella situazione venne però interrotta da un rumore acuto. Alzai lo sguardo verso Jack e non feci in tempo ad allungare la mano verso la fune che questa si spezzò rumorosamente facendomi precipitare sul fondo della cavità.
Accadde tutto in pochi secondi, poi una fitta atroce mi percosse la schiena.

RAVEN // an MCU fanfiction - AVENGERSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora