Capitolo 2

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-Rachel! Rachel! Stai bene? Ti prego rispondimi!- urlava Jack senza sosta finché aprì gli occhi e la sua voce si fece meno ovattata. Probabilmente avevo perso i sensi per poco tempo, forse meno di un minuto poiché la fitta alla schiena era ancora una sensazione vivida... -Sto bene... ho solo picchiato molto forte la schiena- -Rimani lì... vado a cercare una corda e a chiamare aiuto, non muoverti.- -No aspetta- mi rialzai io guardandomi attorno. Non potevo credere ai miei occhi... mi trovavo all'interno di una tomba. -Jack, sto bene, non ho lesioni sulla schiena, riesco a camminare- -Sei precipitata da Dio solo sa quanti metri... ti prego resta dove sei, io vado a chiamare qualcuno- gridò lui senza darmi l'opzione di ribattere per poi correre fuori dalla grotta. Più mi guardavo attorno più mi sforzavo di capire quanto fosse profonda quella cavità, ma i miei sforzi erano vani soprattutto stando ferma nel punto dove ero caduta. Scusami Jack pensai io dopo aver ripreso tra le mani la torcia. La luce viola ora si faceva più nitida ma più la cercavo più ella si faceva irraggiungibile. Sapevo di trovarmi all'interno di una tomba per la miriade di statue che mi circondavano.
Rachel
-Chi c'è?- domandai io puntando la torcia attorno a me
Rachel bisbigliò una voce femminile nel vuoto.
Sarà solo il vento pensai io incamminandomi verso la luce viola.
Da questa parte di nuovo quel bisbiglio mi fece sobbalzare. Non capivo esattamente se fossero allucinazioni provocate dalla caduta o fosse tutto reale, ma la voce che sentivo mi stava indicando la fonte di ciò che stavo cercando. Dopo aver superato qualche statua e un paio di scheletri di animali morti mi ritrovai di fronte ad un colosso di pietra.
La figura che si innalzava di fronte a me era la stessa figura che avevo notato precedentemente tra i dipinti sulle pareti della grotta. -Trovata!- esclamai io quando notai che la luce proveniva proprio dal colosso di pietra. Al centro della fronte infatti era stata posta una gemma di un colore purpureo. Ero attirata da essa. Una forza dentro di me sentiva che strapparla dalla roccia era la cosa giusta... mi arrampicai su delle rocce poste ai lati del colosso di pietra, fino ad arrivare faccia a faccia con essa. Quella pietra, quel cristallo chiamava il mio nome. Quando mi avvicinai mi accorsi che non aveva un colore unico... aveva altre sfumature diverse... alcune gialle, altre rosse, blu, verdi, arancio e infine viola. RACHEL urlava più forte. Afferai forte quella gemma e con un gesto netto la strappai dalla roccia umida. Fu in quell'esatto momento che un boato mi fece tornare alla realtà. Mi guardai attorno spaventata e tra le mani avevo quella gemma che iniziò a brillare tanto che dovetti lasciarla cadere per potermi coprire gli occhi. La luce viola ora divenne talmente forte che mi fece inciampare e cadere dalle rocce su cui mi ero arrampicata poco prima. Atterrai di nuovo di schiena ma stavolta non senti nulla, forse perché la mia mente era concentrata su quella luce abbaiante e accecante, la quale ad un tratto si spense ed io mi ritrovai circondata da un buio pesto. Non avevo mai avuto paura del buio, ma in quel momento il mio cuore batteva all'impazzata, e le mie gambe iniziarono a tremare. Mi rialzai riprendendo tra le mani la mia torcia e la puntai verso il colosso di pietra. Ma non c'era più. Al suo posto, il vuoto. Come era possibile? Mi avvicinai e mi ritrovai ancora una volta tra le mani quella piccola gemma. Negli attimi dopo si susseguirono eventi che ancora oggi non saprei spiegare razionalmente.
La gemma iniziò a librarsi in aria, quasi come se un filo invisibile la stesse facendo fluttuare come una stella; non rimase in aria per molto poiché una forza terribilmente forte la fece avanzare contro la mia fronte, inchiodandola a me. Urlai talmente forte che iniziai a piangere... quel dolore era come se un proiettile mi si fosse impiantato in fronte. Mi portai entrambe le mani verso di essa cercando di staccarla dal mio viso ma furono vani tentativi perché ormai era come se fosse divenuta parte di me. Un'altra forza invisibile mi spinse violentemente contro la parete liscia e umida della grotta. Quando i miei occhi misero a fuoco la situazione iniziai a pensare al peggio. L'entità della pittura, quel mostro dagli occhi viola prese forma proprio davanti a me. Non appena mi vide iniziò ad avanzare con passo lento quasi come se avesse paura di me. Pian piano la gemma iniziò ad emettere ancora più luce di prima, ed illuminò il viso del mostro... aveva assunto le mie sembianze. Era come guardarsi in uno specchio coperto di cenere.
Rachel il tuo sacrificio ti sarà riconosciuto
-Chi ha parlato? Chi sei?-
-Sono stata io...- sussurrò l'entità che avevo al cospetto -Chi sei? Sei nella mia mente?- chiesi io cercando di staccarmi da quella parete, ma erano tentativi vani perché pareva che ci fossi incollata -Sono uno spirito in cerca di un tramite e la gemma ha scelto te... il tuo sacrificio non sarà vano lo prometto, avrò cura di te- prima che potessi ribellarmi divenne tutto buio, solo alcune immagini a me estranee si proiettarono nella mia mente: una ragazza, una tribù, una gemma, una tomba... poi il buio.

RAVEN // an MCU fanfiction - AVENGERSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora