La luce che filtrava attraverso la tenda della porta del piccolo balcone le solleticò gli occhi.
Si stiracchiò sul letto e si accorse che aveva dormito con la roba che portava addosso.
Si mise a sedere sul letto e lasciò gli occhi a vagare su quella che era stata la sua stanza per quasi venti anni.
La piccola libreria sulla scrivania, le mensole con alcuni peluche, due quadri raffiguranti il mare, una poltrona su cui si accoccolava quando doveva studiare, il letto a una piazza e mezza con ancora il copriletto con le rose e il comodino che richiamava la testiera in legno del letto.
Accanto alla porta vi era appeso uno specchio che arrivava fino a terra e vicino c'era un pouf contenitore.
Guardò sconsolata i peluche soffermandosi su quello che le aveva regalato Cameron.
Lo odiava e allo stesso tempo lo adorava quel piccolo Bamby con gli occhi come caramello.
Si passò una mano nei lunghi capelli castani dorati e li legò in una coda approssimativa
Poi prese la valigia cercò il completo che metteva per andare a correre e andò nel bagno adiacente che condivideva con Jason per rinfrescarsi e cambiarsi.
Dopo un quarto d'ora appena era pronta per andare a correre, uscì cauta dalla stanza e mise fuori la testa tendendo l'orecchio.
In casa c'era calma piatta.
Scese le scale lentamente e si guardò intorno.
Piatti, bicchieri e bottiglie ovunque.
Afferrò le altre due valigie e le portò in camera, non voleva che si accorgessero della sua presenza o l'avrebbero impelagata nelle pulizie, non ne aveva la minima intenzione.
Tornò giù mise le cuffie nelle orecchie e uscì chiudendosi piano la porta alle spalle.
Andò al parco e dopo averlo percorso tutto si fermò per riprendere fiato e fare gli esercizi di routine che aveva imparato con Luke.
Quando ebbe finito era passata un ora e mezza, si sedette sotto un grande albero e chiamò Luke.
"Ciao straniera. Come gira ad Appleton?"
"Ciao Luke. Ho appena finito di correre, il sole è già alto ed è una bella giornata. Tu sei già tornato?"
"Negativo splendore. Sto puntando un tipo qui a Central Park, pelle di ebano occhi come la pece e sorriso bianchissimo. Mi ha sorriso un paio di volte vediamo se riusciamo a portare a casa un appuntamento. Tu invece, con occhi belli Price?"
A Mya scappò un gemito.
"Ehi non lo terrai già tra le gambe spero!"
"Ma che diavolo vai a pensare Luke? Cameron non sa neanche che sono arrivata. Ieri sera stavano dando una festa che sembrava quella per dei liceali. Vestiti succinti, alcool a fiumi e gente sbronza che non capiva dove si trovava. Oggi è il compleanno di Cameron e pare abbiano organizzato uno stupido gioco al quale mio malgrado mi sono trovata a partecipare."
Immaginò Luke con lo sguardo attento e le orecchie distese .
"Okok splendore. Il tuo Luke ora si è seduto ed è pronto ad ascoltarti. Dimmi tutto."
Mya alzò gli occhi al cielo.
"Sei una pettegola!"
"Lo so tesoro è per questo che mi adori. Ma non sviarmi racconta!"
"Ma c'è poco e niente da raccontare. Sono arrivata passata mezzanotte e ho trovato casa dei miei invasa da gente ubriaca. Sono entrata in cucina e ho trovato Cameron bendato su uno sgabello mentre mio fratello dettava le regole di un gioco assurdo da bambini. Dieci ragazze dovevano baciare Cameron, lui ne avrebbe scelta una di loro con cui passare un fine settimana bollente."
"Dimmi che ha scelto te!"
Oh le sarebbe piaciuto.
"Cosa? No! Non ho idea di chi abbia scelto. Purtroppo mi sono trovata a baciarlo, ma poi Reb la stronza mi ha letteralmente sputato in faccia di farmi da parte perché Cameron è suo. Sono andata in camera mia dopo averla mandata al diavolo e mi sono messa a dormire. Questo è quanto."
Un urlo dall'altra parte del telefono la fece spaventare.
"Luke tutto ok?"
"Tutto ok un corno! Perché non hai tirato i capelli a quella stronza? Ma a prescindere da questo ...dimmi tesoro, come bacia Cameron occhibelli Price?"
A Mya tornò in mente il bacio di Cameron e si sentì percorrere da un fremito.
Il ricordo della sua lingua che le lambiva la bocca la fece eccitare come una quindicenne.
"È stato pazzesco. Erano così tanti anni che aspettavo quel momento che avrei voluto tanto non finisse mai. Ma come tutti i sogni appena apri gli occhi tutto svanisce. Non si ricorderà neanche per quanto era sbronzo."
"Non sono d'accordo tesoro. Lo sai che Luke su certe cose non sbaglia mai. Io credo che invece il bacio lo ricorderà più che bene. E ci scommetto quello che vuoi che da sobrio inizierà a provarci spudoratamente. Il tempo mi darà ragione. Ora scusa darling ma macho al cioccolato a ore dieci si sta avvicinando con nonchalance. Ci sentiamo più tardi."
Mya restò a guardare il telefono basita.
L'aveva mollata lì su due piedi, incredibile.
"Ehi, ciao Mya!"
Un tipo irradiato dai raggi del sole la salutò dalla pista dove altri correvano e qualcuno rollava sui pattini in linea.
Si schermò gli occhi con la mano ma non riuscì a riconoscere chi era.
Quando questi la raggiunse sotto l'albero rimase sbalordita.
"Joey Dubbs? Sei proprio tu? Che diamine ne hai fatto delle costole appuntite e del viso incavato?"
Joey scoppiò a ridere e mise le mani sui fianchi asciutti mettendo in evidenza i muscoli scolpiti delle braccia.
Mya si rese conto di essere stata un tantino scortese.
"Oddio scusami non intendevo..."
Joey alzò una mano per fermarla e andò a sedersi accanto a lei.
"Tranquilla Mya non sei mai stata una con i filtri. Ma per rispondere alla tua domanda sono sempre io, sono solo cresciuto."
Mya sgranò gli occhi.
"Più che bene oserei dire!"
Joey ammiccò sornione.
"Questo vuol dire che se ti invito a uscire con me non ti vergogneresti?"
L'espressione di Mya doveva essere così assurda che Joey scoppiò a ridere.
"Piantala, non sei divertente. Quando mai io mi sono vergognata di qualcuno? E poi ci terrei a ricordarti che tu facevi parte della categoria di stronzi che mi chiamava Surfing o l'hai dimenticato?"
Joey si alzò in piedi e le porse una mano che lei accettò di buon grado.
Il ragazzo si allontanò di un paio di passi e la squadrò da cima a fondo.
"Bhe posso dire con estrema certezza che anche tu sei cresciuta più che bene in determinati punti. Senti io devo andare a fare colazione ti va di unirti a me?"
Mya piegò la testa di lato.
"Ci stai provando?"
Joey si strinse nelle spalle.
"Forse, e forse no. Chi può dirlo? Allora vieni con me o no?"
"Ok. Ma offri tu perché io non ho soldi con me."
Joey sorrise e scosse la testa.
"Sei cambiata davvero solo in alcuni punti. Per il resto rimani la stronza che eri. Andiamo, ti offro la migliore colazione che tu abbia mai mangiato!"
Dopo un quarto d'ora sedevano a un bar lontano un paio di isolati dal parco, bar che Mya non ricordava di aver mai visto o frequentato.
"Da quando è qui questo bar?"
L'insegna Milly non le diceva nulla.
"Da circa tre anni. Ha aperto al posto della signora Millis quella pazza che vendeva animali impagliati, ti ricordi quel gatto spaventoso che teneva in quella vetrina impolverata?"
Mya fece mente locale.
"Oh mio dio si, una volta quel deficiente di mio fratello portò a casa una faraona e mamma cercò di cucinarla. Oh santo cielo, si che mi ricordo. E chi è questa Milly che ha aperto adesso?"
Joey le indicò una ragazza che si stava avvicinando con grembiulino e notes tra le mani.
"Ciao Joey e ciao anche a te ....scusa sei Mya?"
Mya restò basita dal cambiamento radicale di Mil-Mil, la capo cheerleader per eccellenza.
Quella che era super invidiata, la più nota, la più richiesta, la più fashion.
Nessuna era riuscita a toglierle mai lo scettro di reginetta del ballo di ogni fine anno.
"Mil-Mil? Sei davvero tu?"
La ragazza davanti a lei scoppiò a ridere.
"Si esatto sono proprio io. Ora però mi chiamo semplicemente Milly, non indosso più la divisa da cheerleader e sono proprietaria di questo bar. Allora, cosa vi porto?"
"Per me il solito Milly, per Mya non so."
Mya si sentì quasi di troppo tra quei due che si scambiavano lunghe occhiate.
"Oh ehmm, vanno bene un cappuccino, una brioche e non so hai altro?"
"Si ho torta di mele fatta in casa, cookies al cioccolato e cocco, ciambelle e anche piccoli brownie."
Nel sentire menzionare tutto quel ben di dio a Mya iniziò a brontolare lo stomaco.
"Bhe sembra che abbia piuttosto fame quindi portale un assaggio di tutto."
Milly sorrise di rimando a Joey e tornò nel bar.
Mya guardò fitto negli occhi Joey.
"Bhe?"
Joey fece finta di nulla.
"Cosa?"
"Non fare lo gnorri con me, sembrava quasi che stessi per fartela qui sul tavolo!"
"Ci sono cose che non sai Mya. Molte cose sono cambiate, molte persone sono cambiate. Non sempre quello che vedi è facile. "
In quel momento arrivò la colazione e mentre una Milly allegra e gioviale svuotava il vassoio sul tavolo Joey distolse lo sguardo guardando altrove.
Mya lasciò cadere l'argomento.
Tuttavia si ripromise di affrontarlo di nuovo appena avesse avuto un attimo di tempo.
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Due cuori un martini e una vendetta
ChickLitMya ama Cameron da quando ha memoria. La prima volta che lo ha visto le è sembrato così bello che nonostante lui l'abbia sempre presa in giro gli ha perdonato tutto. Gli anni sono passati e tanto Mya quanto Cameron sono cresciuti, hanno intrapreso o...