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Mya prese l'ultimo nigiri e lasciò a Mildred i due maki restanti.
"Quindi prima di iniziare a lavorare per Cameron lei lavorava per una fabbrica di scarpe?"
"Si. Ma chiamami Mildred cara, non serve più darmi del lei. Non sono poi così vecchia."
Mya sorrise.
Oh no, aveva solo un età compresa tra i sessantacinque e i novanta.
"Va bene Mildred. Come mai non ti sei ritirata, se posso permettermi."
"Bhe mia cara, quando fai del tuo lavoro la tua unica ragione di vita è difficile smettere di farlo. Sto meglio qui che in quella casa vuota e solitaria."

"Non sei sposata? Non hai figli, nipoti?"
Gli occhi di Mildred si velarono di nostalgia.
"Avevo un fidanzato. Eravamo felici. Dovevamo sposarci. Poi lui ha incontrato mia sorella e si sono innamorati. Sei mesi dopo si sono sposati. E io non ho mai concesso che il mio cuore battesse per qualcun altro."
A Mya venne il magone.
"Oh Mildred mi dispiace così tanto."
Le accarezzò una mano mostrandole empatia.

"Non rammaricarti tesoro. Dopo un anno lei non riusciva ad avere un figlio e lui l'ha lasciata per un altra donna. Lei dopo qualche tempo si è risposata e ha avuto un figlio dall'uomo che dice di amare alla follia ma io non le credo."
Mya rimase di stucco.
"Mildred sembri quasi...."
"Felice? Ebbene si, lo sono. La mia cara sorellina ha avuto quello che meritava. Non si rubano i fidanzati altrui. Peter le è rimasto in gola."
Dire che Mya era esterrefatta era dire poco.
"Wow. Sono stupita, santo cielo. Quindi hai un nipote?"

A quel punto gli occhi di Mildred presero a brillare.
"Mia cara la vita è strana, da un lato ti toglie ma da un altro lato ti dà tanto. Il mio Ryan è un ragazzo così a modo, educato, gentile e bello. Molto bello. Viene a trovarmi tutti i fine settimana, abita solo a qualche ora da qui. Abita da solo e aspetta di incontrare il grande amore della sua vita."
Mya sorrise felice.
"Sono contenta per te Mildred, e tua sorella? Sarete rimaste in contatto, vi sentite spesso?"

Mildred sorrise compiaciuta.
"Per niente. Quella stronza mi odia, crede sia stata io la causa della fine del suo matrimonio. Come se io avessi obbligato Peter ad andare a letto con Thelma."
Mya spalancò gli occhi.
"Scusa Mildred chi è Thelma?"
"Thelma? Bhe lei era la mia migliore amica, poverina è deceduta qualche anno fa!"
Il tono dispiaciuto di Mildred non convinse poi tanto Mya.

"Sai ti avevo considerato un possibile problema per Cameron, ma dopo aver visto come hai messo al suo posto quella bionda tinta mi sono ricreduta. Non mi fraintendere, ma spero tanto che Cameron un giorno si innamori del mio Ryan. È per questo che tengo lontane tutte le possibilità che Cameron trovi l'anima gemella."
A quel punto Mya era un misto tra incredulità e divertimento.
Quella donna era un pericolo pubblico.
Avrebbe giurato che ci fosse il suo zampino nel tradimento dell'ex cognato.

Ma questo a lei non importava, l'importante era che Mildred le stava fornendo la giusta vendetta per Cameron.
Sorrise furba e strinse le mani a Mildred.
"Oh Mildred che animo dolce. Ma perché non organizziamo un appuntamento?"
Mildred la guardò titubante ma la mente di Mya stava già meditando la giusta punizione.
"Non so cara. E se Cameron si arrabbia?"
"Sciocchezze. Lascia fare a me Mildred, questo fine settimana Ryan e Cameron andranno a cena insieme."

Mentre Mildred sorrideva felice Mya sorrideva furba, Cameron si sarebbe pentito di aver baciato Rebecca quando ancora le sue labbra fremevano per la voglia di baciarlo di nuovo.
"Sei sicura cara? Non vorrei che Cameron mi licenzi. Sai qui ho tanti amici."
Mya osservò Mildred fare movimenti strani con le sopracciglia e in un primo momento non capì.
Tutti gli uomini di età avanzata che erano nel palazzo conoscevano Mildred.
"Amici? Oh, ahhhh. Si sì ho capito. Tranquilla Mildred, il tuo posto e i tuoi amici non corrono alcun pericolo. "

Ora che aveva in Mildred un'alleata e non più una nemica poteva stare tranquilla.
Sorrise furba e iniziò a escogitare mentalmente il piano perfetto.
Cameron Price preparati, la vendetta di Mya Clark sta per investirti in pieno.
Pensò diabolica con un sorriso sadico dipinto sul viso.

Quando Cameron rientrò dal pranzo di lavoro con un cliente era euforico.
"Mildred, Mya. Abbiamo un altro cliente. Esporteremo pelli in tutto il mondo!"
Tanto Mya quanto Mildred si scambiarono un occhiata e sorrisero contente complimentandosi con lui.
Ma Cameron le guardò strane.
"Siete strane. Avete qualcosa che non mi convince. Che succede?"

Mildred strinse le spalle, sembrava impacciata come se Cameron avesse colto nel segno, così Mya decise di intervenire prima che l'adorabile vecchietta mandasse a monte il suo piano.
"Ma no niente di che. Il fatto è che è passata a trovarti un altezzosa e antipatica Rebecca e pretendeva di sapere dove tu fossi e perché non era stata avvisata del cambio di uffici. Perdonami se ho preso l'iniziativa di mandarla via ma non mi sembrava il caso di interrompere il tuo pranzo per un suo capriccio."

Gli disse tutto con voce dolce, per metterlo alla prova e vedere se si arrabbiava.
"Oh no no. Hai fatto bene. Anzi quando viene io per lei non ci sono mai. Mi raccomando."
Raggiunse il suo ufficio e si chiuse dentro.
Mentre Mildred e Mya si scambiavano un occhiata eloquente.

Poco prima delle diciassette, quando stavano per andare via Mya si affiancò alla scrivania di Mildred.
"Mildred è sicuro che tuo nipote viene questo fine settimana?"
Mildred ripose i ferri nella borsa e si alzò.
"Ma certo. Comunque quando arrivo a casa lo chiamo per essere più sicura e domani ti faccio sapere. Ma sono certa della sua presenza. Arriva sempre al venerdì nel pomeriggio e riparte la domenica sul tardi."

Mya sorrise felice.
"Bene Mildred, vedrai organizzerò una serata indimenticabile per entrambi."
Mildred le mise una mano sul braccio.
"Oh Mya cara, sono così contenta che tu non sia interessata a Cameron. Ti avevo giudicato male. Grazie per quello che stai facendo per il mio Ryan."
"Figurati Mildred. Ti chiamo un taxi?"
Mildred prese uno specchietto dalla borsa, si passò un velo di rossetto sulle labbra e con uno scatto richiuse lo specchio.

"Grazie cara, non serve. Mi accompagna a casa Roger. L'avvocato del secondo piano."
Mya spalancò gli occhi.
Quella donna era più attiva di lei.
"Ok. Ti auguro una buona serata allora."
"Oh sta pur certa che lo sarà. Ci vediamo domani, saluta Cameron da parte mia."
Aveva ammiccato.
Mya era sempre più scioccata.
Scosse la testa e andò a bussare alla porta dell'ufficio di Cameron.

"Ehi capo, Mildred è appena andata via, ti ha lasciato i suoi saluti. Vado via anche io, hai ancora bisogno di me?"
Cameron si alzò e la raggiunse.
" In realtà si."
La tirò per un braccio, chiuse la porta e prese a baciarla con passione.
Mya si lasciò andare con un sospiro.
Si appoggiò al suo petto e rispose al bacio perché lo voleva anche lei.

Quando Cameron la lasciò riprendere fiato si fece sfuggire un gemito di protesta.
Era come se i baci ormai non le bastavano più.
"Sei pericolosa Clark!"
Mya arrossì.
"Sei come droga per un astinente, come pregiato whisky per un alcolizzato, come nettare per le api. Mi mandi il cervello a puttane, saperti a due passi da me e non poterti toccare è deleterio."

Mentre gli diceva queste cose le toccava il viso, le infilava le mani nei capelli massaggiando la nuca, la voce roca e il fiato caldo avevano attivato tutti i sensi del desiderio in Mya che fremeva dall'eccitazione.
Lo tirò a se e lo baciò famelica.
Cameron soffocò un gemito di piacere e la strinse ancora di più a se.
Voleva sentirla, bramava il calore della sua pelle, il suo odore, il suo sapore.
Aveva ragione Jason.
Quando vuoi qualcosa devi lottare per ottenerla e prendertela.
E lui voleva Mya Clark.
E la voleva in quel momento, ma anche il  giorno dopo e quello dopo ancora e tutti i giorni a venire.
Perché lui Cameron Price amava Mya Clark e non poteva più negarlo.

Due cuori un martini e una vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora