I pomeriggi di quei giorni di vacanza si svilupparono nella lettura ed esercitazione per il disegno. L'anatomia era il punto su cui mi concentravo di più, che fosse umana o animale, quella che mi capitava davanti agli occhi io la disegnavo. In quei giorni di solitudine ero abituato anche a ritrarmi allo specchio per studiare alcuni punti al meglio. Nelle giornate più scure passavo ore davanti allo specchio, nudo, a studiarmi. Non mi ero mai concesso molte attenzioni e si notava: il mio corpo era totalmente neutrale, magro e ossuto; il colore della pelle era olivastro e con quel tempo nuvoloso sembrava il colore di un cadavere. Ero sciatto nel mio complesso, eppure mi piaceva come si era sviluppato il petto negli anni di crescita, così assieme alle gambe e alla zona del ventre. Le mie ossa sgraziate e sporgenti non mi dispiacevano, davano un senso di delineamento alla mia figura, portandomi ad assomigliare a quelle figure che Schile ritraeva nei suoi migliori anni di vita.
I pomeriggi e le sere le passavo in solitudine in quel modo, racchiuso nel mio mondo poiché nessuno era ancora riuscito ad entrarci.
Le mattine divennero diverse invece.
Mi bastava sedere ad un tavolo nel bar ed aspettare una decina di minuti che Emile compariva dall'altra parte del tavolo, si sedeva con un'enorme curiosità di vedere il mio disegno e la fragranza che gli avevo dato.
"Come mai non ti piacciono i tè?" chiese Emile ad un certo punto della mattina mentre sorseggiava un tè nero davanti a me. Io ero troppo concentrato a fargli un ritratto per pensarci seriamente e perciò alzai le spalle.
"Credo perchè non hanno una vera consistenza, amo i sapori forti poi."
"Che risposta sciatta" sbuffò lui ridendo. Con la coda dell'occhio lo vidi sporgersi verso di me e con un enorme sorriso mi porse la tazza nera, io gli rivolsi solamente uno sguardo interrogativo con un sopracciglio alzato.
"Che c'è?"
"Assaggia."
"No."
"Perchè no? Hai detto che ti piacciono i sapori forti, su, assaggia." scossi il capo con espressione disgustata a quel suo invito, ma Emile continuò ad insistere fino a farmi appoggiare le labbra sul bordo della sua tazza, nessuno dei miei compagni mi aveva mai lasciato sfiorare anche solo un bicchiere per sbaglio.
Alzai gli occhi su Emile che con un sorriso gentile mi invitò a bere, ed io mi sentì maleducato a non farlo visto ormai che avevo toccato la sua tazza. Poco sicuro bevvi un sorso del tè e il sapore del bergamotto si diffuse in tutta la mia bocca, avvolto da una strana dolcezza di miele.
"Che ne pensi? Si chiama Early gray. è uno dei tè neri più saporiti e non altro che il mio preferito." Emile pronunciò quelle parole quasi con un sorriso soddisfatto.
Mi portai una mano alla bocca restando a studiare per qualche istante il sapore, non era male ma non mi faceva neppure impazzire.
"Probabilmente mi annoierebbe nel giro di poco." dissi solamente soffiando una risata, ne accennando ad una accettazione o rifiuto verso il tè, ma registrai che fosse il suo preferito.
"Si, si" borbottò lui con un mezzo sorriso soddisfatto in viso mentre tornava ad assaporare il tè. Osservai di sotterfugio le sue labbra appoggiarsi alla porcellana della tazza, là dove le avevo poggiate anche io, per qualche strano motivo mi sentì il viso andare a fuoco e una strana soddisfazione personale si aprì nel mio petto.
"Che colore ha?" chiesi non volendo far morire la conversazione sul tè, Emile era sempre così felice di parlarne e infatti mi sorrise.
"Di solito i tè neri hanno un colore ambrato, tendente al marrone caldo."
Annuii alla sua spiegazione ed osservai per curiosità i miei disegni, volendo trovare uno dove potesse star bene.
"Vuoi provarlo?"
"Se lasci il fondo quando lo finisci non rifiuto." sorrisi con piacere alla sua richiesta tornando così a continuare il suo ritratto.
Ormai era la quinta mattina di fila che Emile mi teneva compagnia la mattina, e come spesso accadeva sarebbe sparito anche per il resto del giorno. Ammisi a me stesso di essere incuriosito dal suo tipo di persona, mi sarebbe piaciuto passare anche altro tempo con lui. Emile però era una persona molto socievole e disponibile per tutti, quindi immaginavo avesse molti altri impegni.
La nostra mattina, quel piccolo momento intimo che iniziava stranamente a piacermi, anche quel giorno arrivò al suo termine, regalandomi alla fine di quelle ore di compagnia una tazza avanzata di earl gray e mezzo bicchiere d'acqua.
"A domani, Henri" sorrise Emile salutandomi per la prima volta in quel modo diverso, promettendomi un nuovo incontro ed io ricambiai il saluto con forse fin troppa felicità.
Appena ritornai nel mio silenzio rimasi a fissare il ritratto di Emile che non gli avevo mostrato, mi continuava ad apparire incompleto. Osservai in silenzio il foglio e i lineamenti del ragazzo che avevo segnato sulla carta, poi mi decisi: Afferrai il pennello di acquerello, lo bagnai nell'acqua e poi nella tazza di tè. Diedi una pennellata sicura sul foglio, attraversando il viso di Emile. Quel tè gli si addiceva molto, sia di sapore che di colore, gli donava e forse per quel motivo non mi era dispiaciuto berlo.
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Non c'è nulla di speciale
RomanceSi è sempre detto che i collegi sono un altro mondo ma non si capisce quanto distanti dalla vita di tutti i giorni finché non ce se ne stacca. Le amicizie all'interno possono rivelarsi pericolose al di fuori, o piacevoli sorprese. Non si può sapere...