Quel pomeriggio scoprii che nella struttura di fotografia ogni stanza era allestita come un set, i miei occhi non si staccarono da nessuna porta aperta che passammo di fianco: ogni stanza emanava luci e mood diversi, si poteva passare dal mare alla montagna, dal fantasy al gore, arrivando fino ai set più neutrali. Fu in una stanza del genere che entrammo, piena di via e vai di gente, e subito fummo avvolti dal nero completo. Solo un punto della stanza era illuminato da luci calde ed era una postazione dove, molto probabilmente, Emile doveva posare.
"Oh, finalmente sei... siete.. arrivati? Che ci fa lui qua?" La voce di Murphy non mancò ad irritarmi, ma Emile mantenne quella sua espressione serena ed amichevole.
"Gli ho chiesto di accompagnarmi, non darà disturbo, vero Henri?" annuii, anche perchè sarei diventato un oggetto di sfondo e basta in un ambiente del genere. Murphy non sembrò molto entusiasta della mia presenza, dovevo stargli antipatico a pelle come lui stava a me, ma non ribatté e mandò Emile a prepararsi. Non sapevo che genere di progetto fosse, ma riuscii a trovare un posticino in cui avevo abbastanza visibilità sul set per curiosare, così, prontamente, estrassi il mio quadernetto e la matita, pronto a disegnare il mio amico. Scoprii solamente qualche minuto dopo che tipo di set era: Emile si sistemò nella sua solita postazione ma fu la voce di Murphy che dava il via alle foto di quel giorno che mi fece alzare il viso dai fogli appena sistemati. Notai dunque solo all'ora la pelle di Emile totalmente scoperta sotto la luce dei riflettori, coperta giusto sul ventre da un telo rosso scarlatto che ricadeva verso terra pesantemente. La schiena ricurva del ragazzo mi apparve estremamente attraente di punto in bianco. La sua pelle chiara aveva assimilato l'oro della luce, evidenziando così la forma dei muscoli e delle ossa sporgenti: essi si muovevano assieme al suo respiro che li faceva alzare ed abbassare, ogni tanto i suoi muscoli si tendevano e rilassavano in modo ritmico; poi tutto cedette appena si iniziò a fotografare quel corpo che all'improvviso divenne un corpo qualunque e non più di Emile. Rimasi qualche istante affascinato ad osservarlo, lasciando scorrere i miei occhi lungo la sua spina dorsale fino alle sue cosce appena un poco coperte dal tessuto. Il suo corpo, in quel contesto, si presentava totalmente diverso da quando l'avevo visto nel dormitorio sere prima. Ci misi un po' per costringermi a distogliere lo sguardo dal ragazzo ed iniziare a disegnarlo, ma ne ero così affascinato che fu più dura del previsto. Appena ci riuscii la mia mano iniziò a tracciare sicura e veloce i tratti del suo corpo sul foglio.
Dovetti ammettere che fu un ottimo esercizio per le pose veloci, nella prima ora avevo già riempito un paio di pagine con quegli schizzi, affiancandoli e divertendomi a fare piccole composizioni di coppie. Nella pausa ad inizio della seconda ora rimasi ad ammirare i disegni ed a sistemare i dettagli che non mi convincevano molto.
"Sei una piccola macchina" mi raggiunse la voce di Emile posandosi una mano fra i capelli e arruffandomeli leggermente. Quando alzai lo sguardo verso il ragazzo lo trovai a petto nudo e per cause di forza maggiore distolsi lo sguardo tornando sui disegni.
"Grazie.." mormorai imbarazzato.
"Emile, per le prossime pose pensavo di provare una cosa simile" Murphy ci raggiunse nel giro di poco, interrompendo il momento mio e di Emile, perciò rimasi zitto tornando con lo sguardo concentrato sui miei schizzi.
"Ehi, Murphy, guarda i disegni di Henri"
"Non mi interessano" disse schiettamente il ragazzo, ma Emile mi prese dalle mani i disegni e li mise davanti al naso al ragazzo. Incuriosito osai alzare lo sguardo verso Murphy e lo vidi studiare i diversi fogli.
"Devi ammettere che sono ottime composizioni, potresti considerarle." Murphy, non rispose subito, mi lanciò solo qualche occhiata indecisa.
"Belle, molto, ha un ottimo occhio per queste cose, ma proprio perchè sono ottime composizioni di coppie, come singole diventano banali." Vidi l'espressione di Emile rattristarsi per qualche istante, e lo ringraziai per la prova tentata.
"Ma.." Murphy sospirò interrompendo il nostro discorso silenzioso di sguardi.
"Maire, togliti la maglia"
"Eh?!" chiesi quasi con tono strozzato ed Emile sorrise sapendo già dove saremmo andati a parare.
"Togliti la maglia ho detto, voglio vedere se il tuo fisico funziona per delle pose di coppia"
"Per delle cosa!?" chiesi di nuovo alzandomi quasi tremante dallo sgabello.
"Oh, ma si Henri! Sarà divertente, su, togli la maglia" Emile si lanciò quasi su di me per togliermela. Ci lottai un po' ma ebbe la meglio su di me, mettendo a nudo la mia esile e spigolosa figura agli occhi di Murphy.
All'improvviso, mi tornarono in mente tutti i commenti cattivi delle settimane precedenti e la nausea mi salì. Ero una miserabile foglia tremante, rinsecchita, sotto lo sguardo di quel falco che mi stava studiando troppo. Sentii la mia schiena volersi chiudere per nascondere quello schifo, ma la mano calda di Emile si appoggiò sul mio braccio per rassicurarmi.
"Potrebbe funzionare, un tentativo si potrebbe fare" ammise infine Murphy, dando un'occhiata ad entrambi velocemente.
"Non ho mai posato!" chiarii subito iniziando a sentirmi troppo confuso e nervoso di stare in quella situazione, mi voltai verso Emile per trovare un segno di sostegno e lui mi guardava sorridendo divertito.
"Ah beh, neppure io per quello" rise poi prendendomi per mano e tirandomi verso il centro del set. Alla fine mi ritrovai in mutande anche io, seduto di fronte ad Emile.
Che imbarazzo cristo.
Murphy, seguì come base davvero un mio disegno, aggiustando poi man mano le posizioni di ciascuno, arrivò pure a chiedermi consigli come secondo me poteva star meglio un braccio piegato in un modo invece di un altro. Mi sorpresi abbastanza di vedere quel lato collaborativo di Murphy.
"Ehi, concentrati su di me, d'accordo?" mi invitò Emile con un sorriso gentile, iniziando a parlarmi, a farmi domande e battute tra una foto e l'altra per distrarmi e rendere tutto quello più leggero.
Finimmo a posare assieme davvero: ero steso con il capo sulle gambe del ragazzo, lasciando a penzolone i miei arti, mentre Emile era stato messo in posa con estrema attenzione dagli assistenti di Murphy sotto le sue direttive. Durante gli scatti silenziosi mi persi ad osservare Emile da lì in basso, a studiare il suo viso con attenzione e minuziosità.
"Alza un braccio, Maire" mi ordinò semplicemente Murphy, fidandosi stranamente delle mie doti intuitive e di composizione. Alzai il braccio con un po' di paura di errare, ma appena appoggiai le dita sul viso di Emile sentii Murphy soffiare una risata e si complimentò con me subito dopo per l'ottima scelta fatta. Emile, al tocco delle mie dita si appoggiò con la guancia ad esse con fin troppa natarulezza, abbassando poco dopo lo sguardo su di me, accennando uno dei suoi soliti sorrisi. Fu strano ed imbarazzante per me posare all'improvviso mezzo nudo in quel modo, ma d'altra parte fui felice e sollevato che vennero usate alcune mie idee per la composizione delle foto. Fui felice anche di stare in quel modo a contatto con Emile: quando il ragazzo si appoggiò alla mia mano per lasciarsi accarezzare notai di come, nei mesi passati, tra noi non ci furono mai certi gesti; giusto qualche tocco sulla schiena o braccia, ma fugace e senza pensieri. Non avevo mai pensato a quanto poco io ed Emile, fisicamente, eravamo stati in contatto, ma vivendo nel contesto del collegio cos'altro ci si poteva aspettare? Era forse la norma per noi che ci vivevamo, ma al di fuori? Come sarebbe stato? Sarebbe stato ugualmente pericoloso o mal viso anche un semplice abbraccio? Anche se semplici gesti in amicizia? Emile sembrò pensare quasi le mie stesse cose, i suoi occhi assenti e distratti mi rivelarono quei suoi pensieri uguali ai miei. Per fortuna che l'estate si stava avvicinando, avrei potuto staccarmi per un periodo dal collegio e da quelle sue dettature dure.
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Non c'è nulla di speciale
Roman d'amourSi è sempre detto che i collegi sono un altro mondo ma non si capisce quanto distanti dalla vita di tutti i giorni finché non ce se ne stacca. Le amicizie all'interno possono rivelarsi pericolose al di fuori, o piacevoli sorprese. Non si può sapere...