Che cosa straordinaria che è il tempo, la grandiosa forza che scorre, facendo scivolare nella sua immensa clessidra granuli di vite destinate a riempire le fila dei ricordi.
I ricordi dei grandi accadimenti affluiscono nelle odi e le odi divengono leggende.
Col passare delle epoche, le leggende diventano racconti da favola per bambini, le VERE favole per bambini, dove non c'è differenza fra fate e streghe e dove il lieto fine è l'eccezione più che la regola, acquisendo elementi che non esistevano nella realtà originaria.Questo le rende eterne, inerti alla rovina che il trascorrere delle epoche getta su tutto il resto, ma le fa scivolare a poco a poco nell'irreale, cosicché anche la fiaba è ormai inverosimile quando la clessidra esaurisce il suo corso e viene rovesciata da Colui che intesse la trama dei destini, portando al ripetersi dell'accadimento che tutto aveva scatenato.
Nell'anno del Signore 1659 il fuoco arse di nuovo nella capitale del mondo. Non è fra le fiamme che questa storia ha principio e non è fra le fiamme che essa avrà fine, perché niente inizia e si conclude mai per davvero a questo mondo.
Ma per qualcuno fu principio e fine alcontempo...L'alba del nuovo giorno lo colse quasi di sorpresa sulla riva dispersa su cui si trovava, inondando quel mondo in cui si muoveva con circospezione dei colori scintillanti dell'aurora.
Solo che lui, un aurora così, non l'aveva vista mai: il bagliore usciva direttamente dalle acque placide del mare e l'astro diurno si levava placido nella bruma del mattino, emergendo dagli abissi per donare al mondo la sua luce, luce che ora scintillava in oro brillante davanti a lui e ora tracciava solchi rosacei nel firmamento, cacciando via le tenebre e le sue stelle, tutte tranne una, tranne lei, quel pianeta brillante che agli uomini sorrideva sia quando il manto della notte scendeva su di loro che quando quel velo nero veniva stracciato.
Venere, così si chiamava quella stella.
Glielo aveva insegnato quella che era stata la donna più importante della sua vita, rivelandogli che aveva vissuto 14 anni in una bugia confezionata ad hoc e raccontata tante di quelle volte da convincerlo che fosse vera, che veramente una persona cara potesse semplicemente scomparire e divenire una stella del firmamento per vegliare su chi aveva lasciato indietro.Già... Lei.
Scosse la testa con veemenza, i lunghi riccioli scuri che gli ballavano attorno al volto, quasi a voler scacciare il fantasma che lo tormentava ormai da mesi.
Preso atto del fatto che non funzionava focalizzò la sua attenzione altrove, su quella piatta distesa d'acqua che attendeva solo che lui vi mettesse piede.Una cosa simile lui non l'aveva mai vista in tutta la sua vita: era nato, almeno per quanto ne sapesse, e vissuto in una città pregna di storia, fra le mura istoriate di un monastero di suore che, per quanto avevano provveduto a lui nella maniera migliore che la loro umile condizione permetteva loro. Le poche volte che gli era stato concesso di uscire, magari per svolgere qualche piccola commissione che le monache da sole non potevano assolvere o per recarsi a qualche noiosa celebrazione religiosa che si teneva al di fuori del mondo sospeso del convento, non aveva visto altro che palazzi moderni che si alternavano a rovine più vetuste di quanto qualunque adulto interpellasse fosse in grado di rammentare, il tutto accompagnato da un nauseabondo odore di liquami e di rifiuti prossimi alla decomposizione, un carnaio orripilante che faceva credere la monotona vita dell'orfanotrofio e il suo piccolo giardino sempre uguale come un frammento di quel paradiso a cui, così gli avevano raccontato, ogniuno era destinato se avesse mantenuto salda la barra della sua vita nel rispetto di quel Dio che aveva creato tutti e che gli amava più di ogni altra cosa al mondo. La sua creazione più bella, il suo capolavoro fatto a sua immagine e somiglianza, colui per cui aveva dato ordine agli angeli di adorare e che lo aveva portato a disconoscere l'essere che fino ad allora aveva considerato come la più splendida delle creature.
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Chronos
FanfictionChronos, il Tempo, divorava i suoi figli esattamente come il tempo divora i giorni che passano per far spazio a quelli nuovi. E' proprio il tempo il protagonista di questa storia, una fan fiction su Manuel e Simone ambientata in un passato lontano...