20. La Maledizione

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TW: violenza fisica e sessuale
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Lo Sposalizio del Mare era, secondo la modesta opinione di Manuel, la festa più assurda e solenne cui avesse mai presenziato, un misto fra regalità civile e sacralità cristiano-pagana al medesimo tempo cui tutta quanta la città pareva desiderosa di poter partecipare, anche se poi soltanto i nobili e i pescatori potevano seguire la reale "funzione" visto che essa avveniva a distanza dalle terre emerse lastricate e non tutti potevano permettersi di seguire con le gondole e con le barche il Doge e la sua corte sulle acque placide della laguna.
Celebrata lo stesso giorno in cui il resto dei cristiani nel mondo celebrava l'Ascensione, lo Sposalizio metteva in scena il matrimonio di Venezia col Mare, una sorta di rito propiziatorio con cui la città onorava i flutti che la circondavano e, allo stesso tempo, s'ingraziava il loro favore per ribadire di anno in anno il suo dominio su di essi.

Nei giorni che erano trascorsi fra il loro ritorno a Venezia e quel 7 Maggio Simone aveva tentato di spiegare a Manuel il senso di quella celebrazione, di chiarigliene la simbologia e l'altissimo livello di sacralità che aveva nei cuori e nella storia della città, col Doge che, a nome di Venezia, navigava lungo il canale a bordo della sua nave ingioiellata come una sposa in abito nuziale faceva con la navata della chiesa fino al punto in cui giungeva all'altare dallo sposo cui faceva dono di un anello d'oro puro, anello che veniva gettato al termine di una formula rituale nelle profondità equoree a suggellare il patto.
A lui, tuttavia, era sembrata soltanto l'ennesima sciocca tradizione che quei nobili annoiati si erano inventati per colorare diversamente un giorno del calendario, per spezzare il grigiore della monotonia incessante della loro vita, festa per la quale erano perfino disposti anche a sprecare dell'oro per gettarlo fra le onde come fosse stato nient'altro che scialbo metallo placcato che sarebbe costato meno di due spiccioli su qualsiasi mercato anche se, doveva almeno fare lo sforzo di sincerità di ammetterlo, la sua scarsa affezione a tutta quella simbologia poteva anche derivare dal fatto che Simone gli aveva spiegato tutto quello un pomeriggio che stavano abbracciati nel letto e lui aveva prestato maggior attenzione a come la luce danzava sul torso nudo del nobile e su quei nei che conosceva a memoria e lo punteggiavano come le isole sedimentarie facevano con le acque della laguna dove era nato.

Quel giorno, tuttavia, era ancora più speciale e per Simone aveva un'importanza capitale, perché coincideva con quello in cui il nunzio apostolico di Sua Santità giungeva a Venezia per formalizzare con Contarini il patto che proprio il giovane Barbarigo era riuscito in extremis a combinare, patto per il quale il Doge lo aveva riverito e ricoperto con ogni onore, definendolo come il degnissimo erede di Marco Barbarigo e mostrandolo a Venezia e alle sue folle come una specie di eroe di guerra dalla loggia di San Marco, organizzando finanche un sontuoso banchetto in suo onore quella notte stessa. A quello stesso banchetto i Sagredo avevano formalizzato dinnanzi a tutti l'unione delle loro due stirpi per mezzo di Simone e Adelaide fra i brindisi e le congratulazioni. Era stato abbastanza imbarazzante per Simone danzare con la ragazza al centro del salone del Palazzo Ducale e, ancor di più, lo era stato porre le labbra sulle sue come richiesto dalla folla festante, almeno così gli aveva raccontato la notte stessa sotto alle coperte.

Fosse come fosse, quel 7 Maggio era destinato a rimanere spiacevolmente scolpito nella memoria di Manuel e quel che fu peggio è che tutto quanto avvenne in maniera del tutto inaspettata, proprio quando lui credeva di essere più al sicuro.

Lui e Gabriele stavano sulla gondola del biondo, fissando lo svolgersi della cerimonia poco più avanti rispetto alla loro posizione, le altre gondole delle famiglie nobiliari tutto attorno alla loro barchetta elegante mentre i maggiorenti della città stavano ritti e si sporgevano per poter assistere alla celebrazione con le loro famiglie al gran completo, uomini o donne che fossero, di fianco.

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