11. Come cuori di cera in mezzo all'Inferno

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Le due ore passarono in fretta per Manuel.

Troppo in fretta 

Non gli era ancora passata l'insofferenza nei confronti di quell'infelice battuta che il suo signore aveva fatto su di lui e la cosa che più lo tormentava era il fatto di non riuscire a capire per quale ragione improvvisamente gli desse così tanto fastidio che parlasse di lui con altri a quella maniera.
In fondo, rifletté mentre risaliva le scale che conducevano al secondo piano, Simone si era sempre comportato così con lui e, anche quando i rapporti fra di loro erano diventati più stretti e avevano abbandonato il voi per passare al tu, simili affermazioni da parte del nobile corvino non erano mai mancate e lui aveva sempre fatto buon viso a cattivo gioco, che in fondo sapeva che non c'era cattiveria in quelle frasi e che un minimo di verità la contenessero. Era a causa di questo che non riusciva a spiegarsi per quale ragione adesso fosse così infastidito e non riuscisse a farsela andare giù.

Quando raggiunse la porta e bussò respiro profondamente nel tentativo di calmarsi, che in ogni caso non poteva permettersi di fare troppo il sostenuto col suo signore, e quando ricevette il permesso di entrare aprì la pesante porta ed entró dentro.

Trovò Simone in piedi davanti al letto mentre contemplava due abiti diversi, quasi che dovesse scegliere quale dei due mettere e alla fine non fosse stato in grado di trovare risposta, cosa che fece immediatamente capire all'altro ragazzo che la scelta finale sarebbe toccata lui.
Schiaritosi la voce disse <<Siete pronto Messer Barbarigo?>>

<<Sì che lo sono Manuel>> rispose lui <<Ma ti prego smettila di chiamarmi Messer Barbarigo e torniamo qualche ora fa>>.

<<Come vuoi>> gli rispose, dopodiché si avvicinò per guardare i vestiti scelti e domandò <<Quale di questi due devo mettervi addosso? Siete indeciso forse?>>.

La risposta del nobile però fu completamente inaspettata, poiché Manuel sentì alle sue orecchie giungere un suono composto da 2 lettere che mai si sarebbe aspettato di sentire in quella circostanza.

<<No>> disse <<So già da un bel po' quale di questi due abiti indosseró stasera>>.

<<E allora ditemi qual è che vi aiuto a metterlo, dopodiché andrò a riporre l'altro>>.

<<E perché dovresti andare a riporre l'altro>> domandò quindi in conseguenza.

<<Beh è abbastanza evidente>> rispose lui <<A meno che non abbiate intenzione o di cambiarvi nel corso della serata o di indossare un abito sopra l'altro dubito che ve ne occorra un secondo>>.

<<Ma guarda che l'abito viola non è per me>> rispose lui prontamente <<Quello è per te>>.

Manuel rimase di sasso, completamente sconvolto da quanto aveva appena udito pronunciare e in quel momento il suo cuore prese a battere più rapidamente.

<<Per me? Com'è possibile che sia per me?>>.

<<Beh non avrai intenzione di venire alla festa senza un abito all'altezza>> gli rispose l'altro.

<<Ah, quindi è solo un modo per non sfigurare, come per il compleanno a casa dei Dolfin>> disse deluso.

E qui era destinato a rimanere sorpreso una seconda volta perché Simone disse <<Niente affatto. Non è come per il compleanno di Alessandro. Questo è un regalo che ti faccio io>> e detto questo gli dispiegò davanti a lui l'abito viola, un magnifico capo che doveva essergli appartenuto in passato e che era stato adattato alla meglio per le sue dimensioni. Si trattava di un completo composto da braghe, camicia, doppiopetto e giacca, tutto colorato di varie tonalità del viola e decorato con un motivo a foglie in oro è in rame che tendeva a risplendere come le foglie autunnali messo a contatto con la luce emanata dalle candele.

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