Pair: DaiSuga
Prompt: "Giuro, la situazione non è quella che sembra."
Quando decise di diventare un poliziotto, Daichi dovette far fronte a tantissime prove.
La prima fu un concorso pubblico: svariate domande che vertevano su attualità, storia, geografia, seguite da esercitazioni matematiche che aveva pensato di essersi lasciato alle spalle con la scuola e, per finire, un tema riguardante un argomento estratto in sede di esame. Superare tutto non fu facile, soprattutto perché aveva dovuto ributtarsi su libri di qualsiasi argomento, puntando anche a quiz di simulazione che minarono la sua resistenza più volte di quanto era disposto ad ammettere.
La seconda riguardava una prova fisica: corsa cronometrata ed esercizi di resistenza. Su quello era più agevolato, la sua vocazione alla pallavolo lo aveva formato in maniera completa e precisa e non poteva essere più grato, anche se non era mancato un allenamento maniacale.
La terza era rappresentata da una minuziosa visita medica. Una volta superata quella, poteva definirsi finalmente un agente di polizia.
O, almeno, così c'era scritto nel contratto.
In realtà, aveva passato mesi a studiare ed allenarsi per riuscire a portare la divisa a testa alta, con il titolo che gli competeva in tutte le sue forme.
Entrare nella stazione a lui designata era stato un sogno: i suoi colleghi lo avevano preso sotto la loro ala con un affetto pari a quello di un padre e le nottate di vigilanza non erano nemmeno così pesanti come si poteva pensare.
Il compito di quella mattina, invece, lo atterriva più delle giornate di compilazione scartoffie. E quelle le odiava veramente tanto.
Sospirò, avvicinandosi alla macchina delle bevande ed optando per un caffè bollente.
La presentazione dei lavori della scuola elementare del quartiere aveva richiesto un volontario per quel giorno, in modo da far vedere ai bambini la varietà delle professioni che li circondavano e tutte le loro curiosità.
Daichi non era un volontario, ma non poteva nemmeno disobbedire ad un ordine del suo diretto superiore. Soprattutto quando c'era in ballo un finesettimana di licenza.
Sospirò di nuovo, prendendo il bicchierino di plastica sovrappensiero.
Fu così distratto da un nugolo di ragazzini che passò correndo nel corridoio della scuola che le dita si strinsero attorno alla plastica surriscaldata, portando il caffè a squarciarla e a riversarsi tutto su di lui.
Sui suoi pantaloni, precisamente.
Fece un altro sospiro, più lungo questa volta.
Quella giornata non era cominciata bene.
*
Il rappresentante della polizia locale stava tardando.
Sugawara ricontrollò l'orologio, vedendo che l'ora dell'appuntamento prefissata era passata da un po'. Sospirò.
"Vado in bagno." Avvertì il suo collega, intento a controllare i bambini che chiacchieravano senza problemi. "Se il poliziotto arriva non aspettarmi, fallo cominciare."
Uscì dall'aula, chiuse la porta dietro di sé e sospirò nuovamente.
Se la polizia, tra tutti, poteva credere di avere il lusso di non rispettare la parola data, che diavolo di esempio avrebbe dato a quei demoni di bambini? Già Saotome-san, il veterinario, li aveva abbandonati per un'emergenza, e poteva capirlo perfettamente, ma adesso anche la polizia? Era una persecuzione!
Sugawara si stava già pentendo di avere organizzato quell'iniziativa senza farsi firmare qualsiasi cosa che avesse obbligato contrattualmente chiunque, quando avvertì un leggero sentore di caffè. Fuori dalla porta del bagno dei maestri.
Aggrottò le sopracciglia, perché le macchinette si trovavano all'entrata dell'edificio e quel bagno era parecchio lontano dall'ingresso.
Entrò con passo sicuro, pronto a sgridare chiunque stesse mangiando nel bagno quando si ritrovò davanti uno spettacolo niente male.
C'era il poliziotto davanti a lui.
Era sicuramente il volontario, con il berretto sul capo, camicia d'ordinanza, boxer e calzini. Le scarpe erano abbandonate lì vicino e i pantaloni, a quanto pareva, stavano attraversando un'odissea: l'agente li teneva sotto l'asciugatore, tentando disperatamente di risolvere una macchia francamente enorme di quella che Sugawara sperava fosse acqua ma, più realisticamente, era acqua mista a caffè. Almeno a giudicare dall'odore.
Tuttavia, la sua attenzione non era presa dall'operazione di salvataggio in corso.
Il poliziotto aveva due cosce e che potevano uccidere. Grosse, muscolose, piene. Sugawara ebbe l'istinto di volerci affondare i denti. Non aveva ancora potuto occhieggiare il sedere, ma era sicuro fosse ugualmente glorioso.
Quando sentì la porta aprirsi, il poliziotto si girò di scatto, gli occhi spalancati come un cervo colpito dai fari. "Giuro, la situazione non è quella che sembra!"
Sugawara quasi se ne dispiacque, perché la situazione che vedeva lui poteva portare a risvolti parecchio interessanti. "Non ti sei macchiato di caffè, non stai provando a pulire i pantaloni con l'acqua e non stai tentando di asciugarli?" Domandò ironico, perché quel signore era in ritardo e non voleva nemmeno appagare le sue fantasie, quindi si meritava tutto quel pizzico di acidità.
Si perse quando il poliziotto ridacchiò, massaggiandosi la nuca con imbarazzo. "Beh sì." Ammise e merda, la faccia era bella quanto le cosce. Anche il sorriso. Anche la risata. "Pare sia esattamente quello che sembra."
Sugawara chiuse la porta, stando ben attento con il chiavistello. "Lei è il poliziotto che avrebbe dovuto fare la presentazione?"
"Esatto, sono ..." Controllò l'orologio e sbiancò. "Dannazione, sono in ritardo! Mi scuso profondamente, ma, ecco ..."
"Stia tranquillo, meglio sistemare il danno." Lo scrutò con un sorriso furbo. "Non vogliamo dare spettacolo davanti ai bambini, no?" Se quello arrossì in un lampo, Sugawara si permise una risata piena, avvicinandosi e prendendo i pantaloni per valutare il danno. "Dovrà asciugare alla meglio, ma la macchia rimarrà finché non verrà lavato a secco."
Lo sentì borbottare tra i denti. "Sono Sugawara Koushi, comunque. Il maestro con cui vi siete accordati per la presentazione."
"Oh, Sawamura Daichi e ... ecco, non volevo presentarmi in questo modo in realtà."
"Si rilassi, agente, perché diventeremo molto più intimi di così." Sugawara gli fece l'occhiolino, che lo rese ancora più rosso, poi occhieggiò in basso. "Posso vedere anche i boxer macchiati, vuole pulire anche quelli?"
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Terrible First Meeting
FanfictionTutte le persone che si conoscono hanno avuto un primo incontro. Non tutti i primi incontri sono stati piacevoli. O tranquilli. O psichicamente equilibrati. Ship: SakuAtsu, OsaSuna, SemiShira, FutAone, UshiTen, MatsuHana, BokuAka, IwaOi, DaiSuga, Sh...