ShoMika

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Pair: ShoMika

Prompt: "C'è qualche ragione per cui mi stai seguendo da più di un'ora?"


Quella era stata una giornata orribile.

Per prima cosa, il compito di matematica era andato male. Non aveva raggiunto i 70/100 e Mika aveva una media pressoché perfetta, ma quegli integrali doppi la confondevano e lei non si era mai pentita così tanto di aver accettato di frequentare una classe di alto livello.

Il suo bento, inoltre, quella mattina non era stato chiuso bene per la fretta. Aveva trovato del riso vagare nella sua cartella e dei pomodori sfidare la sorte e tentare di suicidarsi sul pavimento, riuscendoci egregiamente. Aveva dovuto ripiegare con un panino della caffetteria e questo le aveva mandato a monte la dieta, dannazione. Il pane era il demonio.

Mika si era innervosita e, quando succedeva, tendeva a vagare con la mente per capire cos'altro sarebbe potuto andare storto. Perché se lo sentiva, quello era solo l'inizio.

Aveva ragione.

Era stata placcata dal responsabile della classe per delle commissioni che non le spettavano. In quel modo, aveva fatto tardi per la lezione di educazione fisica e a nulla erano valse le sue giustificazioni. Aveva dovuto fare cinque giri di campo in più, con un panino indigesto che vagava nello stomaco.

Le sue lezioni supplementari di preparazione all'università erano state un massacro totale, le simulazioni dei test talmente fantascientifiche che avrebbero potuto progettarci sopra qualsiasi serie simil Star Wars, per la gioia di suo fratello.

Il sensei aveva litigato con la moglie e le sue spiegazioni alle loro domande erano mezzi ringhi e sibili terrificanti. A lei spaventavano i sensei che si comportavano come psicopatici.

Per tranquillizzarsi, era andata a vedere se il vestito fantastico su cui aveva lasciato gli occhi in un negozietto lì vicino, perfetto per quel finesettimana, fosse ancora disponibile. Con suo sommo stupore lo era, ma dovette constatare che la sua taglia era sparita nel nulla.

Ovviamente.

Ciliegina sulla torta, era arrivata ad un passo dal prendere il treno che l'avrebbe portata a casa. Era stato tutto un correre frenetico per rispettare l'orario e poi si era trovata le porte sbattute ad un palmo dal suo naso.

Si accasciò sulla panchina del binario - almeno quella libera, ringraziando tutti gli dei - consapevole che avrebbe dovuto attendere altri venti minuti per la sua corsa.

Strinse le mani attorno alla cinghia della cartella, chiudendo gli occhi e tentando di rilassarsi per la prima volta da quella mattina.

Le giornate orribili nascevano in quel modo e non c'era niente che le avrebbe potute risollevare. Assolutamente niente.

Sarebbe stata una spirale negativa fino a quando non fosse andata a letto quella sera, sperando in un domani un pizzico più roseo, ma fino a quel momento sarebbe stata solo più odiosa, oscena, fastidios-

"C'è qualche ragione per cui mi stai seguendo da più di un'ora?"

Mika aprì lentamente le palpebre, confusa.

C'era un ragazzo seduto accanto a lei. Alto, carino, l'espressione poco raccomandabile ma cavolo era carino. E sorrideva, sicuro e affascinante. Sbruffone carino.

"Come?" Domandò comunque, perché era la prima volta che lo incontrava e sicuramente si sarebbe ricordata di lui.

"Mi stai seguendo dal negozio di videogiochi, sei entrata in quello di abbigliamento e mi sei corsa dietro fino al treno." Wow. Stalker. "C'è un motivo?"

Batté gli occhi un paio di volte e quasi le venne da ridere. "È la prima volta che ti vedo e, da come racconti, sembra che mi abbia seguito tu." Quel ragazzo poteva anche essere carino ma era ovviamente un pavone e Mika non era più disposta a farsi affascinare. "Dimmi, perché lo stai facendo?"

Quello sembrò interdetto, come se non si aspettasse quella risposta. Mika occhieggiò la sua divisa scolastica e notò che veniva dalla sua stessa scuola. Portava con sé un borsone da sport, però.

"Non ti sto seguendo!" Si scaldò quello, troppo agitato per poter essere preso sul serio. "Cioè, sei bellissima ma non mi permetterei mai! Dio, davvero non mi avevi visto?"

"No." Ma era la prima volta da tutto il giorno che Mika riuscì a sorridere veramente e quel ragazzo sembrava così nel panico che le fece tenerezza. "Davvero mi trovi carina?" Non voleva passare per smorfiosa, ma l'aveva detto con così tanta naturalezza che le sembrò quantomeno strano.

"Sei stupenda!" E si fece così rosso che Mika si ritrovò lusingata, ma troppo imbarazzata per poterlo guardare negli occhi. "Sono Daishou Suguru, comunque. Se magari volessi saperlo."

"Voglio." Si leccò le labbra e alzò lo sguardo. "Yamanaka Mika." Ridacchiò vedendolo illuminarsi.

Parlarono fino all'arrivo del treno.

Faceva parte della squadra di pallavolo. Era più grande di lei di una manciata di mesi. Voleva davvero ascoltare della sua giornata di inferno e risero finché non la riaccompagnò a casa, non volendo lasciarla sola a quell'ora.

Si scambiarono i numeri di cellulare ma Mika non gli disse che frequentavano la stessa scuola.

Non vedeva l'ora di assistere alla sua reazione quando l'avrebbe scoperto. 

Terrible First MeetingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora