OsaSuna

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Pair: OsaSuna

Prompt: "Ne ho viste di stranezze, ma tu appartieni ad un altro livello."


Sapeva che Miya Atsumu aveva un fratello. Gemello.

Non perché preda di chissà quale irresistibile curiosità nei confronti del suo compagno di classe, ma perché lo sentiva borbottare maledizioni verso questo Samu di merda per ogni cosa gli potesse accadere, dalla matita spuntata durante una prova scritta al ritrovamento del bento completamente vuoto all'ora di pranzo.

La conoscenza dell'esistenza di detto Samu di merda era avvenuta praticamente a cinque minuti dall'inizio del primo giorno di lezioni, a causa di una bottiglietta d'acqua chiusa male.

Suna era il ragazzo nuovo, in città in generale e in quella scuola nel particolare.

Veniva dalla prefettura di Aichi, Nagoya nello specifico. Capitale grande e trafficata, caotica, metropolitana. Ne aveva viste di cose strane e le aveva fotografate tutte, senza perderne mai una.

Amagasaki sembrava non avesse nulla di diverso dal solito. Questo finché non venne fatto sedere nel banco accanto a quel tizio che parlava da solo.

Inizialmente aveva pensato che Samu di merda fosse un amico immaginario ed aveva subito attivato il cellulare senza farsi vedere dal professore perché, andiamo, chi a quindici anni aveva ancora un amico immaginario?

Le bestemmie improvvise che uscivano fuori ad ogni episodio sembravano confermarlo: perché prendersela con Samu di merda se la gommina sopra la matita si spezzava improvvisamente a metà durante un'operazione di cancellazione aggressiva?

Quel tizio era esilarante, con quei capelli più vicini al colore dell'urina che al biondo sporco a cui, evidentemente, aveva cercato di ambire.

Tuttavia, un bel giorno, Miya aveva preso il suo bento ed aveva trovato la frittata al suo interno già morsa.

Lo sentì ringhiare e lo vide alzarsi di scatto. "Io lo ammazzo!"

Suna batté le palpebre, confuso. "Chi?"

"Samu di merda!" Vedeva i suoi denti digrignare e, davvero, ce n'era bisogno? "Vado nella sua classe, se viene Aran-san digli che se l'è cercata."

Suna non sapeva chi fosse Aran-san, ma quel giorno scoprì che Samu di merda era una persona vera.

Apprese che si trattava del fratello di Miya quando, una volta, si presentò con i cerotti in faccia. "Samu mi ha buttato giù dal letto con un calcio." Aveva brontolato. "Fa male cadere di faccia dal secondo piano di un letto a castello."

Seppe che si trattava del suo gemello quando, assolutamente non richiesto, Miya gli confidò "A me piacevano i capelli biondi e a lui quel colore indefinito. Almeno adesso ci riconoscono, anche se rimango più bello io."

Questo Samu di merda era diventato una presenza costante nella loro classe senza che si fosse mai presentato, ma mai Suna avrebbe pensato che il primo incontro lo avrebbe sconvolto così tanto.

Stava tranquillamente pensando ai fatti suoi, passando il tempo su Twitter e sperando che la pausa pranzo finisse il più tardi possibile. Era solo, Miya volatilizzato non sapeva quanto tempo prima per una questione in sospeso con suo fratello – "Vado a spaccargli la faccia!" Aveva urlato lasciando il pranzo sul tavolo. Suna non si era nemmeno preoccupato di alzare gli occhi dal suo cellulare -, fino a che non rientrò di corsa in classe, la giacca della divisa presente quando prima non l'aveva e i capelli di un marrone sbiadito, più simile al grigio che al castano ma comunque molto lontani dal biondo.

Suna lo scrutò confuso. Quando aveva avuto il tempo di tingersi?

Si avvicinò a passo di carica, si sedette nel banco e cominciò a mordere alla velocità della luce tutto il cibo all'interno del suo bento, un assaggio per ogni elemento riempiendo rapidamente le guance, la bocca che faticava a rimanere chiusa abbastanza da poter masticare. Il tutto senza bacchette.

Suna, in quel momento, capì.

Prese il cellulare e scattò una foto, sconvolto da tanta splendida cattiveria. Quello si girò stupito, come se non si fosse mai reso conto della sua presenza. "Uh?" Tentò di dire, ma le sue fauci erano immobilizzate dalla quantità di roba che stava tentando di deglutire e Suna sperò non cercasse di parlare.

"Ne ho viste tante di stranezze, ma tu appartieni ad un altro livello." Mormorò incantato, guardandolo rimanere immobile per un istante prima di provare a spingere in bocca un pezzo di carota. "Riesci a mangiare altro? Seriamente?"

Quello che era il famoso Samu di merda sembrò arrossire, ma forse era dovuto alla mancanza di ossigeno.

Passarono tre minuti pieni prima che riuscisse a ingollare la palla di cibo di cui si era ingozzato, ma dopo una deglutizione sofferta domandò. "Perché la foto?"

Aveva una bella voce. Più cupa del suo compagno di classe, più graffiata e, adesso che lo vedeva meglio, aveva gli occhi meno chiari e l'espressione più contenuta. "Perché no?" Ribatté Suna, scattandone un'altra solo per fargli dispetto. "Miya sa che gli stai mangiando il pranzo?"

"Lo scoprirà." Mormorò soddisfatto prendendo finalmente le bacchette per darci sotto di riso e sì, altra foto. Lo guardò lateralmente, improvvisamente preoccupato. "Cioè, se lo merita totalmente, non sono uno stronzo."

"Immagino." Sogghignò Suna, perché Samu di merda era chiaramente uno stronzo e Miya se l'era ovviamente meritato. A fiducia. Pensò di fargli presente una cosa. "Ti conosco come Samu di merda, a proposito." Lo vide incupirsi e attaccare il salmone con rinnovata voracità. "Dimmi, è un buon soprannome?"

"Miya Osamu." Lo informò a bocca piena. Cercò di fare un sorriso storto, ma le verdure tra le gengive non sembravano consentirglielo. Suna apprezzò lo sforzo. "È uno strano modo per chiedermi il nome."

"Non ti sei presentato meglio." Lo vide ingoiare e ridacchiare e merda, era carino. Molto più dell'altro Miya. "Suna Rintarou."

"Lo so." Gli scappò e lo vide farsi rosso, affondando la faccia nel bento. "Ti ho visto l'altra volta, mentre prendevi in giro Atsumu."

Le guance erano troppo calde, si maledisse Suna. Troppo.

Si schiarì la gola e abbassò lo sguardo. "Ti va di farlo insieme un giorno di questi?"



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Ma quanto sono teneri quando fanno i timidi mentre si organizzano per distruggere la vita di Atsumu?

Terrible First MeetingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora