L'inizio 2

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Lo vidi di spalle seduto su quella panchina mentre , fissava l'orizzonte non so a cosa stesse pensando. O forse era semplicemente distratto. Mi avvicinai e lui come se fosse tornato nel mondo reale , mi lanciò un sorriso facendomi spazio. Ma non disse nulla. Ti giuro , restai davvero , senza parole. Ma più lo guardavo , più ero convinta che eravamo destinati , ad incontrarci , su quella panchina a quell'ora , in quel posto. Eravamo giusti al momento giusto. Così , ricambiai il sorriso e mi , misi seduta accanto a lui. Beh , certo era strano a dirla tutta. Era completamente , vestito di nero. Giubbino nero , maglietta scollata ma anche un po , sbillentata nera , che faceva intravedere una collana. Jeans neri , e scarpe nere. Ma una cosa mi ha colpito . I suoi occhi. Mi ha guardato sorridendomi di nuovo , ed i suoi occhi erano così strani. Così , difficili da descrivere , da poter dire a parole. Erano , di un verde misto ad un giallo , e le sue labbra cosi carnose , aveva un po di barba , e dei capelli spettinati color biondo cenere. Una carnagione , tutto sommato chiara . Ma era cosi affascinante , sbragato su quella panchina e con quell'aria da ribelle , da cattivo da chi del mondo se ne fregava . Che mi ha stregato , non lo so perché non mi aveva detto nulla eppure , ero in completo imbarazzo. Io che ne ho una per tutti mi sono ritrovata ammutolita. Lui invece sembrava a suo agio , così si è voltato verso di me , e mi ha detto " Studi arte?" , ed io non so cosa avevo ho iniziato a balbettare "I...i....i....io ...s....si" Poi ad un tratto mi sono ripresa e gli ho detto "Perché?" Credo che il mio torno non sia stato dei migliori lui se ne è accorto e mi ha detto "Ti ho infastidito? Tranquilla , non sono un pervertito! E non voglio provarci , ma visto che siamo soli in questo parco , volevo solo scambiare due parole , ma se ti crea disturbo me ne resterò qui zitto!".

"N......n....o , in realtà no è solo che sono abituata , sai stare da sola , e trovare qualcuno sulla mia panchina mi ha fatto un po effetto! Tutto qui!".

"Wow, addirittura la tua panchina?" Mi ha detto facendo un rapido scatto verso di me con il corpo. "E per quale motivo sarebbe la tua? Magari da oggi diventerà la mia." Non sapevo cosa rispondere , credimi. Così dissi solo "Ok , allora da oggi sarà la nostra panchina." Lui , mi guardò e fece una smorfia quasi sorridendo , continuò a guardarmi , mentre io incominciavo a studiare.

Poi mi disse " A che periodo sei?" Gli risposi "Al Rinascimento". "Accidenti , bel periodo sai anch'io sono amante dell'arte trovo in essa la perfezione che molti cercano ma che in pochi trovano , per questo credo sia interessante solo per chi ha un certo tipo di sensibilità". Rimasi stupita , dalla sua risposta , cosi incominciammo a discutere dell'arte e di ciò che la rappresenta. Quella conversazione fu l'inizio di tutto. Quell'ora volò in fretta , e già erano le otto e mezza , per la prima volta ero in ritardo . Ficcai il libro frettolosamente nella borsa , lo salui distrattamente , lui mi disse "Dove vai così di corsa? Comunque piacere Adam." Lo guardai , con la borsa che stava per cadermi dal braccio e gli dissi "Piacere , io sono Eli , Elisabeth ma per tutti sono Eli. E comunque scappo a lavoro!". "E dove lavori Eli?" -" Alla caffetteria qui all'angolo , è stato un piacere incontrarti , ora ti saluto Aaa.." E tutti i libri caddero sparpagliandosi insieme a mille fogliettini sull'erba ancora bagnata dalla notte che tempestosa era andava via. Si alzò di scatto e mi aiuto a raccogliergli , i nostri occhi si incontrarono di nuovo, e di nuovo restai turbata. Sentivo la mia faccia andare a fuoco , avevo dedotto anche dal suo sorriso che ero diventata rossa , cosi li ringrazi e corsi verso l'uscita. Appena uscita mi appoggiai ad un albero , avevo l cuore a mille , mi voltai cercandolo , ma lui era come sparito. Non c'era più nessuno nel parco , lo costeggiai per attraversare sulle strisce , ma di lui nessuna traccia . E pure quel parco aveva una sola entrata che funzionava anche da uscita , come era possibile? . Per un attimo mi passò per la mente qche quell'incontro fosse frutto della mia fantasia. E della mia passione per la perfezione cosa che lui era . Andai , un po stordita da quell'inizio di mattinata a lavoro dove Frank , mi aspettava mentre guardava in modo nervoso l'orologio.

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