L'inizio 3

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E' strano sai pensare che , a volte possa bastare uno sguardo , un gesto , un sorriso per cambiare l'esistenza di una persona. A me , per esempio bastò una panchina , un paio di occhi ed un sorriso. Per farmi capire che fino a quel momento non ero mai esistita ma avevo semplicemente vissuto. Se mi fermo a pensare ad Adam , ho ancora la stessa sensazione della prima volta. credo , che anche se ci incontrassimo ora per la prima volta , sarebbe sempre tutto uguale. Noi , saremmo sempre gli stessi , la forza di attrazione sarebbe sempre la stessa. Mi ha cambiata , ha cambiato il mio modo di pensare , di agire , di comunicare. Ha cambiato un'intera esistenza.


Da quando mi lasciò il manuale , passarono alcuni giorni senza che lo vidi. Ero confusa , e credo che lo fosse anche lui . Non andai alla panchina , e presi alcuni giorni di malattia , dal lavoro. Avevo bisogno di pensare , stavo gettando al vento la storia con Paul , per qualcuno di cui sapevo a malapena il nome , ed il fatto che avesse una sorella. Poi il vuoto. Poteva essere chiunque , poteva aver fatto qualsiasi cosa , ed io ne ero allo scuro. Questo pensiero mi fece raddrizzare . Forse mi ero fatta prendere dal momento , dal fatto che per la prima volta stavo andando su un terreno che non conoscevo. Ma la sua voce , il suo modo di parlarmi , di guardarmi mi lasciavano sempre una tranquillità ed una pace che mai avevo provato prima. Ma di lui nessuna traccia. Non avevo un recapito telefonico , ne un indirizzo , non avevo semplicemente nulla. E pure , c'era una vocina interna che mi diceva "Elì , ha ragione Amaliè è il botto". E mi spingeva ostinatamente a pensarlo. A pensare a quando lo avrei rivisto , e chissà cosa ci saremmo raccontati. Ad un tratto sentì la voce squillante di Amaliè provenire dalla porta . -"Elì , sei in casa?"- "Si , sono in camera".

Amaliè arrivò di corsa , e rimase come sospesa sulla porta. Io ero preoccupata persa nei miei pensieri , intorno a me i soliti fogli , avevo provato a raccimolare quel poco di spazio libero nel mio cervello , per studiare ma scarsi risultati. Accanto a me c'era il manuale , ed il mio ritratto. Amaliè lo vide "Elì , ma è bellissimo " Lesse la dedica ed il biglietto . "Cavolo , certo che questo Adam , ci sa davvero fare con le donne. Lo hai rivisto , l'hai sentito?" -" No , Amaliè , ho deciso che forse è meglio lasciar perdere. Insomma , non so niente di lui se non che viene alla mia panchina , ed ogni tanto mi lascia qualche biglietto sparso qua e là". "Avanti Elì , perché sei così intimorita? Magari sta facendo il misterioso , e questo lo rende ancora più affascinante . Insomma , è u modo strano di corteggiare una donna , ma ti ha invitato anche a cena! E tu sei qui, a pensare quando ti è capitata l'occasione di toglierti tutti questi dubbi. Insomma , Elì , non vorrai restare una settimana intera , qui facendo finta di studiare ed ignorando sia Adam , che Paul! I problemi resteranno comunque lì fuori la porta in attesa che tu li risolva. Tieni ho trovato questo mazzo di rose , fuori casa , te li ha mandati Paul! Comunque io vado in doccia che ho un appuntamento!". Non feci in tempo a chiederli con chi , che sparì nel bagno ed incominciò a cantare. Invidiavo Amaliè aveva quel coraggio quel temperamento , che a me mancava. Sapeva sempre cosa dire , era sempre sicura di sè . Ed io ero il completo opposto. Sempre insicura , sempre distratta e buffa. Ma forse eravamo migliori amiche anche per quel motivo. Presi quel mazzo di rose bianche , e lessi il bigliettino "Mi manchi . Paul".- Erano bellissime , ma , avevo appena capito che non era più lui quello che volevo.

Decisi di seguire il consiglio di Amaliè , mi alzaì di scatto dal letto , andai verso il bagno e dissi ad Amaliè che andavo da Paul , a dirgli quello che pensavo. Amaliè fece un urlo di gioia , e prima di uscire di casa mi disse "Elì , non fare la finta tonta oggi tocca a te andare in lavanderia , i vestiti sono vicino al divano! Ci vediamo più tardi , e si sarò una stronza ma chiamami appena hai parlato con Paul !". Scuotei la testa , presi i vestiti e scesi di casa diretta a casa di Paul. Avevo 40 dollorai nel portafogli , e quel giorno decisi di prendere un taxi , avrei risolto prima i miei problemi. Il taxista era un messicano sulla quarantina , il suo taxi era pieno di amuleti e aggeggi vari. "Giusto per restare in tema" pensai non bastava Amaliè con le sue credenze. Ora c'era anche il taxista. " Fifth Avenue , per cortesia". Il taxista , alzò lo sguardo verso di me , accennò un sorriso e mi disse "Subito signorina". La fifth Avenue , era una delle strade più in voga di New York. Potevi trovarci di tutto , uffici , residenze storiche musei. Era una delle strade dove gli affitti arrivavano alle stelle , era una specie di Elitè.

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