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~In silenzio~

Mi svegliai che era mattina e subito mi ricorda di prendere le pillole che c'erano nel comodino di Theo.

Lui era in parte a me ancora dormiente, gli bacai le labbra per poi alzarmi e vestirmi, le gambe mi tramarono ancora un pó, ma sicuramente erano migliorate dalla sera prima.

<<Isabel, torna a letto>> disse la sua voce impastata del sonno e ridendo leggermente mi ristesi in parte a lui.

Qualche settimana dopo
24 Novembre

Ero in camera con Mattheo, nevicava e noi eravamo sotto le coperte a leggere, mi correggo lui leggeva Shakespeare ed io lo ascoltavo.

<<Perché non torni a casa dai tuoi?>> mi chiese dopo ore che leggevano Romeo e Giulietta.

Abbassai leggermente la testa avvolgendo le braccia intorno al suo torace sprofondando nei suoi addominali.

<<Non ho mai conosciuto i miei genitori, sono cresciuta in un orfnaotrofio>> dissi per e poi sospirare.

<<Mi dispiace, non lo sapevo>> disse poggiando il libro sul letto per poi stringermi, cosí adesso oltre alle coperte avevo anche le sue braccia, il suo calore a tenermi al caldo.

<<Posso farti una domanda>> mi chiese ad un certo punto, ed io semplicemente annui.

<<Allora perché il cognome Evans?>> mi chiese <<Era il cognome di una badante, lei mi ha trovato fuori dalle mura del orfanotrofio avvolta in una leggera coperta con su scritto Isabel, la governante che mi trovata faceva di cognome Evans e cosí nacque Isabel Evans>> risposi alla sua domanda sprofondando nel suo petto.

Restammo così per parecchio tempo, contemplando il silenzio che si era creato, un silenzio buono, giusto.

Alzai lo sguardo verso Mattheo, guardava il soffitto immerso nei suoi pensieri più profondi.

Gli accarezzai il viso, dolcemente sobbalzó leggermente a quel gesto.

<<Cosa mi stai facendo Isabel>> disse guardandomi negl'occhi.

<<E tu cosa stai facendo a me>> dissi sottovoce.

Restammo così abbracciati l'uno all'altra per un tempo non stabilito, il solo rumore erano i nostri respiri e il vento che soffiava fuori dalla finestra.

<<Theo>> lo chiamai e lui apri gli occhi guardandomi <<Dimmi>> mi rispose dolcemente, a quel tono di voce senti una miriade di farfalle nello stomaco, il suo tocco, la sua voce era semplicemente perfetto.

<<Perché non vai a casa tua nelle vacanze di Natale?>> chiesi, lo vidi sospirare.

<<So perfettamente che Jack ti ha raccontato della guerra>> disse ed io semplicemente abbassai lo sguardo annuendo.

<<Quando mi padre morì per mano di Harry Potter, le persone mi disprezzavano, quel pomeriggio andai sul isola in mezzo al lago nero dopo pochi minuti mi raggiunse Harry, Ron ed Hermione, io e i tre avevamo lavorato insieme, io gli davo informazioni riguardo a mio padre e loro in cambio mi tenevano fuori dai problemi del Ordine Della Fenice (che sarebbe un associazione segreta per sconfiggere mio padre) quando arrivarono mi dissero che avevano parlato con la preside McGranitt e che avevano creduto alla cuoca, mi dissero che era meglio stare per conto mio per un pó per non dare sospetti, la preside mi disse che potevo stare lì, quindi cambia stanza ero sempre nei sotteranei, ma non piú nella sala comune Serpeverde, non riuscivo più ad entrare nella villa di mio padre, ogni volta che ci tornavo era come se lo percepisci, come se lui fosse ancora qui a giudicarmi, e sicuramente a dirmi quanto fossi  inutile, non sopportavo tutto questo ho giurato di stare alla larga da quella casa e cosí ho fatto, non ci torno dall'anno scorso>> concluse.

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