Traccia n°3 - Un uomo vivo

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Io non sapevo per cosa vivevo
Io non sapevo a che cosa servivo
Ora so, ora so

I miei occhi mi servono
Per vedere te
Le mie labbra mi servono
Per parlare a te
Le orecchie mi servono
Per sentire la tua voce
Le mie mani mi servono
Per stringere te

E sono un uomo, un uomo vero
Un uomo vero perché ti amo
E sono un uomo, un uomo vivo
Un uomo vivo perché ti amo
Perché ti amo, io ti amo
Io ti amo e tu ami me

Luglio, 2031

Un po', quella melodia, si era scomposta.

Manuel aveva anche iniziato a ricevere chiamate anonime o messaggi, aveva ricevuto altre visite inaspettate e aveva fatto di tutto pur di nasconderlo a Simone ma, così facendo, aveva iniziato a creare un muro tra loro formato da segreti - che loro non avevano mai avuto.

Ed era difficile.

Ma lo stava facendo per il suo bene, lo stava facendo perché non voleva si immischiasse come era già successo in passato.
Sapeva che Simone sarebbe stato capace di fare qualche pazzia al suo posto pur di farsi lasciare in pace e lui non poteva permetterlo.

La routine quotidiana continuava ma le parole tra loro diminuivano sempre più e ad aumentare era la distanza fisica.

«Dovremmo organizzare la cerimonia, manca poco al matrimonio» disse Simone mentre facevano colazione

«Quando finisci de lavorà stasera andiamo, mh?»

«Che entusiasmo!» disse ironicamente Simone prima di allontanare da sé la tazza piena a metà di latte

«C'ho fatto, mò?»

«Boh, Manuel» Simone alzò le spalle «È un po' di tempo che non fai nulla, che non dici nulla. È proprio questo il problema»

«Che te devo dì, Simò? Se vedemo, si e no, tre ore al giorno»

«Proprio per questo dovremmo parlare senza smettere mai, proprio come facevamo a Milano quando stavamo divisi per mesi»

«Me puoi parlà de quello che vuoi, lo sai» rispose Manuel alzandosi da tavola e sparecchiando

«Eh no, Manuel. Che senso c'ha se io parlo e tu manco m'ascolti? Mi passa l'entusiasmo»

«'A prossima volta me metto a ballà, va bene così?»

«Fai pure il deficiente?» Manuel sospirò «C'hai pure il coraggio de sospirà, Manuè?»

«Me vado a lavà i denti così t'accompagno» disse lui, provando ad evitare l'ennesimo litigio

«Non ti scomodare, faccio io» Simone prese la sua borsa da lavoro

«'Ndo vai, Simò?» chiese ponendosi di fronte a lui

«A lavoro»

«So' du' mesi che t'accompagno io tutte le mattine, perché mò ce vai solo?»

«Se tieni 'sta faccia quando stiamo insieme forse è meglio se non ci stiamo, mh?» disse prima di aprire la porta

«Ma che cazzo dici» lo seguì ma Simone non gli diede il tempo di replicare perché si chiuse la porta alle spalle

Manuel si passò una mano sul viso.
Stava rovinando tutto.
Quella situazione stava rovinando tutto a un passo dal loro matrimonio e lui non poteva permetterlo.
Doveva metterci un punto, una volta per tutte.

Melodia scomposta || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora