Traccia n°6 - Vedrai, vedrai

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Sì, lo so che questa non è certo la vita
Che ho sognato un giorno per noi
Vedrai, vedrai
Vedrai che cambierà
Forse non sarà domani
Ma un bel giorno cambierà
Vedrai, vedrai
Non son finito, sai
Non so dirti come e quando
Ma vedrai che cambierà

Agosto, 2031

Simone, dopo una notte in bianco, aveva trovato la forza per alzarsi dal pavimento e far scivolare le sue gambe fino alla cucina.

Decise di accendere il cellulare, si sentiva in colpa per essere scappato da casa la sera prima e per aver lasciato soli suo padre e Anita.
Subito venne tempestato dalle notifiche dei messaggi, dalle chiamate senza risposta da parte loro.

Inviò un semplice: sono a casa, sto bene

Ma lui non stava affatto bene.
Ogni angolo di quella casa gli parlava di Manuel e in quel momento gli faceva male.
Ed era un paradosso che Manuel - che era sempre stato la cura a tutti i suoi mali - adesso fosse egli stesso il suo male.

Si lasciò cadere su una sedia e rimase a fissare il vuoto.

La loro routine era stata spezzata.

Nessun buongiorno fatto di baci e coccole.
Lui e Manuel si davano il buongiorno da dieci anni, ormai. Ed era strano non ricevere un suo bacio appena sveglio o non ritrovarsi un suo messaggio.

Nessuna doccia insieme.
Nessuna colazione fatta di cornetti confezionati e succo all'arancia rossa.

Solo silenzio.

E dolore lancinante.

Sentiva come se un camion gli fosse salito addosso, rompendogli qualsiasi osso, spappolandogli qualsiasi organo.
E forse, in quel caso, non avrebbe sofferto così tanto.

Non sapeva nemmeno quanto tempo era rimasto fermo a fissare il vuoto, a farsi domande a cui non trovava risposta.
Non sapeva nemmeno quando aveva iniziato a piangere, improvvisamente aveva sentito le sue guance bagnarsi.
Da ore sentiva di non star vivendo quella vita, come se lui fosse inerme, spettatore della vita di qualcun altro.

Sentì uno scatto provenire dalla porta d'entrata e la sua poca lucidità gli fece credere che potesse essere Manuel - ci sperò intensamente - ma la voce che provenne dall'altra stanza subito lo fece ritornare con i piedi per terra.

«Simo?» Anita camminava lentamente nel corridoio in cerca del ragazzo che amava allo stesso modo in cui amava il proprio figlio. Era distrutta quanto lui per quella storia e sapeva che non poteva lasciarlo solo

«S-sono in cucina» disse Simone con un filo di voce

Anita si diresse verso la stanza e non appena lo vide notò subito stesse indossando ancora gli abiti della sera prima.

«Amore de mamma» disse con la voce spezzata. Si abbassò verso di lui e lo strinse forte. Simone si rifugiò tra quelle braccia che ormai per lui erano diventate casa perché anche se Anita non era davvero la sua mamma si era sempre comportata da tale con lui «Oh, se sistema tutto, mh?»

«È crollato il mio mondo» Simone scosse la testa mentre si teneva ancora aggrappato a lui

«Lo so» gli accarezzò il viso «Però tu' padre sta già parlando con l'avvocato e stanno cercando un modo per sistemare tutto»

Melodia scomposta || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora