Traccia n°9 - Poetica

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E anche quando poi saremo stanchi
Troveremo il modo per
Navigare nel buio
E tanto è facile
Abbandonarsi alle onde
Che si infrangono su di noi

Dimmi come stai
Perché non parli?
Ora tienimi con te
La tua mano nel buio
Chiarisce la mia solitudine
Non l'ho mai chiesto a nessuno
A nessuno, tranne che a te

Agosto, 2031

Forse per la stanchezza, forse perché quelle mura non lo soffocavano tanto come quelle di casa sua, Simone riuscì a dormire per tutta la notte così come non faceva da settimane.

Quando i suoi sensi iniziarono a svegliarsi, si stirò sul letto. Sentiva i vestiti incollati addosso e non si era nemmeno reso conto di aver slacciato la cintura dei suoi pantaloni nel sonno, probabilmente per il fastidio che gli provocava la stretta.

Aprì leggermente gli occhi, quella stanza era piena di luce e non era abituato dato che lui e Manuel preferivano dormire al buio pesto.
Voltò lentamente il capo e vide Bea seduta sul suo lettino, le gambe incrociate e lo sguardo dolce puntato su di lui.
Simone si sentì anche ridicolo nel mostrarsi tanto debole e vulnerabile di fronte ad una bambina ma sapeva anche di essere al sicuro: i bambini non conoscono la cattiveria né la malizia, e soprattutto era sicuro che la figlia di Chicca non avesse cattiveria dentro di sé, sarebbe stato impossibile geneticamente.

«Ciao» sussurrò la bimba «La mamma mi ha detto che hai la bua, per questo ero qui a guardarti»

«La bua?» chiese Simone sorridendo, avrebbe tanto voluto averla lui quell'innocenza

«Sì, la bua. Mamma mi ha detto che sei un suo amico e che sei qui perché hai la bua e dobbiamo prenderci cura di te» scese dal suo letto e andò a sedersi accanto a Simone «Quando io ho la bua mamma sta accanto a me e mi guarda dormire e quando mi sveglio la bua è passata» spiegò «Magari se guardo te dormire la bua ti passa presto, no?»

Simone le sorrise e si sporse per darle un dolce bacio tra i capelli «Magari sì» annuì

«La mamma è andata a fare la spesa, mi ha detto di stare in camera e di non aprire a nessuno, come sempre»

«Ti lascia da sola?»

Bea annuì «Ma io sono bravissimissima, sai? Sto qui, nella cameretta, e gioco fin quando mamma non torna»

«Sei davvero bravissimissima, sei una donnina»

«Mh-mh, mamma me lo dice sempre che sono una bimba grande»

«Sei forte tanto quanto lei» rispose Simone

«Tu e la mamma siete amichetti del cuore?»

«Io e la tua mamma ci conosciamo da tantissimi anni. Andavamo a scuola insieme, sai?»

«Anche l'altro signore era a scuola con voi?» chiese

«Chi?» chiese Simone senza capire, quella bimba lo stava tempestando di domande e lui non aveva ancora bevuto il caffè, non riusciva a sostenerle tutte senza entrare in confusione

«Il signore alto che mi ha fatto volare al parco, l'altro giorno» disse alzando lo sguardo verso Simone «Il tuo principe!» esclamò sorridendo «Mamma mi ha detto che è il tuo principe, è così?»

Melodia scomposta || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora