Traccia n°1 - Io che amo solo te

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C'è gente che ama mille cose
E si perde per le strade del mondo.
Io che amo solo te,
Io mi fermerò
E ti regalerò
Quel che resta
Della mia gioventù.

Giugno, 2031

Il loro viaggio da Milano verso Roma in auto fu una delle cose più spensierate che avessero mai vissuto.
E ne avevano vissute di cose in dieci anni.

Simone e Manuel si conoscevano dal terzo liceo e si erano - praticamente - innamorati sin da subito.
Ma si amavano alla luce del sole solo da otto anni.

Erano stati amici, si erano aiutati a vicenda in molte situazioni - anche situazioni pericolose - e poi, una notte, si erano ritrovati a fare l'amore ancora prima che potessero rendersi conto che quel sentimento fosse reciproco.

Quella notte fece sorgere in Manuel mille domande.
Simone sapeva di essere gay e sapeva anche di essere innamorato dell'amico quando si ritrovò le labbra incastrate alle sue.

Ma Manuel no.

Manuel non si era mai messo in discussione. Non aveva mai immaginato potesse innamorarsi, soprattutto di un lui e non di una lei.
Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato lui a fare il primo passo, lui a far esplodere quelle scintille che scoppiettavano nell'aria ogni volta che erano a pochi centimetri di distanza.
E, subito dopo essersi amati follemente per una volta, Manuel allontanò l'altro - a volte anche bruscamente, ferendolo nel profondo.

Ma Simone non si era mai arreso, gli aveva dato il tempo di capire e di capirsi. Lui sapeva cosa significava non riuscire più ad identificarsi con la persona che ti ritrovi di fronte quando, ogni giorno, ti guardi allo specchio.

E aveva fatto bene.

Perché adesso stavano per stabilirsi definitivamente a Roma, in un appartamento tutto loro, dopo anni di case in affitto e viaggi per potersi raggiungere nelle città in cui si erano trasferiti in passato per studiare o lavorare.

Stavano per dare vita a qualcosa di nuovo.
Per dare alla loro vita un senso nuovo.

Avevano superato numerosi ostacoli e, finalmente, sentivano di star approdando nel loro porto.
Sentivano di aver finito di lottare, che adesso era ora per loro di riposare, riporre le armi e dedicarsi al loro amore, alla famiglia che sognavano di creare insieme e ai loro lavori che amavano alla follia e per i quali avevano tanto sudato.

Sfiniti, arrivarono alle 10:30 del mattino nel loro nuovo appartamento.
Grazie al lavoro efficiente di una ditta di traslochi - che non era neanche costata così tanto - e grazie alla collaborazione dei loro genitori le loro cose si trovavano già lì.
Adesso avrebbero dovuto solamente sistemarle, cercando un modo per far combaciare i loro gusti non del tutto complementari.

Manuel parcheggiò l'auto davanti l'entrata di quella casa.
Si trovavano in periferia, a pochi minuti dal centro.
La tranquillità era ciò di cui avevano bisogno, per questo l'avevano scelta.
Poi, era molto appartata, riservata, lontana da altre case.

Scesi dall'auto e con solo due borsoni si scambiarono uno sguardo, il cuore batteva ad entrambi a mille all'ora.

«È casa nostra, Simò» disse Manuel portandosi le mani ai fianchi, osservando quella casa con il fiato corto

Melodia scomposta || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora