Traccia n°4 - Come back

1.3K 70 67
                                    

There is a place we can go
Not too far away from here
Hold on, I'm gonna show ya
Close your eyes and disappear

There's no shadows, there's no rain
There's no need to be afraid
There's no worry in your mind to bring you down
There's no hurry up and wait
There's no cover that you pay
If you take my hand, I'll take you there right now

Luglio, 2031

Appena sveglio, Manuel cercò Simone nel letto tastando in modo distratto e lento il lato vuoto accanto a lui.

Avevano dormito attaccati l'uno all'altro come non facevano da tempo.
Nonostante il caldo loro avevano voluto dormire attaccati, petto contro schiena, un braccio ad avvolgere Manuel e la loro mano unita, le dita intrecciate, aggrappate tra di loro.

Sollevò il capo notando che il suo ragazzo non era lì nel letto, accanto a lui, e rimase in silenzio per capire se provenissero dei rumori dalle altre stanze ma tutto taceva.
Era strano, Simone non doveva lavorare quella mattina ed erano appena le nove.

Si preoccupò subito che, dopo la rivelazione della notte prima, potesse essere andato a cercare Sbarra e parlargli, cosa che aveva già fatto in passato - incastrarsi pur di scastrare Manuel.

Si passò una mano sul viso e poi si alzò a sedere sul letto. Stirò i muscoli per qualche secondo e poi trascinò le gambe fino alla cucina.
Il pavimento era già caldo nonostante l'ora, si preannunciava una giornata di caldo rovente.

Si strofinava un occhio mentre camminava lentamente in corridoio, si guardava intorno per capire se Simone fosse in qualche stanza, magari in bagno. Ma non c'era.

Aveva già preso il cellulare per chiamargli ma non appena arrivò in cucina sentì il rumore della porta d'ingresso.
Si diresse verso l'ingresso, ancora assonnato.

«Dov'eri?» chiese con la voce ancora impastata mentre Simone si preoccupava di richiudere in modo silenzioso la porta, pensando che Manuel fosse ancora a letto

Non appena sentì la sua voce si voltò immediatamente verso di lui, aveva i ricci scombinati e gli occhi socchiusi per la troppa luce.
Indossava solo i boxer e i segni della notte precedente erano evidenti sul suo collo e sul suo petto, cosa che fece arrossire Simone - sapendo di esserne l'autore.

«Buongiorno» sussurrò prima di avvicinarsi a lui e dargli un bacio sulla fronte «Facciamo colazione in fretta, ho in mente una bella giornata per noi»

«Aspe', me so' svegliato ora, nun me chiede' di fà cose de fretta perché 'o sai che non funziono appena sveglio» mormorò camminandogli dietro

Simone rise, sapeva che Manuel avesse ragione: aveva sempre bisogno di dieci minuti pieni, dopo essersi svegliato, per iniziare a connettere i neuroni.

«Vabbè, mettiti seduto, ti preparo tutto io»

«Come fai a esse' sempre così attivo de mattina?» chiese prima di sedersi e portarsi le mani agli occhi

«So' sveglio dalle sei» disse prima di aprire il frigo e prendere il succo all'arancia rossa che Manuel beve ogni mattina e versarglielo in un bicchiere

«Dalle sei?» chiese l'altro con un tono stupito

«Diciamo che non ho dormito moltissimo stanotte» confessò Simone «Così quando si è fatto giorno mi è venuta in mente una cosa» prese anche i biscotti e glieli poggiò sul tavolo prima di sedersi accanto a lui

«Che?» chiese togliendo le mani dal viso e sforzandosi per aprire gli occhi e guardare Simone, era raro vederlo in abiti poco formali come quelli che indossava in quel momento: canottiera e pantaloncini, solitamente li metteva solo se andava a correre ma non sembrava sudato e poi sarebbe stato da folli correre per strada con quel caldo

Melodia scomposta || Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora