Per il mio gran maestro [Mdzs FF] {Y/N&Xichen} Versione Ita.

Introduzione

"Se non sai dove andare, ti porterò io." mi disse quel giorno. Sarà un ricordo che perennemente riaffiorerà tra i miei ricordi peggiori così da farli risplendere, esattamente come il suo sorriso che mi dedicò.
Persino se non mi guardasse sarei riuscito a leggerli nel volto che non era un uomo che era sceso al mercato per compere, bensì per vagare e forse anche senza meta.
Un uomo di tale grado sociale, tale titolo, tale grazia, si era inginocchiato di fronte a me rischiando di macchiare le sue vesti bianche e chiare come nuvole. Gli angoli del tessuto cucito con abilità toccarono il cestino fatto di canne d'acqua impacciatamente intrecciate. Con ben poco contatto, quest'ultimo di slegò dall'intreccio e del cestino non fu altro che un mucchio di erbaccia.

"Sono desolato." disse ancora lui accorgendosi solo di ciò e non che dove altro il duo abito si sia posato.

"Vorrei poter tornare a casa..." dissi rispondendogli con un tono di nostalgia.

Lui che cercò di raccogliere le canne marce si fermò e mi guardò. I suoi occhi mi squadrarono il viso.
Non capirò mai quello che pensò, eppure sembrava commosso dal profondo nonostante non lo volesse dimostrare.

Se gli avessi fatto ricordare una sventura..?
Che vergogna!

Mai alzare profilo con i ricchi, se vengono lasciati in pace non ci saranno problemi. È una regola così semplice, eppure fallì ogni istante del nostro primo incontro, a tal punto che pensai di averlo disgustato.
Con capo basso tornai a sistemare il cestino che non riesce più a tenere forma. Riprovai e provai ancora, era inutile, le canne una volta dure come legna furono più simili ad alghe, viscide. Ma non potrei mai permettermi di guardare in viso un'altra volta il giovane uomo che ancora non sembra essersi mosso.

Per diversi tentativi lui mi osservò in silenzio e proprio quando iniziai a pensare di risultargli patetica lui parla, "Avevo detto che ti avrei portata, perciò ti porterò a casa."