Henrik fissava un Tyler versione anni cinquanta.
"Che ci fai qui? E cosa indossi?"
"Un abito per la festa di stasera. E tu?"
"Il mio pigiama per andare a letto."
"Oh, no."Tyler entrò in casa, prendendo Henrik per il braccio e trascinandolo verso la sua stanza.
"Ehy, lasciami!"
"No, no, no. Tu vieni con me alla festa, mio caro Henrik. Sei il mio appuntamento."
"Eh, no, grazie. Sii più piacevole e va con qualunque altra persona."Tyler si limitò a buttare i vestiti per Henrik sul letto, dicendo. "Ho rubato dai miei genitori, quindi sii gentile, sorridi e indossali."
"Ma perché?"
"Sono solo, Henrik. E adoro la tua compagnia."Henrik sospirò, prendendo i vestiti. Mentre si stava cambiando, si fermò e fissò Tyler tradito. "Mi hai appena fatto sentire in colpa per venire con te?"
"Ha funzionato, no? Dai, non puoi passare la vita qui dentro, Henrik. Vivi, divertiti. Gli anni migliori sono quelli del liceo."
"Oh, cielo, quelli successivi devono far davvero schifo."Tyler scoppiò a ridere, facendosi avanti per sistemare la cravatta del ragazzo.
"Sei favoloso. Adesso, un bel sorriso e vieni con me."
"Bene, bene. Hai vinto, Lockwood."
"E ne sono orgoglioso."***
Quando Henrik entrò alla festa, vide subito Stefan e Damon impegnati a fissare la folla, mentre Elena era insieme alle sue due amiche.
"Andiamo?"
Tyler trascinò Henrik verso il trio di ragazze, fermandosi vicino a loro mentre Caroline diceva. "Quindi cos'è un trio? Tu e i fratelli Salvatore?""Perché arrivo sempre quando ci sono commenti del genere, qualcuno me lo può spiegare?"
Il trio di ragazze guardò sorpreso Henrik, prima di vedere Tyler e il suo braccio intorno alle spalle del minore.
"Non una parola. Tyler è un cretino totale che mi fa sentire in colpa ogni dannata volta."
"Ma ti faccio venire alle feste."
"Continua così, e la prossima sarà il mio funerale. E sarò presente sicuro.""Henrik." Disse Elena, scuotendo la testa stancamente.
"Scusate. Oh, Damon e Stefan. Sono così... minacciosi. Hanno paura che qualcuno ti si avvicini, Elena? Avrebbero ragione, sei bellissima. Non al livello di Caroline, ma vedo l'impegno."
"Grazie, Henrik. Sei carino anche tu. Il vestito ti sta perfettamente, quando lo hai preso?"
"Lo stalker qui di fianco lo ha preso e mi ha costretto a indossarlo."
In quel momento, i due Salvatore arrivarono.
"Volete ballare?"
Bonnie, disgustata, fece per andarsene, dicendo. "Sono fuori dalle possibilità."
"Per favore, dammi un'altra occasione."
Bonnie lo guardò solo una volta, prima di andarsene e Caroline gli disse. "Levati dai piedi, Damon." prima di seguirla."Vedi, questo è quello che io chiamo successo con le ragazze." Commentò Henrik, a cui Damon rivolse il suo sorriso affascinante. "Vuoi ballare con me, piccolo Gilbert?"
"Io non ballo..."
"Balla con me."
Tyler trascinò Henrik sulla pista, ignorando i suoi "No, ti prego, Tyler, non so ballare."****
Mentre i due ragazzi ballavano, Henrik indicò la sorella e Stefan iniziare a correre.
"Penso che stiamo per scoprire perché erano qui entrambi."
"Vuoi andare con loro?"
Henrik si limitò a fissare Tyler che annuì, mormorando. "Domanda stupida, lo so."
I due corsero dietro la sorella e il vampiro, trovandoli infine vicino alle macchinette, con Stefan che teneva un ragazzo impalato.
Un altro stava per colpire Elena, ma Henrik si mise in mezzo e lo scaraventò indietro con la propria magia.
"Henrik? Tu sai... sai dei vampiri?"Henrik sbattè le palpebre, guardando prima Stefan, poi Damon, e poi i due vampiri morti. Poi guardò Elena dicendo. "Perché avrebbe dovuto essere un segreto?"
Tyler scoppiò a ridere, guardando Elena.
La ragazza guardò Tyler, sorpresa. "E tu?"
"Henrik me ne ha parlato, sì. E so della sua magia."
"Sei una strega?"
"Non sono una strega, un mago. Ma sì. E mamma e papà lo sapevano, Elena."
"Davvero?"
"E lo accettavano."
Elena annuì, prima di guardare i due vampiri morti. "E adesso?"
"Prendiamo Jeremy e torniamo a casa."
"Jeremy è.. lui lo sa?"
"No, e nemmeno Jenna. Anche se penso che dovresti dirglielo. Considerando il fatto che questi due non se ne andranno solamente. Siamo bloccati con loro, e va bene. Ma è pericoloso non sapere. Peggio che sapere."
"Va bene. Ne parleremo a casa ad entrambi. Quanto ne sai?"
"Abbastanza, sì. Vieni, riempiremo Jenna e Jeremy a casa. Stefan, Damon, ci pensate voi al servizio disinfestazione?"Damon annuì, guardando i due cadaveri.
"Perfetto. A dopo ragazzi. Tyler, serata splendida, la prossima volta ti lascio fuori sul portico."
I due Gilbert uscirono dalla stanza, seguiti poco dopo da Tyler.***
A casa, i quattro Gilbert erano seduti al tavolo della cucina, ognuno su un lato.
"Quindi, Elena, Henrik, di che si tratta?"
"Riguarda i vampiri, zia. Sono reali, esistono."Jenna guardò Elena, prima di guardare un Henrik serio.
"Dai, seriamente? Ho di meglio da fare che..."Henrik tese la mano, e un piccolo cavallo d'acqua si creò dalla brocca sul tavolo, galoppando intorno prima di ricadere nella brocca.
"Io ho la magia. Quando Miranda e Grayson mi hanno preso io... gliel'ho detto. Non mi conoscete di sicuro, ma mi chiamavo Harry Potter prima. I miei zii... non amavano la magia e me lo facevano intendere chiaramente. Avevo paura che anche mamma e papà avrebbero reagito così, ma non l'hanno fatto. Mi hanno detto che avrei dovuto lasciare da parte la magia del tutto se volevo vivere con loro, ma che non mi avrebbero fatto un torto solo perché era parte di me. Io... dopo l'incidente ho iniziato a riusarla. Avrei preferito essere odiato che perdere un altro di voi."
Jenna e Jeremy scossero subito la testa, e Jeremy strinse il fratello in un forte abbraccio. "Non ti potrei mai odiare. Siamo fratelli, ci diamo le spalle a vicenda. A qualunque costo."
"A qualunque costo."
Henrik sorrise a Elena e Jeremy.
Poi guardò Jenna, che incrociò le braccia e indicò i due adolescenti. "La storia completa, adesso."
"Come desideri, zia Jenna."Angolo autrice
Cosa ne pensate di questo?
Alla prossima
By rowhiteblack
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REBORN FROM THE ASHES
FanfictionHarry James Potter a tredici anni viene adottato da una famiglia americana in visita in Inghilterra. Dopo la morte di Minus e Voldemort, Harry pensava che avrebbe passato una vita tranquilla. Non poteva sbagliarsi di più