CAPITOLO 6

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Henrik era seduto vicino a Jeremy, guardando Elena scendere dall'auto di Bonnie, seguita dall'amica.
"Cosa fai?" "Elena e Stefan si sono baciati ieri e Bonnie non è d'accordo." "Non avevi detto che era pro relazione?" "Lo so, ma a Bonnie non piace più. Qualche intrigo nascosto?" "Sei troppo giovane per preoccuparti di questo. Ecco, tieni."
Jeremy mollò il proprio libro di storia sulle gambe del fratello. "Ignora il dramma romantico lì infondo e concentrati sul dramma storico proprio qui." "La tua incapacità di portare a termine un saggio storico?" "Tanner è un dito nell'occhio, Henrik. Lo sai anche tu." "E io sono il suo preferito perché il mio metodo di coping è studiare e non pensare a niente. Sì, okay. Posso scrivere il tuo tema. Quando lo devi dare?" "Oggi, lezione dopo pranzo." "Ringrazia che so falsificare la tua grafia, fratellone."
Henrik scese con un saltello dal muretto su cui era seduto fino a quel momento, infilando il libro di storia del fratello nello zaino.
"Come, sai falsificare la mia grafia? Da quando?" "Anche quella di Elena. Saranno utili quando sarete maggiorenni e avrò bisogno del permesso per svignarmela. Per ora, ho quella di zia Jenna."
Henrik salutò da sopra la spalla il fratello, avviandosi verso la scuola, preparandosi mentalmente per le sue lezioni. Aveva un'ora buca prima di pranzo, l'avrebbe usata per scrivere il tema del fratellone.

Henrik stava scorrendo l'elenco delle attività extracurriculari. Sicuramente avrebbe trovato qualcosa da fare.
"Impegnato?"
Henrik si girò, vedendo Damon davanti a lui. "Non dirmelo, sei un nuovo professore?" "Oh, no, non fa per me, no."
Lo sguardo di Damon cadde sul libro che spuntava dallo zaino di Henrik.
"Non è di due anni avanti a te?" "Lo è, sì, non il mio, no. Mio fratello maggiore aveva bisogno di un aiuto in storia, sono un po' un nerd. Tanner mi ama." "Stefan ha avuto un piccolo litigio con lui, ho sentito." "Oh, sì, ha difeso l'onore di mia sorella. Molto principesco da parte sua." "Stefan ha l'indole dell'eroe, sì. Che fai?" "Mamma, lei... ci teneva molto a queste attività. Questa è casa nostra, dobbiamo viverla, non solo viverci. E, per me, in questo momento, è fare attività extracurriculari con coetanei." "Qualcosa che ti interessa? Club del libro?" "Oh, già iscritto a quello. Sono anche nel club di scacchi. Ho sconosciuto un vero mago negli scacchi e questo mi ricorda lui. E stavo pensando se il club artistico meritava un secondo pensiero." "Penso di sì."
Damon si avvicinò, dicendo. "Ho saputo che questa sera ospiti una cena." "Lo faccio? Oh, ecco perché io e Jeremy siamo stati cacciati, una cena. Penso che Elena voglia convincere Bonnie che Stefan è cool." "E tu, lo pensi?" "Che Stefan sia cool? La sua biblioteca parla per lui." "Ci sarai anche tu questa sera, alla festa? Voglio davvero passare ancora del tempo con te."
Henrik ci pensò. Damon e Stefan erano pericolosi ed Elena ci avrebbe passato del tempo. Lui aveva la magia, poteva batterli, o almeno lo sperava. Annuì. "Certo, userò il mio adorabile sorriso per constatare che non ho amici."
Damon sbuffò divertito, chiedendo. "Perchè? Se posso chiedere." "Uh uh, nessun motivo, credo. Non sono Elena, non sono Jeremy." "Sei Henrik." "E sono un quattordicenne. Non proprio da fare attività cool. Anche se, hai ragione. Il club artistico merita il mio intervento. Ci vediamo stasera, quindi."
Damon si allontanò, ed Henrik prese un respiro profondo, scrivendo il suo nome nell'elenco del terzo club, occupando così la maggior parte dei suoi pomeriggi. Il suo metodo di coping era in effetti studiare così tanto da non dover parlare con nessuno, da non dover pensare a niente. Forse, i club, avrebbero permesso un dialogo, almeno. Non escludere tutto e tutti solo perché il mondo faceva schifo e cose del genere.

Henrik stava cucinando, fulminando Elena e Bonnie mentre provavano ad avvicinarsi ai fornelli.
"Non toccare il regno di Henrik, è una regola piuttosto semplice, ragazze."
Henrik puntò loro contro il mestolo. "Vi uccido con questo e nascondo i vostri corpi nel bosco, ragazze. Nessun rimorso." "Okay, scusa, fratellino."
Elena diede un bacio sulla testa di Henrik, che la spinse via con il braccio mentre mescolava il sugo.
"Oggi sono ossessionata dai numeri, tre numeri. Continuo a vedere 8, 14 e 22. Di continuo."
"Allora forse dovremmo giocarli alla lotteria." Disse Elena, e Bonnie la guardò male.
Henrik chiese, mentre scolava la pasta e la divideva nei piatti. "Apparecchiate, ragazze. E, Bonnie, ne hai parlato con tua nonna?" "Mi direbbe solo che sono una strega. Non voglio essere una strega. Tu vuoi essere una strega?"
Henrik sbuffò, pensando all'ironia della domanda, prima di dire. "Al massimo, mago. E, no, non voglio essere una strega. Oh, no, c'è già Elena come tale qui in giro."
Bonnie rise, mentre Elena sistemava i piatti sulla tavola.
Henrik mise la pasta, condita con il sugo, in una ciotola grande, mentre toglieva le patate dal forno e controllava l'arrosto.
"Meno male che sai cucinare tu, Henrik." "Qualcuno doveva saperlo fare, o saremmo tutti morti qui dentro. Meno male che si sono io a salvare questi tre dalla fame assoluta." "Sì, è territoriale con la sua cucina. Siamo suoi servitori qui dentro." "E fuori inconsapevolmente."
Bonnie scoppiò a ridere, e il campanello suonò.
"Posso ancora andarmene, vero?" "No, non puoi. Ormai ho detto a Stefan che saresti stato qui."
Henrik mise il broncio, mettendo la ciotola del primo sulla tavola, guardando Bonnie che scrollò le spalle. "Siamo in due ad essere costretti qui, Henrik. Non guardare me per la salvezza." "Bene. Moriremo."

Durante la cena, il silenzio era davvero teso.
Henrik sospirò, prendendo il coltello e passandolo nell'aria, attirando l'attenzione su di sè. "Che stai facendo?" Chiese Bonnie ed Henrik, sorridendo, disse. "Taglio la tensione qui dentro. Era davvero soffocante."
Il trio rise, e Elena invitò Bonnie a parlare del suo lignaggio da strega.
"Forte non è la parola che userei."
Pensando a quello che aveva passato come mago, Henrik doveva dare ragione a Bonnie. Non era forte.
"Però è interessante. Non sono così informato, ma ho sentito che ci sono state delle migrazioni di druidi celtici qui, intorno al 1800." "La mia famiglia viene da Salem."
"E i druidi erano antecedenti al 1800, Stefan. Sono venuti qui nel 1712, dopo un attacco alla loro patria natia. Dalla Francia del Nord, Spagna, Portogallo, e poi hanno attraversato l'America di allora per arrivare qui."
Stefan sorrise ad Henrik, prima di dire a Bonnie. "E le streghe di Salem? Direi che è piuttosto forte."
"Davvero, perchè?"
"Le streghe di Salem sono un esempio eroico di individualismo e non conformità." "Sì, lo sono."
Henrik bevve un sorso d'acqua, pensando che Stefan avesse appena conquistato Bonnie.
Suonarono il campanello ed Elena andò ad aprire.
Stefan la seguì, e poi tornarono loro due, insieme a Caroline e Damon.
Henrik guardò il dolce con uno sguardo truce.
"Caroline." "Henrik, lo abbiamo preso da Frank." "L'ultima?" "Sì." "Gusto?" "Cioccolato fondente." "Quanto?" "80" "Conservato?" "Frigo fino a quando non l'abbiamo messa in macchina." "Fatta quando?" "Stamattina verso le sei." "Bene, immagino che vada bene."
Stefan e Damon guardarono confusi la scena, e Caroline spiegò. "Henrik è il capo in cucina. Cucina davvero bene, lo hai provato no, Stefan?"
"Hai cucinato tu?" "Sì. Mi piace, è un senso di... controllo, tranquillità. E non produco veleno, quindi, vittoria per noi, no Elena?" "Successo solo una volta."
Elena andò a dividere la torta, ed Henrik disse. "Una volta di troppo, direi."
"Avete una casa bellissima, Henrik." "Sì, non c'è molto da dare all'asta, ma direi che se la cava bene, no?"
Damon sorrise divertito all'accenno al loro primo incontro.

Decisero che la tavola era troppo informale per il dolce, e si diressero nel salotto per mangiarlo.
Caroline ridendo, disse. "Non posso credere che Tanner ti abbia fatto entrare nel team. Tyler deve essere sconvolto. Ma buon per te. Vai avanti."
Henrik sbuffò, dicendo. "Qualunque cosa infastidisca Tyler è una vittoria per me." "Cosa ti ha fatto il Lockwood?" Chiese Damon e Henrik scrollò le spalle. "Un idiota totale per mio fratello maggiore."
Caroline andò avanti, dicendo. "Elena non è stata così fortunata oggi. Ma solo perché ti sei persa il campo estivo. Dio, non so proprio come potresti imparare i passi e tutto." "Lavorerò con lei. Le imparerà." "Immagino che potremmo metterla infondo."
"Sei un raggio di sole oggi, Caroline." Disse Henrik, guardando male la ragazza.
"Sai, non sembri, la ragazza cheerleader, Elena."
"Oh, è solo perché i suoi genitori sono morti. Sta solo attraverso una fase molto buia. Era davvero molto più divertente prima. E lo dico con tutta l'empatia che ho." "Che adesso è sotto i piedi, Caroline. Non parlare dei nostri genitori o quella è la porta." Henrik si era alzato, torcendosi le mani e guardando male la bionda.
Poi prese i piatti sporchi e si diresse in cucina per pulirli.
"Mi dispiace davvero, Henrik."
Il ragazzo si girò per vedere Damon appoggiato vicino a lui, un'espressione triste in viso. "So com'è perdere entrambi i tuoi genitori. In effetti, io e Stefan abbiamo visto almeno tutte le persone a cui abbiamo mai tenuto morire."
Henrik gli sorrise, prima di chiedere. "Parli di Katherine, vero?"
Damon lo guardò stupito e Henrik sorrise. "Elena me ne ha parlato. Non voleva essere il rimpiazzo di una ragazza morta."
"Katherine è morta in un incendio. Un tragico incendio." "Deve aver sofferto molto. Mi dispiace."
Henrik iniziò a caricare la lavastoviglie, chiedendo poi. "Che tipo era?" "Era bellissima, molto simile a tua sorella in quello. Era piuttosto complicata, e egoista, e non molto gentile, ma davvero sexy e seducente."
"E chi di voi due ci è stato per primo insieme?"
Damon sorrise ad Henrik, annuendo. "Bella deduzione. Chiedilo a Stefan, la sua risposta sarà diversa dalla mia."
Henrik iniziò a piegare le tovagliette, aiutato poi da Damon.
Si fermò, guardando il vampiro e dicendo. "Mi dispiace." Damon sembrò confuso ed Henrik spiegò. "Per Katherine." La confusione rimaneva. "L'hai persa anche tu."
Damon gli rivolse un sorriso gentile, uno che Henrik giudicò sincero.

Angolo autrice
Alla prossima
By rowhiteblack

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