CAPITOLO TREDICI:

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Guardai il cellulare per 20 minuti buoni, poi risposi a Steph e a mia madre. Presi il pc dalla scrivania e mi misi a letto. Erano ormai le 21:30, la festa era già iniziata, perciò prima di cominciare la mia serata trasgressiva, nel mio letto da bambina di 9 anni, decisi di portare i vestiti in lavanderia, più che altro volevo ridare la maglia a Diego. Presi le chiavi, infilai le converse e mi diressi alla lavanderia, che si trovava nel "seminterrato" del dormitorio. I corridoi erano vuoti e silenziosi, il che era positivo visto che avevo una canotta troppo trasparente e al contempo stupida e dei pantaloni troppo "pigiamosi", nonostante fossero di una tuta. La lavanderia era vuota, ovviamente, c'erano 10 lavatrici e 10 asciugatrici, ma accese solamente due lavatrici e un'asciugatrice. Infilai tutto nella lavatrice, chiusi e misi il sapone liquido nel apposito cassetto. Mi sedetti su una panchina, laterale alle scale da cui ero entrata. Mi guardavo intorno. Pensavo fosse un posto più tetro, buio, invece era molto carino. Le pareti nonostante fossero di pietra rossiccia rendevano il tutto accogliente, c'erano bacinelle di ogni colore in cui riporre gli abiti bagnati da passare in asciugatrice, le luci erano soft, c'era perfino uno stereo, ma non lo accesi. Mi alzai dalla panchina e cominciai a camminare a caso. Pensavo e ripensavo al messaggio di Elia. Non avrei mai pensato mi avesse trattata così. Lo avevo aiutato, ero stata con lui sempre... anche intimamente Aveva perfino detto di amarmi... facevo bene a non credergli.                                                                                                            Appena la lavatrice finì presi i vestiti e li inserii nell'asciugatrice, avrei dovuto aspettare altri 20/25 minuti. Decisi perciò di accendere lo stereo... "...Radio, sperando di trovare una canzone decente" parlavo da sola ormai. Avevo trovato una canzone bellissima, molto ritmata, involontariamente cominciai a ballare, pianissimo, come se qualcuno potesse vedermi. Diciamo che accennavo appena dei movimenti. Poi cominciai a sculettare, come una cretina, ma amavo quella canzone! "... Oh ohhhh yeahhh, is going downnnn...", comincia anche a cantarla, ormai ero nel pezzo, presi una spazzola 'togli pilucchi' e la usai come microfono, "So much babyyy...", stava diventando una festa privata, poi fui interrotta. Alle mie spalle sentii una rumorosa risata, c'era Filippo con le braccia incrociate, seduto su un gradino delle scale. Probabilmente era lì da molto. Aveva visto tutta la scena. "Scusa ma quando hai preso quella specie di spazzola non ho potuto trattenermi!", la poggiai su un ripiano, lo salutai con la mano e feci un finto sorriso, poi mi sedetti sulla panchina, a poco meno di un metro da lui, "Dobbiamo per forza incontrarci in momenti ridicoli noi?", lo guardai, poi guardai in basso, e mi ricordai che avevo la maglietta quasi trasparente, cercai di coprirmi col le braccia. Si alzò dal gradino e si diresse alla lavatrice, infilò i suoi vestiti e tornò a sedersi sul gradino. Poco dopo l'asciugatrice finì e corsi a prendere i vestiti, infilai velocemente la maglia di "Batman" di Diego. Fiu mi sentivo al sicuro. Rinfilai le cose nel mio sacchetto e mi diressi alle scale. "Chi ti ha dato quella maglia?", mi bloccò poco prima di arrivare alle scale, dove lui era seduto, "Ehm... che t'importa?" si alzò e si avvicinò, indietreggiai, "No è che vedi la scritta metà gialla e metà rossa? E' abbastanza rara, di solito è scritto in giallo... poi così grande... mi ricorda la maglia di mio fratello Diego...", cosa? Il prof. Diego era suo fratello? Ecco perché mi sembrava familiare, non per il concorso, perché somigliava a Diego! "Ahhhhhhhh ma allora ho capito perché mi sembravi familiare! Si comunque mi ha dato lui la maglia perché l'ho aiutato per la festa e non voleva mi sporcassi! Tieni se vuoi te la ridò visto che è così rara..." la sfilai e gliela porsi, tanto la canottiera non era poi così trasparente... Rise, "Non c'era bisogno di questo spogliarello, puoi tenerla, era giusto per sapere dove l'avessi presa... Comunque è proprio da Diego dare le sue cose in giro!", la cosa un po' mi infastidì... si insomma, speravo avesse solo con me quel comportamento così "amichevole", in realtà era aperto con tutti, "Ma quanti anni hai? Avete pochissimi anni di differenza...", annuì, "Si solamente sei, abbiamo unicamente la pasticceria in comune, e un po' la fisicità... Poi siamo completamente diversi..." adesso che mi faceva pensare alla pasticceria, com'era possibile che lui fosse il figlio della preside ma avesse bisogno dei 1000€ di buono? Ovviamente non glielo chiesi, "Bene allora la tengo e poi gliela ridò io la maglia! Comunque torno in camera... Ciao!".

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