CAPITOLO TRENTACINQUE

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Era l'ultima settimana di stage.


Ormai eravamo agli sgoccioli.


L'ultima settimana di Agosto avremmo avuto gli esami, per ricevere la votazione e l'attestato internazionale.


C'era un caldo bestiale, tutto luglio avevo passato lo stage grondando. Le prime settimane di agosto invece, ancora peggio.


Con Fil andava benissimo, era romantico, dolce e premuroso.


Io lo amavo sempre, ovviamente, ma la cosa di Capri mi tormentava tutte le notti. Lui non se ne rendeva conto, o forse, semplicemente non voleva ammetterlo. Aveva già affittato il locale e già erano avviati i lavori. In un certo senso ero entusiasta di avere un lavoro subito dopo uscita dal istituto, ma onestamente avrei preferito puntare più in alto.


Mi preparai come ogni mattina, ormai era come stare a casa. Risistemai il letto e andai a fare colazione.


Filippo era già seduto a manigare, io lo salutai e andai a prendere le mie cose.


Croissant, cappuccino, e nutellina.


"Ehi amore come stai?" gli sorrisi, nel frattempo aprivo il croissant, "Bene tu?" sorrise, si allungò e mi baciò.


Ci dirigemmo alla macchina mano nella mano.


Sinceramente era una cosa che non avevo mai fatto, cioè, con Nicolas non l'avevo mai fatto.


Chissà che fine avevano fatto Elia e Steph.


Ripensarli mi spezzava il cuore.



Arrivati in pasticceria, notammo una macchina nera che non avevamo mai visto, "Chissà di chi è... bella però!" Fil ci girava intorno, e guardava dentro, "...Costerà tipo 60000€" sorrisi e lo trascinai in pasticceria.


"Buon...Buongiorno!" ci trovammo di fronte Carlo, Sara e due uomini sui quarant'anni, in abito elegante, di bel aspetto...


"Entrate ragazzi..." Carlo ci venne a prendere per un braccio e ci trascinò da loro, "Questi sono gli stagisti..." gli porgemmo entrambi la mano, "E' un piacere conoscervi. Noi siamo Fausto e Germano, ci occupiamo di mandare i migliori studenti nelle pasticcerie più conosciute al mondo... Il sign. Carlo ci ha parlato bene di entrambi, in particolare di te, Rose..." gli sorrisi, e arrossii, poi guardai Carlo, sorrideva.


"Ne sono lusingata..." sorrisero entrambi, "Sappiamo che hai frequentato il liceo artistico, e che sei una maga con la pasta da zucchero e le decorazioni, le sfumature... Comunque sia Carlo ci ha mostrato dei tuoi lavori, sono veramente meravigliosi e realistici..." annuii. "Bene, avremmo ben due proposte per te..." il cuore mi batteva a mille, con la coda del occhio vedevo Fil osservarmi serio, era preoccupato.


Mi osservavano, io non enunciavo parola, "...allora, la prima proposta sarebbe l'Austria, in una pasticceria mista, in cui oltre la vendita in negozio, ci sono ovviamente le prenotazioni, di ogni cosa... qualsiasi dolce. Tu però saresti l'addetta al designer. La seconda..." Fil sospirò, uscì fuori dalla pasticceria. Io non riuscivo a seguirlo. Non lo rincorsi. Volevo sapere. "...la seconda sarebbe...un po' lontano effettivamente. New York City... In una pasticceria, in cui creano solo cupcake. Quindi ci sono cupcake di ogni tipo, dimensione ... e tu dovrai studiare le varie creme e le varie decorazioni..." sorridevo. Nonostante Fil fosse fuggito io sorridevo. Ero felice di tutto ciò che mi stava spiegando. Volevano me in una di quelle pasticcerie... incredibile.


"Io... non ho ancora l'attestato però..." entrambi sorrisero, "Passerai sicuramente... comunque sia ti lasciamo del tempo per decidere, ovviamente. Ora però abbiamo appuntamento con altri studenti promettenti...Arrivederci!" strinse la mano a me e poi a Carlo.


Fissavo Carlo. Non riuscivo a muovermi. "Io... io non posso, non posso farlo..." si avvicinò, era vicinissimo, "Non rinunciare mai al tuo sogno per un uomo. Io l'ho fatto per una donna. Non ho potuto viaggiare, scoprire il mondo. Quando mi è stata fatta un'offerta allettante come la tua, ho rifiutato. Non fare il mio stesso errore Rosy."


Guardavo in basso.


Ero confusa, non avevo idea di cosa avrei fatto.


Uscii dalla pasticceria e andai da Fil, era seduto sul muretto a fumare.


"Fil..." gli toccai una spalla, abbassò la testa, "Cosa Rose?" cosa? Cosa dovevo dire? Non lo sapevo davvero... "Fil io... io non ho accettato..." sorrise, si voltò verso di me, "Rose, non hai accettato per ora... accetterai. Lo so." Non parlavo, non rispondevo, guardavo in basso anche io, "Io non lo so Fil! Okay, probabilmente vorrei accettare si. E' vero! Con tutto il cuore vorrei andare a New York. Ma ti ho promesso che avrei lavorato con te a Capri... e ti amo, non voglio deluderti.


Si alzò dal muretto e si avvicinò, buttò la sigaretta. "Lo sapevo che il nostro amore sarebbe stato impossibile. Io non posso vietarti nulla. Se vuoi puoi andare, davvero. Voglio il tuo bene sopra ogni altra cosa. Ma ricorda.... Non la voglio una relazione a distanza," rientrò in pasticceria. Io mi sedetti sul muretto.


Quello era un ultimatum.


O New York o me.


E cosa avrei dovuto fare?


Scegliere l'amore o la carriera?


Rose's dreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora