CAPITOLO TRENTA

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Inizio dello stage:


Finalmente era Luglio.


Finalmente si cominciava lo stage.


Non vedevo l'ora arrivasse quel giorno.


Erano le 4:30 del mattino, avrei voluto dormire almeno un'altra ora. Ma non riuscivo, l'agitazione era troppa. Mi giravo e rigiravo nel letto, non ce la facevo. Chiudevo gli occhi e li riaprivo. Poi cambiai posizione almeno cinque volte. Niente.


Erano ormai le 5:00 quando presi il cellulare e mandai un messaggio a Fil:



"Ehi, non riesco a dormire! Scommetto invece che tu dormi. Conoscendoti. Uffi."


Poggiai il cellulare sul comodino, ormai dal balcone entrava la luce del mattino, mi alzai dal letto e mi misi alla scrivania a riguardare alcuni appunti presi a lezione.


Dopo nemmeno 20 minuti sentii bussare alla porta.


"Filippo? Dimmi che non sono stata io a svegliarti!" sorrise e entrò. Era in pigiama, si stese sul mio letto e si mise sotto il lenzuolo, "No in realtà volevo solo guardare l'ora, poi ho letto il tuo messaggio e ti ho immaginata a letto con il cuscino sulla faccia. Ora però lasciami dormire!" risi, mi stesi accanto a lui. Poggiai la testa sul pezzettino di cuscino che mi aveva lasciato e chiusi gli occhi. Lui mi tirò a se e mi strinse.


Ci svegliammo grazie alla sveglia alle 7:00. Avevamo dormito un'ora e mezza. Adoravo vedere lui per prima cosa al mattino. I capelli scompigliati, e gli occhi minuscoli. Era così caldo, mi avvicinai ancora un po'. Avevo la testa sotto al suo mento.


Lui continuava a dormire. "Fil svegliati, se facciamo tardi non puoi fare colazione... e tu muori senza cibo!" si alzò di scatto, "Corro a lavarmi!". Scendendo dal letto inciampò nel lenzuolo e cadde per terra, "Oddio stai bene?" non riuscivo a non ridere, "Già ridi ridi..." corse fuori.



Dopo essermi lavata, indossato la divisa e aver fatto colazione, io e Fil ci dirigemmo all'aula di teoria dove la preside ci avrebbe diviso in coppie, a ogni coppia una pasticceria, oppure la cucina di un ristorante, in cui si veniva affiancati a dei pasticceri.


Ci sedemmo ai soliti posti, dopo aver aspettato per dieci minuti la preside, arrivò. Sembrava ancora depressa, per via di Diego, era triste, dimagrita.


"Buongiorno a tutti..." non aveva in mano una lista niente, si sedette alla cattedra, guardava in basso, si toccò la testa. Vedevo Fil di fianco a me preoccupato, poi cominciò a parlare, "Questo discorso solitamente lo faceva mio figlio Diego... Comunque sia, oggi inizierà un'esperienza molto stancante per voi, in una pasticceria non ci si ferma un attimo. Imparerete tantissimo, imparerete il triplo di quello che avete imparato in questa scuola, vi do un consiglio: Impegnatevi, date il meglio di voi. Perché se piacete ai proprietari della pasticceria, potrebbero offrirvi un contratto di lavoro, potrebbero fare il vostro nome ad un'altra pasticceria, è una finestra sul vostro futuro. Non giocatevi questa carta vincente..." Eravamo tutti in silenzio, ascoltavamo ogni singola parola, "... per quanto riguarda le coppie le sceglierete voi, non ho intenzione di accoppiarvi a qualcuno che non vi piace." Ci guardammo intorno, cioè io non guardai nessuno, sapevo già con chi volevo 'accoppiarmi', in tutti i sensi.

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