Erano ormai passati due giorni dal incidente di Diego. Fil non si presentò a lezione in quei due giorni, non era reperibile, al cellulare non rispondeva, non sapevo come fare. L'unica chance era chiedere alla preside, la mamma, ma non ne avevo il coraggio. Era mercoledì sera, in quei tre giorni di lezioni intense avevo imparato tantissimo, preso un sacco di appunti e lavato la divisa una volta al giorno, fortuna che c'era l'asciugatrice.
Erano ormai le 19:00 ero tornata da lezione da mezz'ora, dovevo ancora fare la doccia, prima però decisi di chiamare Steph su Skype.
Trillava.
"Ehy tesoro! Come stai" lo sguardo di Steph sembrava triste, era abbattuta, "Rose... ciao, che bello vederti, stai bene!" le sorrisi appena, "Cos'hai Steph? Novità riguardo il bambino?" si grattò un braccio, poi si guardò intorno, "Nicholas è in doccia, posso parlare per pochissimo. Allora quando gli ho detto del bambino è impazzito, mi ha urlato di abortire, sembrava davvero un pazzo Rose, mi ha spaventata parecchio... Io però non avrei mai fatto una cosa così, è un fottuto omicidio..." Parlava pianissimo, poverina, chissà che ansia, "...allora l'ho lasciato, sono andata a fare l'ecografia, perché avevo strane perdite, dopo 6 giorni dal litigio, nel frattempo sono stata in albergo...Comunque sia ho perso il mio bambino. Per colpa sua, sono sicura sia stata sua la colpa." Piangeva, sembrava dimagrita, era entrata in una specie di depressione, "Steph! Vai subito via da casa sua! E' un pazzo. Non puoi stare con uno che ti tratta così, cosa cavolo ti dice il cervello... domani quando andrà a lavoro parti e vai a casa dei miei, stasera li chiamo, dormi in camera mia! E non accetto un no!" guardava verso il bagno, si sentiva ancora la doccia, "Rose... non ti dirò no, lo farò, mi ha rovinato la vita, non avrei mai pensato che... che avrebbe reagito così... era nostro... lo so che al inizio non ero felice, ma alla fine dovevo rendermi conto di tutto, ho solo 20 anni... ma dopo averti chiamata avevo cominciato già a volergli bene...Rose, ha finito, di tutto ai tuoi genitori, domani quando parto ti chiamo!" riattaccò.
Che uomo insensibile, un mostro.
Chiamai subito mia madre, le raccontai tutto, ovviamente mi ha detto che l'averbbe accolta a braccia aperte. Come è strana la vita. Qualche mese fa Steph era ricca, sempre vestita bene con abiti costosissimi, senza pensieri, senza problemi. E ora era li, in un bilocale con un pazzo, e aveva appena perso il suo bambino.
Andai a fare una doccia, avevo bisogno di un attimo di relax, poi lavai e asciugai la divisa per la millesima volta, avrebbero dovuto darcene due.
Tornata in camera indossai una maglia monospalla e dei jeans, le converse e uscii coi capelli bagnati, senza giacca col cellulare e le chiavi in tasca. C'era davvero caldo, ed era solo aprile.
Uscita dal dormitorio vidi in lontananza un cappuccio a me conosciuto, era Fil! Corsi verso di lui, lo spinsi, "Perché?", mi guardava perplesso, come faceva ad esserlo? "Cosa? Ciao comunque!", gli tolsi il cappuccio, "Filippo, perché non ti sei fatto sentire? Sei impazzito?", sorrideva, "Scusami, ho passato gli ultimi giorni in un ospedale di fianco a mio fratello praticamente morto, mi dispiace se non ho pensato a scriverti un messaggino con un cazzo di smile!", mi stava davvero facendo infuriare, ero già nervosa per Steph, ci mancava solo lui, "Avevamo detto che ci saremmo andati di sera da Diego, non puoi rinunciare a ciò che ti piace fare Fil, stargli accanto non cambierà le cose purtroppo." Guardava in basso, cominciò a toccarsi la faccia, sembrava veramente assonnato e nervoso. "Rose, per favore, non ho bisogno delle tue lezioni di vita, in questo momento non ho bisogno di nessuno..." cominciò a piangere, a dire parolacce, a mandarmi via, ma non lo feci. Era triste, aveva l'umore sotto terra. E lo comprendevo, capivo anche la sua sofferenza nel vedere suo fratello attaccato a dei tubi, avevo sicuramente sbagliato a dire quelle cose, ma lo facevo per il suo bene, per il suo futuro, "Fil..." si sedette su un muretto li vicino, era più basso di me potevo abbracciarlo facilmente. Lo strinsi a me, strinsi la sua testa sul mio petto e gli accarezzai i capelli, "Tesoro, vedrai che andrà tutto bene, Diego è forte, ce la farà..."mi strinse più forte, le lacrime s'impressero nella mia maglia azzurra, alzò il capo e mi guardò, aveva le occhiaie, gli occhi pieni di lacrime, "Mi prometti che ci andremo tutte le sere?", gli baciai la fronte, "Te lo giuro... Possiamo andare anche ora...", sorrise in un modo malinconico, soffrivo tantissimo, avevo il cuore straziato, "Rose allora andiamo...".
Arrivammo in ospedale alle 21:00, Fil si diresse spedito verso la camera di Diego. Non parlammo mai, quando parlò la sua voce risuonava quasi strana alle mie orecchie, forse perché sussurrava per non disturbare, "E' questa...".
Entrata non potetti fare altro che piangere. Avevo la mano sulla bocca, cercavo di trattenere il pianto, ma non potetti. Era impossibile. Aveva due flebo, un tubo in gola e strani fili che gli fuoriuscivano dal camice. Una fascia gli circondava la testa, probabilmente aveva sanguinato molto. Fil mi stava dietro. Sentivo il rumore dei macchinari, e lui lì inerme, immobile, mi sedetti sulla sedia di fianco a lui, gli presi una mano, era gelida. Fil stava in piedi, di fianco a me, mi accarezzava la schiena, io continuavo a piangere. So che probabilmente potrà sembrare da piagnucolona, infondo non lo conoscevo da molto, in più ero anche arrabbiata con lui, ma gli volevo bene, davvero, l'avevo visto pochi giorni prima ad una festa, felice, sorridente e bellissimo, ed ora era li, immobile e gelido.
Dopo cinque minuti entrò Emilia, la mamma. Già piangeva, se stavo male io figuriamoci la madre come potesse stare... Fil la salutò appena, io le sorrisi. "Filippo dovresti tornare a scuola, non mangi da due giorni...Ci sto io con tuo fratello, ho portato il suo libro preferito, gli leggerò alcune pagine..." mi alzai subito dalla sedia, e si sedette lei.
Fil uscì io lo seguì subito.
Ci avviammo alla sua moto, "Fil...", si voltò verso di me, "Rose..." lo guardai e mi avvicinai, gli toccai la pancia, "Dovresti mangiare, sei trasparente!", volevo sdrammatizzare la situazione, sorrise, "Dai andiamo in mensa prima che finisca tutto!", montammo in moto e ci dirigemmo alla scuola.
Fil mangiò tantissimo, si vedeva che aveva parecchia fame, io invece non molta. Andammo in camera mia, "Allora Rose, novità? La tua amica ha detto del bambino al tizio?", me n'ero dimenticata, "Ah ... purtroppo l'ha perso...", si tolse la felpa, sotto aveva una maglietta rossa semplice, "Mi dispiace tanto...", lanciò le scarpe, si stese, "Sai, non avrei mai pensato di vivere delle sensazioni così orribili. Non ho mai creduto in Dio. Ma in questi giorni ho pregato... non un Dio in particolare, pregavo 'qualcuno' che potesse risvegliarlo... forse è sciocco... ma in questi momenti ti attacchi a qualsiasi cosa." Sorrisi e mi avvicinai, mi sedetti di fianco a lui, "Fil, non è sciocco, se senti di dover pregare fallo! Se ti senti capito e aiutato in questo modo allora è giusto pregare..." ci guardammo negli occhi per dieci secondi almeno, poi mi squillò il cellulare, era un sms.
"Perché mi odi ancora Rose? Ti ho chiesto scusa... Io l'ho licenziata Giada, ti prego rispondimi, dimmi come vanno le cose, trattami d'amico, come facevi una volta..."
Era Elia. Gli risposi.
"Sto bene, la scuola è bellissima come pensavo, sto incontrando persone meravigliose, quando torno vengo a trovarti! Un bacio..."
Gli volevo sempre bene, quel che è stato è stato...
Fil dormiva. Approfittai di questo per infilarmi il pigiama, tanto non avrebbe visto nulla. Poi presi la coperta azzurra, quella della camera che avevo tolto appena arrivata e lo coprii. Io dormii sopra la coperta, non avevo freddo.
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Rose's dream
General FictionNon scriverò molto, il meglio è dietro questa copertina. Se vi va leggete la mia storia, parla di me e del mio sogno... accomodatevi.