Capitolo uno

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L'amore è un concetto strano, devo ammetterlo.

È qualcosa che pensavo non avrei mai compreso, prima che nella mia vita piombasse la consapevolezza di amare lui.

L'amore è un sentimento astratto, non puoi studiarlo sui libri, non c'è un manuale su come amare.

Non ci sono cose giuste e cose sbagliate, non c'è una verità assoluta che ti indichi la via per non cadere nel tranello di Cupido, per scampare a questa maledizione che a volte uccide più che curare.

Percy mi ha sempre raccontato, fin da bambini, il mito greco delle anime gemelle. Secondo la leggenda, gli esseri umani avevano due facce, quattro braccia e quattro gambe. Zeus, spaventato dal loro potere e dalla loro forza, li aveva divisi, costringendoli a cercare in eterno la metà persa. Un'altra cosa che mi ha sempre detto, è che lei è la sua anima gemella.

E allora, quale sarebbe il mio ruolo, in tutta questa faccenda?

Quale dovrebbe essere il mio contributo nella sua vita?

Vuole farmi impersonare Zeus, ogni volta che me la narra?

Pensa di costringermi ad assumere il ruolo di quello che divide la perfetta coppia innamorata?

Tuttavia, la verità è un'altra, la verità è che lui non la ama. Lui non la desidera, non vuole lei, non sogna lei.

Lui prova tutto questo con me, con me soltanto e io lo so.

Quindi perché continua a negarsi la felicità?

Me lo chiedo continuamente, seduto a questo tavolo con un bicchiere di succo all'arancia in mano, mentre lo osservo.

È seduto di fronte a me, Annabeth vicino che gli stringe la mano. Sembrano agitati, quasi emozionati per qualcosa.

Leo e Piper, accanto a me, mi guardano preoccupati, quasi con compassione. Sono gli unici che sanno, che sanno cosa c'è tra me e Percy, che sanno cosa succede ogni volta che io vado in bagno e lui mi segue per 'lavarsi le mani'.

Eppure, mi ritrovo sempre sbattuto a novanta sul lavandino di un bagno pubblico per i successivi minuti, agognando un bacio, una carezza, elemosinando le sue attenzioni come un cane randagio insegue un signore in giacca e cravatta, uggiolando alla ricerca di un misero pezzo di pane.

Lei lo guarda innamorata, mentre continua a mangiare la sua torta al cioccolato, ignara di tutto. Pensando a quanto sia fortunata ad averlo, a strappare al mondo una parte di Percy Jackson che gli altri non potranno mai avere.

Continuo a bere la mia spremuta d'arancia, gli occhiali mi scivolano sul naso.

Ed è proprio mentre ne prendo un sorso, che Annabeth apre la bocca per parlare.

"Io e Percy andiamo a vivere insieme" quello che sto bevendo finisce in faccia a Percy, mentre io vengo scosso da una violenta serie di colpi di tosse.

Agli occhi degli altri, agli occhi di chi non sa, questa potrebbe essere la reazione entusiasta di un migliore amico contento per la coppia.

Ma per chi sa, per chi mi conosce, vede la sofferenza nei miei occhi mentre le lacrime, che si confondono con quelle della tosse, scivolano sulle mie guance.

Mi riprendo, passo un fazzoletto a Percy, scusandomi ininterrottamente.

Mi ricompongo, mi costringo a riprendere controllo di me stesso.

Fingi, Jason, fingi come sai fare solo tu.

Sorrido, nel modo più naturale possibile, e gli faccio le congratulazioni. Lei ride, sorride entusiasta, so che mi vuole bene.

Choose me~JercyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora